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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Anche la politica educa

di Antonio Stanca

Di recente è stato ristampato da Einaudi il breve volume “Un viaggio inutile” (o la politica come educazione sentimentale) di Rossana Rossanda, giornalista, scrittrice e traduttrice. Nata a Pola nel 1924 è stata impegnata fin da giovane in attività politiche di sinistra e poi di estrema sinistra. In tali ambiti ha ricoperto incarichi importanti e svolto funzioni di rilievo. Si è fatta notare anche per il suo lavoro di scrittura giornalistica, saggistica, narrativa, per opere tra le quali rientra “Un viaggio inutile”, comparso la prima volta nel 1981e relativo al viaggio effettuato in Spagna dalla Rossanda nel 1962 per conto del Partito comunista italiano. E’ un libro di ricordi, come l’autrice chiarisce nella prefazione, un libro dove essa ricostruisce, a distanza di tempo, quanto aveva visto, fatto, sentito in quella Spagna dove era andata per sapere delle forze di opposizione al regime totalitario di Franco. La sua era stata una missione segreta durante la quale avrebbe dovuto contattare gli esponenti principali del movimento comunista spagnolo, verificare le condizioni del Partito e collaborare per la preparazione di un’azione decisiva contro la Spagna franchista che ormai accusava dei chiari problemi. Delusa rimarrà la Rossanda dei contatti poiché scoprirà divisi, separati quegli esponenti, li troverà ognuno con una propria posizione ed aspirazione, con un proprio programma e nessuno fiducioso nelle capacità del Partito, in una sua operazione unitaria e definitiva. Dovrà, inoltre, constatare con grave rammarico che il cambiamento, il passaggio in Spagna sarebbero avvenuti diversamente da altri fascismi europei, cioè senza grossi rivolgimenti. Si sarebbe trattato solo di alcune modifiche del regime esistente.

“Inutile” le si rivelerà, alla fine, il “viaggio” compiuto tra alcune delle più importanti città spagnole, dove erano avvenuti quei contatti e, tuttavia, non rinuncerà a ritenerlo valido, lo considererà un momento della sua formazione, lo vedrà importante per la sua “educazione sentimentale”, si sentirà più matura dopo di esso. Il fervore, l’entusiasmo, con i quali sempre ed anche allora aveva fatto politica, avevano subito una delusione ma pure questa era servita, era stata per lei un insegnamento, le aveva fatto capire che ci possono essere delle situazioni strane, inspiegabili, che non sempre né ovunque gli stessi problemi vengono affrontati allo stesso modo. In verità era stata questa constatazione a muoverla a scrivere nel 1981 di un’esperienza avuta vent’anni prima. Lo aveva fatto per dire quanto le era giovata. Non come una ricostruzione o un diario di viaggio si presenta, infatti, l’opera ma come un lungo racconto, un’estesa confessione dei pensieri, dei sentimenti che la Rossanda aveva avvertito durante quei giorni in Spagna. E a renderla tale contribuisce anche lo stile. Rapido, essenziale, a volte irregolare ma sempre vicino, aderente a lei, ai pur minimi movimenti del suo spirito, alla sua più recondita intimità, ai tantissimi modi con i quali le circostanze esterne si riflettono nella sua anima.


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