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Tra verità e fantasia

di Antonio Stanca

Recentemente il poeta e scrittore Carlo Stasi, di Acquarica del Capo (Lecce),  docente di Lingua e Letteratura Inglese presso il Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce, ha svolto un ennesimo lavoro. E’ la raccolta di racconti intitolata “Leucàsia e le Due Sorelle” (Storie e leggende del Salento). E’ stata pubblicata dall’editore Mancarella di Cavallino (Lecce) con una prefazione di Giovanni Invitto, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione presso l’Università del Salento.

Stasi era già noto al pubblico per sue opere di poesia e  narrativa, per i suoi disegni, la sua poesia visiva, la sua presenza in mostre, su quotidiani e riviste, per un impegno che si mantiene sempre desto e che ha fatto della terra pugliese, dei suoi luoghi ed in particolare di quelli intorno al Capo di Leuca, il motivo centrale degli interessi letterari ed artistici dell’autore. Stavolta, in “Leucàsia e le Due sorelle”, ad essere raccontate, anche tramite versi e disegni, sono situazioni immaginarie, leggendarie, mitiche, che fanno parte della passata cultura popolare salentina e che lo Stasi recupera, amplia, costruisce meglio servendosi di notizie, studi circa personaggi ed eventi effettivamente esistiti e avvenuti. Non solo un’opera di fantasia ma anche di verità sono i racconti. Le note che li accompagnano derivano da consultazioni, ricerche condotte dall’autore e costituiscono un documento. Vere e da favola sono le narrazioni, di passato, vicino e lontano, trattano, elementi di riconoscimento offrono alla lingua, alla vita, alla società, alla cultura, alla religione, alla storia del Meridione italiano. Lo mostrano inserito in una serie di rapporti con le vecchie dominazioni, con paesi stranieri, popoli vicini, in un movimento del quale si stava perdendo ogni traccia. A questa ampiezza giunge lo Stasi partendo dal particolare di una leggenda o di un costume.

Leggendo l’opera si ha modo di capire fin dove risale, quanto è stata lontana, nel Sud d’Italia, la nascita di quelle credenze che hanno contribuito a formare le tradizioni del luogo, quanto è difficile distinguere tra verità e fantasia, mitologia, superstizione, devozione. In questa dimensione ambigua si è svolta tanta vita del Meridione italiano ed in particolare di quello Salentino e questa linea sospesa vuole interpretare ed esprimere lo Stasi, la vuole ricostruire prima che s’interrompa completamente, prima che diventi invisibile a causa dei tempi moderni.

E’ un fenomeno iniziato da quando è comparsa quella cultura di massa che avrebbe annullato ogni distanza e differenza. Per paura che avvenga lo scrittore intende restituire al Salento la sua identità. La sirena Leucàsia che soffre e muore per l’amore non corrisposto da Melisso, il frantoio dell’oro che si svela essere quello dell’olio, l’organo più antico di Puglia, la Pila di Pompignano, le sorelle Maria e Marina che sognano il mare e per esso muoiono, sono leggende che l’autore ha raccolto al fine di salvare tradizioni, ambienti, costumi, linguaggi in via d’estinzione e gli unici utili a distinguere certi posti. Più completa è risultata l’operazione dal momento che altri elementi lo Stasi aggiunge alle sue favole, vere sono per certi aspetti.

 


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