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Un successo che continua

 di Antonio Stanca

 

In America è stato pubblicato nel 2007, in Italia nel 2008 dalla Piemme e di nuovo a Giugno del 2009 nella Serie Oro pure della Piemme con la traduzione di Valentina Daniele: si tratta de “Le amiche del venerdì sera”, il lungo romanzo d’esordio della trentasettenne scrittrice americana Kate Jacobs. Da due anni l’opera è ai primi posti nella classifica del “New York Times” ed è ormai divenuta un bestseller internazionale. Tra l’altro sarà tratto un film prodotto e interpretato da Julia Roberts.

La Jacobs intanto ha pubblicato un secondo romanzo “Le sorprese del venerdì sera”, nel quale le vicende del primo sono continuate con altri sviluppi ed altre situazioni e  immaginate che avvengano dopo cinque anni. Anche quest’opera è comparsa in Italia edita dalla Piemme nel 2009 ma ancora sulla prima è concentrata l’attenzione del pubblico e della critica dal momento che raramente si verifica che al suo esordio un autore abbia tanto successo e diventi una voce importante nel panorama mondiale.

La Jacobs è nata in Canada nel 1973, si è laureata in giornalismo, ha iniziato a scrivere per alcune riviste femminili di New York, ha intrattenuto molte amicizie a Manhattan, ora vive col marito a Los Angeles dove lavora come giornalista e coltiva la sua passione per la scrittura e il tricot.

Dal gruppo di amiche conosciute a Manhattan e dal lavoro a maglia appreso dalla nonna le è venuta l’idea del romanzo. Questo è ambientato a New York e più precisamente a Manhattan dove la scrittrice colloca un negozio di filati gestito da Georgia Walker con la collaborazione di amiche, Anita, che è pure sua confidente, Peri, K.C., Lucie e Darwin, alle quali si unirà più tardi Cat, sua vecchia compagna di studi. Ognuna di queste, compresa Georgia, è reduce da una vicenda complicata e delle loro storie si sa nel corso della narrazione. Saranno le donne a raccontarle, a parlarne tra loro soprattutto quando gli incontri diventeranno più sistematici, più regolari, quando, cioè, decideranno di ritrovarsi nei locali della maglieria ogni venerdì sera per continuare il proprio lavoro, per esercitarsi in nuove tecniche, per migliorare i prodotti. Allora si confideranno, si confesseranno, ricorderanno, penseranno ed intanto creeranno indumenti di lana di ogni genere, misura, forma, colore, che nel negozio saranno venduti insieme ai filati. All’inizio i loro incontri erano stati quasi casuali ma, guidate da Georgia, avevano saputo darsi delle regole, degli orari, si erano assunte degli impegni precisi, avevano trovato il modo per stare insieme e lavorare. Ora il negozio è noto ed i suoi prodotti sono sempre più richiesti. E’ una conferma delle qualità della proprietaria, Georgia, che a trentacinque anni vede compensata la sua capacità di applicarsi pur nelle difficoltà. A ventitrè anni era stata abbandonata insieme alla sua bambina, Dakota, dal padre di questa. Ora Dakota ha dodici anni e Georgia da sola, prima del negozio, è riuscita a provvedere ad ogni suo bisogno, alla sua istruzione, alla sua vita. Quelle delle altre donne sono pure storie difficili, di matrimoni falliti, di separazioni, di vedovanze, di studi non terminati, di figli lontani, di gestazioni interrotte, di altre continuate, sempre storie di donne sole in una città che non finisce mai come la New York dei nostri giorni con pochi spazi, con scarse possibilità per chi non è inserito nel suo interminabile, inarrestabile movimento. Erano donne escluse da tanto rumore e il negozio di Georgia ha offerto loro il modo per conoscersi, per dire dei propri bisogni, per diventare amiche. E’ divenuto il contesto nel quale sono tornate a vivere, a valere. Come per Georgia anche per le altre ora tutto è diverso, hanno recuperato le forze, sono rientrate in quella vita che avevano smarrito, hanno scoperto di avere delle qualità, che queste provenivano dal passato, che con loro si continuavano e che erano l’unico modo per essere vere, autentiche. Hanno ritrovato le proprie origini umili, modeste, in esse si sono riconosciute e si sono assunte il dovere di continuare quella lezione perché valida ora più di prima essendo diventati malvagi i tempi, gli ambienti, i modi. Le loro pene le hanno fatte incontrare, sono diventate la loro amicizia, il lavoro a maglia le ha unite, è diventato il loro bene e questo hanno opposto al male che avevano subito.

E’ il messaggio che viene dal libro, è il suo significato principale: serve sempre, specie nelle disgrazie, avere degli scopi poiché da questi verranno altri e poi altri ancora!

Animate dal bene scoperto quelle donne torneranno a muoversi, affronteranno nuove, impreviste circostanze: dopo molti anni di assenza Georgia si vedrà cercata dall’uomo che l’aveva abbandonata, dalla compagna che l’aveva ingannata ed anche per le altre ci saranno novità, sorprese. Intricata come un grosso gomitolo di lana è la vita e così il romanzo che immenso sarà per le situazioni che della vita contiene, capace di rappresentarle nei loro infiniti risvolti, compreso quello della morte, e sempre facile perché sempre vero, sempre scorrevole.

Un’immagine reale, completa della moderna America è “Le amiche del venerdì sera”, un quadro imponente, un’opera che ha ottenuto significati alti pur con mezzi minimi di contenuto e di forma, che è riuscita a dire molto pur rimanendo fino alla fine un semplice racconto di vita.

Qui la spiegazione del suo prolungato successo.


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