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Incontro con Antonia Arslan

Biblioteca Brentella (PD) 27 ottobre 2005

La masseria delle allodole, l'ultimo libro di Antonia Arslan, vincitrice del Premio P.E.N club 2005 è il primo di una trilogia. E' la storia di quattro bambini sventurati che a causa dello sterminio degli Armeni sono dovuti fuggire dal proprio Paese e sbarcare a Venezia. E' una commistione fra Oriente ed Occidente, tra Armenia e Veneto, si incrociano le storie di cugini italiani ed armeni sopravvissuti alla deportazione.
"E' come pescare in un pozzo profondo, aprire la strada a queste creature che hanno avuto una vita spezzata", dice la Arslan.

I contatti tra la Repubblica di Venezia e l'Armenia risalgono al 1100, tant'è che i primi libri di lingua armena vennero stampati proprio a Venezia.
Nel Veneto si trovano tracce linguistiche, artistiche ed architettoniche della cultura armena.
E' grazie a questo lungo rapporto tra il Veneto e l'Armenia che il giovane Yerwant, nonno di Antonia Arslan, riuscì a convincere il padre per andare a studiare al liceo Armeno di Venezia.

Il racconto

"Il padre affidò Yerwant ad un gruppo di banditi con un pacco di banconote tagliato a metà per accompagnare il figlio fino a Venezia.
L'altra metà delle banconote l'avrebbero avuta una volta che il figlio avesse inviato una lettera al padre che confermasse l'avvenuto arrivo a Venezia.
Per un dissidio con il padre, Yerwant aspettò due mesi per inviare quella lettera.
Il giovane studiò medicina all'università e lavorò di notte come infermiere per mantenersi agli studi, rifiutando i soldi dalla famiglia.
In seguito si trasferì a Parigi per specializzarsi in medicina nella migliore università dell'epoca grazie anche ad una famiglia di Padova che gli fece un cospicuo prestito sull'onore per affrontare il viaggio e Yerwant divenne uno dei migliori chirurghi dell'epoca in Italia.
Comincerà il rapporto epistolare con il fratello che vive ancora in Armenia. Programmano di rivedersi ed il fratello comincerà a costruire la masseria, il luogo della gioia dove dovranno rincontrarsi.
Dietro di loro incombe la grande Storia, l'Impero Ottomano entra in guerra contro la Francia, l'Inghilterra e la Russia.
Nel novembre del '14 il gruppo dittatoriale dell'Impero Ottomano con l'ideologia del panturchismo, prepara l'eliminazione delle etnie minori per creare la Repubblica Turca.
I due fratelli non sapranno nulla del genocidio in atto fino a quando il fratello di Yerwant non verrà ucciso e l'Italia, prima neutrale, non entrerà in guerra".

"E' una decisione scientifica del Male in cui i singoli elementi di un piano diabolico vengono posti in essere", commenta Antonia Arslan.

"Per quanto orribile sia l'ampiezza del male, c'è sempre qualcuno che si schiera dalla parte del bene, come i tre disperati che interferiranno sulla macchina del male per salvare i quattro bambini e farli arrivare in Italia.
Non c'è una sola parola d'odio verso il Popolo Turco in questo libro perché anch'esso è stato maltrattato e continua ad esserlo oggi.
Ricordo lo scrittore Turco Orhan Pamuk che rischia tre anni di carcere per aver sostenuto che l'Impero Ottomano ha sterminato un milione di armeni e trentamila curdi nel 1915. Sono gli stessi Turchi ad affermare "E' inutile che ci nascondiamo, il genocidio c'è stato."
Lo stesso editore che sta traducendo la masseria in Turco è dentro e fuori dal carcere.
Perchè la prima stampa del libro è stata esaurita in pochi giorni?
Perchè la gente vuole sapere!

Lo scrittore Akchan è stato condannato a morte ed è dovuto fuggire negli Stati Uniti, ora insegna all'università del Minnesota.
Mi ha scritto che non può leggere le lettere del nonno perché la sua lingua è stata cambiata anche nell'alfabeto.
Siamo stati privati della nostra Storia ed è ora che ce ne riappropriamo."

La questione dei Curdi

"I Curdi hanno aiutato i Turchi nello sterminio degli Armeni, nonostante vennero poi a loro volta perseguitati.
I Curdi sono raggruppati in clan. Molti capi clan hanno seguito gli ordini turchi per salvare la propria gente. Altri clan invece hanno aiutato gli Armeni, li hanno fatti salire sulle loro montagne e li hanno difesi combattendo, senza per questo volere che si convertissero all'Islam.
A differenza della Turchia, i Curdi hanno fatto le scuse ufficiali al popolo armeno."

La censura ed il negazionismo del genocidio

"Il negazionismo è qualcosa di terribile ed umiliante.
Oltre alle condanne agli editori, scrittori e pensatori turchi che osano affrontare il tema del genocidio altre forme di censura sono state messe in atto.
Ricordo il libro di Hilsenrath "La fiaba dell'ultimo pensiero" che dopo la prima stampa non venne commercializzato per l'insistenza del governo turco. Tra l'altro era edito sempre da Rizzoli, la casa editrice che pubblica la masseria.
Per fortuna i tempi sono cambiati.
Ricordo anche il film di Henry Verneuil "Quella strada chiamata Paradiso" (588 Rue Paradis) con Omar Sharif e Claudia Cardinale. Il film non è mai stato proiettato nelle sale italiane e non è mai circolato in televisione in prima serata. L'ultima volta che l'ho visto era in programmazione alle nove di mattina del 15 di agosto."

Un'altra opera di Henri Verneuil sul genocidio armeno è «Mayrig» (Mammina, in armeno) anch'essa proiettata in orari impraticabili per non infastidire la Turchia, il cui governo conduce un'opera di negazionismo attivo (disinformazione, secondo gli armeni) sul primo genocidio del secolo, di cui ancora oggi nega l'esistenza.

a cura di Vincenzo Ciccone. www.zam.it


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