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Favole d’oggi
(Un esempio da notare)

di Antonio Stanca

Di una favola, anche se piuttosto lunga, si può dire a proposito de “I fuochi di Beppe Bra” (ed. Alberti & C. Editori) scritto qualche anno fa da Maria Amalia Orsini, vivente a Novara, premiata in molti concorsi letterari per poesia e narrativa inedite ed autrice del recente romanzo “La pensione” (ed. Pendragon). Qui la Orsini  presenta una figura di donna che, impossibilitata a pensionarsi, riscopre nell’ambiente di lavoro, la scuola, interessi e valori tali da farle superare quello stato di apatia che il passare degli anni e il ripetersi delle situazioni le hanno procurato. Una storia, che può essere vera, viene trasformata in un romanzo dal contenuto sapientemente costruito e dallo stile curato.

 Ne “I fuochi di Beppe Bra” a risaltare subito sono la scorrevolezza del linguaggio e la sua capacità di coinvolgere il lettore, di renderlo partecipe. Il tema, a differenza del suddetto romanzo, è più adatto ai ragazzi: molta semplicità, molta fantasia, molta immaginazione caratterizzano queste pagine e le rendono suggestive, affascinanti. Leggendo, per tutto il tratto iniziale, ci si sente trasferiti in una dimensione fatta di piccole cose, di eventi comuni, quotidiani, che attraggono perché sentiti molto vicini, familiari e perché presentati in una forma facile e chiara. L’attrazione diviene maggiore quando, insieme a Beppe Bra, il bambino protagonista, e Oscar Bellorecchio, il suo barboncino nero, si giunge a situazioni irreali, apparizioni, eventi soprannaturali, inspiegabili che trasformano il racconto in una favola, gli procurano altri significati. Tramite le misteriose comparse del “nonno notturno” e dei “fuochi”, grazie alla loro figura ed opera la scrittura della Orsini trascende la realtà fino ad allora rappresentata poiché mostra di perseguire quegli ideali di vita, di pensiero, d’azione che, ai nostri giorni, sembravano finiti per sempre, scomparsi.  Quanto di sentimentale, di spirituale i tempi moderni, i loro usi e costumi, i mass-media, il diffuso materialismo, hanno ormai annullato, risorge nelle “visioni” di Beppe Bra, s’identifica con le sue convinzioni ed aspirazioni, gli conferma la validità di queste pur in un mondo divenuto diverso se non opposto e gli dimostra la possibilità di un loro recupero e successo. I pensieri, i sentimenti di Beppe Bra hanno preso corpo, forma nel “nonno” e  nei “fuochi” e lo hanno invitato a continuare nella loro via, incoraggiato, rafforzato nel loro esempio.

Notevole è il valore didattico dell’opera, importante il suo messaggio per i lettori giovani ai quali è rivolta!

Ma non c’è solo questo!

Vale anche la maniera con la quale la Orsini è riuscita a coniugare, nella narrazione, la verità con l’invenzione, a combinare l’impegno con la fantasia, la realtà con l’idea, l’immediato con il trascendente. Dalla storia è giunta all’arte e lo ha fatto riprendendo un genere letterario della tradizione, rinnovandolo, rendendolo attuale: molto è stato compiuto con poco!


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