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Tra regola ed eccezione
(Scrittori oggi)

di Antonio Stanca

Un esempio moderno, attuale di Bildungsroman (“romanzo di formazione”) può essere considerato il recente  “Tra di noi il silenzio” (Edizioni Internazionali Beta) di Elisabetta Mori, pugliese d’origine e toscana d’adozione. Più volte riconosciuta e premiata per la sua produzione in prosa e in versi, la Mori si mostra ora impegnata in una narrazione volta a rappresentare le particolari vicende vissute, dall’infanzia all’adolescenza all’età adulta, da Maria Sole, quanto di negativo le è occorso ed ha frenato il regolare sviluppo delle sue capacità e inclinazioni nonché la realizzazione dei suoi propositi, il suo desiderio di una vita attiva e felice. Faticoso è risultato il suo rapporto con la realtà, difficile l’inserimento in essa, continuo il bisogno  di ripiegare in sé, di ridurre tutto a problemi e conflitti personali: sono questi elementi a fare del romanzo della Mori il modello  aggiornato di un genere letterario tradizionale e a distinguerlo in un contesto come il contemporaneo dove tanta narrativa, smarrita una vera motivazione, si ripete nel tentativo di suscitare interesse tramite il ricorso ad effetti speciali di contenuto o di forma.

Riducono, tuttavia, l’estendibilità del messaggio contenuto dall’opera della Mori la presentazione  della protagonista come di un caso specifico di malattia nervosa, la ricerca della terapia adeguata, la finale sua attribuzione a cause organiche e la definitiva guarigione. Aver voluto spiegare e risolvere scientificamente lo stato di Maria Sole  ha diminuito l’ampiezza di significato che avrebbe ottenuto se fatto risalire soltanto alla particolarità di un animo, di un sentimento che si confrontano  con una vita, un tempo diversi da loro, che non vi si adattano  e accettano di rimanere nel conflitto. In tal modo la figura di Maria Sole avrebbe superato i confini propri e della propria vicenda per acquistare il più esteso valore di simbolo di una condizione spirituale. Nonostante questo e quasi a sua compensazione interviene, nella Mori, una scrittura capace di procedere con scioltezza e di saper costruire con facilità contenuti articolati. La storia di Maria Sole, che si svolge alcuni anni addietro tra paesi e città del Meridione e del Centro d’Italia, non rimane limitata a lei ed alle persone ed ambienti immediatamente vicini poiché si dispone ai più diversi sviluppi. Maria Sole risulta sempre centrale ma molti sono i luoghi, i tempi, i personaggi, gli eventi a lei collegati e tra loro sapientemente combinati. Il romanzo è un intreccio che si snoda con facilità e chiarezza e che coinvolge il lettore dal momento che lo introduce in situazioni sempre nuove, lo incuriosisce, lo sorprende. Sono tante le persone, famigliari, amici, compagni di studio, di lavoro, di affetti, tanti i luoghi, casa, scuola, strada, ufficio, città, campagna, della narrazione che già dalle prime pagine  essa risulta percorsa da un movimento inarrestabile,  ampliato dalla continua attenzione della scrittrice a rilevare, di ogni personaggio o situazione, gli aspetti, i caratteri più intimi, più veri. In un contesto così vasto il difficile rapporto tra Maria Sole e la madre, a lungo sospettato come la causa del malessere della figlia, diviene un motivo tra i tanti che percorrono l’opera senza farle smarrire la direzione perseguita e rivelandola un esempio di scrittura d’autore. Di quella, cioè, che non rinuncia a dire della storia, della vita di tutti e in queste, senza frattura, inserisce  quelle del singolo, che riesce a far scorrere insieme la regola e l’eccezione, che mostra ancora oggi come essere scrittori.


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