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Un ritorno funesto
(I problemi della prima prova)

di Antonio Stanca

Della scrittrice serba Natasha Radojcic-Kane è appena stato pubblicato, da Adelphi, il suo primo romanzo “Ritorno a casa”. Era apparso, in inglese, l’anno scorso negli Stati Uniti dove la Kane, trentasettenne, vive da tempo.

E’ una storia ambientata nei territori della ex-Jugoslavia dopo la recente guerra civile e narra di un reduce di questa, il soldato musulmano Halid, che torna da Sarajevo al suo paese, in Bosnia, con una ferita alla spalla in via di guarigione ed una consistente somma di denaro. L’ha sottratta ad una ragazza bellissima, figlia del suo colonnello, che usava farsi vedere da lui ed dagli altri militari in trincea mentre camminava, rapida e sicura, tra i campi minati. Una volta Halid era stato svegliato dal rumore dei suoi passi e, confuso, aveva sparato in quella direzione e l’aveva uccisa credendo fosse un nemico. Poi, avvicinatosi, l’aveva riconosciuta, si era addolorato per l’errore e nel rimuoverla, accortosi del denaro che aveva addosso, se n’era impadronito. Insieme a lui anche la notizia di questa triste vicenda è giunta in paese portata dai suoi compagni d’armi e se per un verso Halid è ritenuto dalla sua comunità un eroe perché si è saputo pure che ha combattuto valorosamente contro i nemici per un altro è considerato un assassino e un predatore. Col tempo sarà questa seconda opinione pubblica a prevalere e aggravarsi poichè Halid perderà al gioco quanto gli era rimasto del bottino di guerra e che sarebbe dovuto servire a riscattare, come promesso, la condizione della donna amata e del bambino da lei avuto. Anche d’inganno, di menzogna sarà, quindi, ritenuto da tutti colpevole e come l’accusa pure la morte sarà pubblica: verrà accoltellato da amici divenuti i suoi giustizieri sotto gli sguardi e tra le urla dell’intera popolazione del posto che li spinge a farlo.

Della vita, passata e presente, di Halid il lettore saprà per gradi,  gli si svelerà attraverso le circostanze vissute, le persone da lui incontrate una volta tornato in paese. Sembrerà di assistere ad una rivelazione sempre in corso, alla quale si aggiungono continue novità e sorprese. La maniera avvince chi legge anche per lo stile paratattico usato dalla scrittrice che rende l’atmosfera continuamente tesa.

Oltre all’abilità stilistica va segnalata la possibilità offerta dalla Kane al lettore di conoscere in modo quanto mai particolareggiato gli usi ed i costumi di una zona del centro-Europa che, pur contigua a territori altamente civilizzati e progrediti, è ancora immersa in uno stato di sì grave arretratezza, in una così diffusa condizione di povertà, miseria, morte, in un clima di violenza e ferocia tale da far pensare ai primordi della storia dell’uomo. Un luogo d’incontro, la ex-Jugoslavia, tra tradizioni, culture, religioni diverse, tra Occidente ed Oriente, antico e nuovo, e per questo luogo di gravi contraddizioni, interminabili contrasti e pochi autori sono riusciti finora a rappresentarla in maniera così vera ed autentica come ha fatto la Kane. La lettura del suo romanzo si trasforma in una scoperta continua che affascina pur se inorridisce dal momento che svela una vita primitiva che si svolge ai  nostri tempi. Qui l’interesse per il libro che ha molto del documento, del diario e che si può dire riuscito soprattutto in tal senso mentre riguardo ai significati rimane debole.

Non si spiega come in un ambiente dove si vive di rapina, frode, violenza, malvagità, mostruosità, si possa giungere alla condanna ed esecuzione pubblica per un errore commesso lontano dal posto o per una perdita al gioco, non si  capisce come improvvisamente emergano dei principi validi per tutti quando ognuno vive dei propri, perchè due eventi casuali provochino tanta avversione e la madre di Halid compaia solo alla fine per consolarlo dei suoi affanni passati e presenti.

Molte sono le suggestioni che hanno agito sulla scrittrice, dalla sacra rappresentazione alla tragedia greca, all’epica, alla mitologia ma incerto è rimasto il suo tentativo di combinarle in una narrazione moderna ed i suoi meriti rimangono quelli dello stile e della qualità documentaria.


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