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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Oltre i confini

di Antonio Stanca

Lo scorso Aprile, nella ricorrenza del primo centenario della nascita, erano stati assegnati dal comune di Taurisano, in provincia di Lecce, la Targa d’Argento e l’Attestato di civica benemerenza a Francesco Politi, insigne studioso, poeta, promotore e mediatore di cultura, traduttore, cattedratico. Era nato a Taurisano nel 1907 ed era morto a Roma nel 2002.

A Novembre è comparso, per i tipi di Editrice Salentina, Galatina (Le), e come supplemento al numero 11/12 del mensile di politica, cultura, attualità “Presenza taurisanese”, il volume “In Memoria” di Francesco Politi. E’ un libro di ricordi della sua vita ed opera, contiene interventi di studiosi di alto livello quali Mario Marti e Donato Valli dell’Università di Lecce, Titus Heydenreich dell’Università di Erlangen-Nürnberg, dei figli del Politi, Marco e Alessandro, e di Gigi Montonato, direttore di “Presenza taurisanese”, concittadino del Politi e suo collaboratore in alcune operazioni culturali. Nel suo intervento il Montonato si sofferma sui tratti biografici del Politi, la famiglia, la casa, le strade, i luoghi della sua nascita e dei suoi primi anni, la sua vasta e varia attività culturale avvenuta in Italia e all’estero, la sua produzione pur’essa estesa e di diverso genere. Marti e Valli esaminano sue traduzioni poetiche e ne offrono esempi significativi mentre Heydenreich ritorna sul periodo trascorso dal Politi a Monaco di Baviera, sul lavoro allora svolto e finalizzato anche, come altre volte in altre località straniere, a scoprire quanto potesse avvicinare, collegare, unire la cultura e letteratura del posto con le nostre. I figli ne tracciano la figura privata, intima sicché completo esce il Politi da queste pagine, ripercorso, ricostruito nella vita e nell’opera, mostrato in un processo nel quale esse si combinano in continuazione e senza interruzioni. Un processo sempre pronto a ripartire fosse per uno studio richiesto dalle attività del Politi docente di Lingua e letteratura italiana in Università straniere o direttore d’Istituti italiani di cultura all’estero, Romania, Austria, Germania, fosse per opere di traduzione di autori antichi e moderni, soprattutto poeti, o per proprie composizioni in versi, fosse per gli altri impegni di docente di Lingua e letteratura tedesca svolti presso le Università di Bologna, Bari e Lecce una volta rientrato in Italia intorno agli anni ’60. Politi aveva insegnato anche nella scuola italiana, a Torino, Roma, Bressanone, sia prima di espatriare sia al rientro definitivo e prima dell’incarico nelle nostre Università. Molte, diverse sono state le direzioni verso le quali la sua cultura, il suo spirito si sono rivolti, di azione, di pensiero, di arte essi si sono nutriti, ampio, esteso è stato il campo cercato dalle loro espressioni. A tale estensione aveva aspirato il Politi adolescente, giovane, come documenta Montonato nella ricostruzione della sua vita. Tramite la professione, la poesia e il lavoro di promozione e mediazione culturale, letteraria, artistica, aveva cercato, poi, di realizzare quelle aspirazioni, di soddisfare pensieri e sentimenti che non conoscevano confini, di ritrovarli, riconoscerli nei luoghi più lontani, nei tempi più diversi, nelle opere dei loro autori. Così si spiegano le sue “traduzioni libere” nelle quali a quei pensieri, a quei sentimenti tendeva a ridurre quanto gli giungeva dall’esterno, alla sua interiorità riportare gli autori tradotti, alla sua condizione la loro. E siccome per sua condizione non aveva mai smesso d’intendere quella che gli era pervenuta dall’ambiente dove era nato e cresciuto, il Sud d’Italia, il Salento, Taurisano, ad essa, ai suoi aspetti, alla sua lingua richiamava quell’esterno. Da qui il Politi che ricorre spesso all’uso del dialetto, che in dialetto traduce tanta poesia italiana e straniera. I suoi luoghi, la sua lingua partecipavano, così, di quell’estensione da lui sempre cercata. Tramite un suo cittadino Taurisano entrava a far parte di una storia più grande e giusto è stato quanto fatto per riconoscerlo.


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