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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Tra Roma e Milano

di Antonio Stanca

 

Nel 2006 Francesco Bartolini, ricercatore presso il Dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Roma “La Sapienza”, ha pubblicato un ampio saggio dal titolo Rivali d’Italia (Roma e Milano dal Settecento a oggi). L’opera, edita dalla Laterza di Bari, ha rappresentato una tappa importante nel lungo percorso compiuto dal confronto tra le due città in ambito critico. Bartolini è autore di altri studi di carattere storico ma in questo, che è venuto dopo una lunga ricerca, ha raggiunto un risultato migliore poiché sempre chiaro riesce il suo linguaggio pur dicendo di periodi e problemi così complicati della storia italiana. Inoltre dei tre secoli esaminati rivela momenti, aspetti che ancora erano rimasti sconosciuti e che incuriosiscono il lettore e lo coinvolgono. Facilmente si muove il Bartolini tra grossi e piccoli avvenimenti e personaggi, li chiarisce, li rende familiari, vicini a chi legge. Un’opera di divulgazione può essere considerato il suo grosso volume.

L’indagine dello studioso si riferisce agli ultimi tre secoli della storia d’Italia e pur tra tanta ampiezza, tra tanti avvenimenti che s’intrecciano, si complicano, si sovrappongono riesce egli a muoversi in maniera ordinata, regolare. Divide l’opera in capitoli e questi in paragrafi senza mai far risultare lontani, separati i diversi argomenti da essi contenuti. Nello stesso quadro, nello stesso processo li fa rientrare tutti. È la storia che si muove con Bartolini e non solo quella maggiore, già nota, ma anche quella minore, meno nota. È la storia completa dell’Italia dal ‘700 ai nostri giorni, completa dei suoi documenti e in nome di questi valutata, giudicata. Roma e Milano sono i punti di riferimento dai quali procede ed ai quali viene ricondotta un’indagine così estesa. Da questa le due città emergono nelle loro diverse caratteristiche, nella loro eterna rivalità, emergono come le parti di una contesa le cui sorti si sono alternate e si alternano in continuazione. Dipende dal momento storico, politico, dall’atmosfera culturale, religiosa, dalla situazione economica se i vantaggi sono per l’una o per l’altra, dipende da quanto fa parte della loro tradizione, della loro formazione se a Roma si pensa, si opera in un modo e a Milano in un altro, se Roma è meridione e Milano settentrione, se Roma è «oziosa e statica» e Milano «ottima e fattiva».

Da Napoleone in Italia al Risorgimento, all’Unità, dalla prima guerra mondiale al fascismo, alla seconda guerra mondiale, alla lotta partigiana, allo stato moderno, alle sue gravi contraddizioni, dalla Chiesa di Pio VII a quella di Giovanni Paolo II, dal “Caffè”, dal “Conciliatore al “Corriere della Sera”, a “la Repubblica”, da Vincenzo Cuoco ad Alberto Moravia, da Silvio Pellico a Silvio Berlusconi, dalla comunicazione mancata alla radio, al cinema, alla televisione, dalle prime fabbriche alla produzione industriale, dalla società in formazione a quella dei consumi, di massa, dalla difesa dei costumi al loro rifiuto, dal valore, dalla funzione degli ideali alla loro crisi, dalla lotta per la libertà alla paura della libertà, dalla costruzione dello stato al suo sgretolamento, dall’inizio dell’Italia alla sua fine. Di quanto è avvenuto e avviene, di quanto ha fatto e fa parte della nostra storia scrive il Bartolini nel libro e soprattutto di quanto per essa sono servite Roma e Milano pur nella loro diversa maniera d’intendere e vivere a livello individuale e collettivo. Da esse è derivata in Italia la modernità anche se prima questa ha significato vantaggio, conquista e dopo svantaggio, perdita.

Divise, tuttavia, sono rimaste, contrarie si sono mostrate tranne in qualche circostanza

perché nessuna ha rinunciato a quanto, di vecchio e di nuovo, è suo proprio. Ognuna ha perseguito una sua Italia ed è stato tanto acceso il contrasto da essersi continuato fino ai nostri giorni e da aver determinato le gravi separazioni che ancora oggi esistono nella società italiana.


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