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Alla ricerca della vita

di Antonio Stanca

Il terzo titolo de “La biblioteca di Repubblica – L’espresso”, impegnata nella recente nuova collana Noir italiano in undici volumi, è stato “Un giorno dopo l’altro”, thriller di Carlo Lucarelli comparso nel 2000 per i tipi della Einaudi e risultato, insieme ai precedenti “Lupo mannaro” (1994) e “Almost Blue” (1997), tra le maggiori opere dello scrittore, tra quelle che gli hanno permesso di superare i confini nazionali. Lucarelli è nato a Parma nel 1960 e nel 1990 ha esordito con “Carta bianca” rivelandosi un esponente di rilievo della nuova corrente Noir che in quegli anni si andava affermando in Italia. Varia si è mostrata, in seguito, la sua attività, niente le è rimasto escluso, dalla radio al cinema, al teatro, alla televisione, ai fumetti, ai videoclip Lucarelli ha sempre cercato di essere vicino al pubblico, di riuscire popolare, di fare delle sue opere occasioni di riflessione su quanto avviene nella vita, sulle contraddizioni di questa, sui problemi individuali e sociali, sulle possibilità di una loro soluzione. Umano, morale è il motivo che lo muove e tale è il fine che si propone di raggiungere. Con Lucarelli siamo di fronte all’autore che s’immerge nella vita, la osserva, la registra nei suoi aspetti pericolosi, dato il genere della sua opera, ma non rimane solamente con essi, pensa pure che sia possibile rimediarvi, nel buio più pauroso intravede la possibilità di una luce. I suoi thriller sono duri, feroci, spietati ma non perdono di vista i momenti di semplicità, intimità che pur tra banditi possono esserci poiché uomini anche loro, anche loro capaci di sentimenti. E’ una scoperta quella che Lucarelli compie, è un messaggio quello che persegue, è la rivelazione che tra il male del mondo ci può essere il bene e perché una simile verità giunga a tutti molti, diversi sono i modi dei quali si serve. Nella scrittura egli è facile, chiaro, i periodi sono brevi, rapidi come i pensieri, le azioni dei suoi commissari di polizia, a volte assomigliano ai loro verbali, procedono per schemi, e generalmente riflettono il movimento che porta l’indagine poliziesca a spostarsi velocemente tra persone, vicende, situazioni lontane nel tempo e nello spazio ed altre vicine, imminenti, flagranti: una condizione di “suspense” che dura fino alla fine della narrazione!

In “Un giorno dopo l’altro”, titolo preso da una delle più note canzoni del cantautore Luigi Tenco, morto suicida nel 1967, la condizione d’inutilità, di spreco della vita che “scorre sempre uguale”, lo stato di malessere vissuto dal giovane Alex sulle tracce di Tenco s’intreccia, in maniera indiretta, col giallo dell’opera. Anche di problemi psicologici, filosofici, esistenziali si dice, quindi, in una storia di cruenti, selvaggi omicidi compiuti da un uomo a cominciare da quando aveva dieci anni perché molto ha sofferto durante l’infanzia a causa degli altri e così crede di vincere su di essi, di uscire dal silenzio al quale l’avevano condannato. Accanto a questa vicenda centrale presentata nei modi veri, autentici, immediati con i quali avviene c’è posto per altro nel libro del Lucarelli anche se un posto ridotto, quello che la sua scrittura può permettere data la rapidità con la quale procede. Essa passa tra tante, infinite situazioni, poco si sofferma ma più volte vi ritorna. Insieme al gesto crudele di chi uccide, insieme ai sospetti, ai dubbi, ai collegamenti, alle ipotesi di chi indaga, Lucarelli mostra pure gli ambienti di provenienza dei suoi personaggi, i loro rapporti privati e pubblici, le loro famiglie, i loro affetti, la loro condizione morale. Così risale alla storia, alla vita dei loro luoghi, di una parte del nostro Paese (l’ambientazione preferita è in Emilia Romagna) fino a quelle dell’intera nazione, ne offre un quadro veloce, sintetico al quale aggiunge sempre nuove parti. Nel personaggio principale, in questo romanzo l’ispettore capo Grazia Negro, figura comparsa la prima volta in “Lupo mannaro”, l’operazione del Lucarelli riesce meglio perché maggiori sono il tempo e lo spazio ad esso dedicati. Grazia percorre tutta l’opera, di lei si saprà che non è solo l’agente di polizia deciso, spietato ma anche la donna debole, fragile, dolce, quella che giunge a confondersi, unirsi con l’uomo che insegue, con l’assassino, e di questi si scoprirà che di fronte a lei è capace di attenzioni, di sentimenti. Dietro l’ispettore la donna, dietro il criminale l’uomo: con la Negro Lucarelli ha creato le sue storie migliori poiché è riuscito di più in quel che perseguiva, cercare la vita tramite il thriller, estendere l’ambito oltre il “caso” da indagare, inserire questo nella società, nella storia, fare del criminale e della polizia due elementi, due aspetti naturali della vita.


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