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La Letteratura Italiana nella scuola

 di Antonio Stanca

Presso l’editore Congedo di Galatina (Lecce), nella collana “Minima” diretta da Lucio Galante dell’Università del Salento (Dipartimento dei beni delle arti e della storia), è recentemente comparso il volume di Emilio Filieri, docente di Letteratura italiana all’Università di Bari e Presidente dell’A.D.I. (Sezione didattica), “Le ali di Hermes (Letteratura italiana e didattica tra regione e nazione)”. L’opera, che contiene saggi già pubblicati ed altri inediti, intende continuare e ampliare la precedente del Filieri “Letteratura e scienza tra Salento e Napoli”, Galatina, Congedo, 2002. Ne “Le ali di Hermes” l’autore, impegnato pure presso la SSIS di Lecce, vuole mostrare quanto sia importante l’insegnamento e l’apprendimento della Letteratura italiana nella nostra scuola media superiore e come esso dovrebbe avvenire. Ritorna più volte sul concetto di Letteratura, lo libera da ciò che gli sembra possa appesantirlo o ridurlo e indica tutte le potenzialità, tutti i vantaggi che ai giovani deriverebbero dallo studio letterario, tutte le possibilità di ampliamento, consolidamento delle loro conoscenze, affinamento dei loro gusti, definizione del loro carattere, formazione della loro personalità, della loro coscienza civile e sociale. Fa degli studenti della media superiore i protagonisti della nuova scuola, li sottrae ad ogni condizione di passività, di subordinazione e li mette in una di evoluzione, di crescita qualunque sia il loro stato di partenza. Il diretto contatto con i testi, antichi e moderni, della storia letteraria, italiana e straniera, rappresenta uno dei momenti più importanti di tale processo poiché fa agire gli studenti, li fa vivere insieme ai libri in una “comunità ermeneutica”, nella quale si annullano i confini tra passato e presente e il docente diviene un novello Hermes, un messaggero instancabile, una guida sempre pronta a ripartire, ricominciare, annunciare, informare, consigliare, dirigere. Nella scuola del Filieri l’insegnante d’Italiano è il più idoneo a svolgere un’operazione così estesa dal momento che con tante altre discipline la sua interagisce e più d’ogni altra riesce a soddisfare le molteplici richieste dei giovani della moderna società, dei loro ambienti, delle loro forme di comunicazione. La classe deve trasformarsi in un laboratorio sempre attivo, sempre aperto, sempre pronto a muoversi, ad accogliere le più diverse influenze, conoscenze, esperienze e valutarle, regolarle senza, tuttavia, pensare mai di farlo in maniera totale o definitiva. In tale movimento va fatta rientrare anche la cultura del territorio, va immessa nel più ampio contesto nazionale, studiata nelle sue relazioni con esso, vista come una delle sue parti dalla quale non si può prescindere. Per questo il Filieri presenta, nel libro, alcuni esempi di moduli (tematico, incontro con l’opera, genere letterario, ritratto d’autore), li correda di una documentazione minuziosa sia per i testi sia per la loro critica e li dedica ad autori salentini che nel passato, più vicino o più lontano, sono assurti ad una posizione di rilievo, hanno rappresentato un punto di riferimento, di contatto con quanto avveniva nella storia, nella cultura, nell’arte, nel costume della nazione, con gli avvenimenti e personaggi generalmente noti e ritenuti distintivi di essa. Dalla regione si giunge così alla nazione, dalla periferia al centro contribuendo anche ad allargare questo, a fargli comprendere altro, a procurargli una condizione più ampia e più mossa.

Il procedimento modulare è quello seguito dal Filieri in tale lavoro di recupero e rivalutazione della cultura del territorio salentino ed è quello da lui consigliato ai docenti per lo studio della Letteratura italiana nella scuola superiore giacché comporta, tra l’altro, il rapporto diretto con i testi molto proficuo per l’istruzione e formazione degli alunni. A conclusione del suo volume e seguendo tale direzione il Filieri indica alcune delle più riuscite storie-antologie di questi ultimi anni e ne auspica l’inserimento in ogni scuola. Sono opere di noti studiosi che hanno fatto dell’insegnamento modulare il loro obiettivo principale e che il Filieri ad esse si riferisca dimostra che quella dei moduli oltre che una sua proposta è una tendenza diffusa e convalidata, della quale “Le ali di Hermes” costituisce un attestato da tener sempre presente per l’esemplarità dei contenuti, la ricchezza dei documenti e la chiarezza espositiva.


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