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Surrealismo quale modernità
(dalla Francia alla vita)

di Antonio Stanca

 

A Londra, alla Tate Modern, è in corso una grandissima mostra dal titolo "Surrealism, Desire Unbound" ("Surrealismo, il desiderio senza limiti").Comprende circa cinquecento pezzi tra opere di pittura, scultura, fotografia ed oggetti vari, ha in programma conferenze di noti studiosi, dibattiti, proiezioni filmiche e si propone di evidenziare il valore e la funzione che il movimento surrealista ha avuto nella storia della cultura e dell’arte europee e mondiali.

Sorto in Francia intorno al 1920 per opera dello scrittore - poeta André Breton, autore di tre manifesti surrealisti, esso perseguiva la liberazione, in arte, delle energie della mente, del corpo, dello spirito dai legami della ragione, della coscienza, la loro espressione svincolata da quanto per secoli si era venuto consolidando nella storia, nella cultura, nella vita, dalle regole, cioè, di ogni tradizione. A muovere i surrealisti in questa direzione erano state, tra l’altro, le rivelazioni della psicanalisi di Sigmund Freud sull’inconscio, sul sogno, sulla memoria, sul ricordo, su quanto nell’uomo avviene di là dal controllo razionale e sull’importanza che queste attività rivestono per la vita individuale, collettiva, sociale. Quel che Freud aveva elaborato col rigore dell’uomo di scienza, del ricercatore ora tanti autori applicavano con la libertà dell’arte giungendo alle più strane, sorprendenti, assurde realizzazioni. All’attività artistica si offriva il terreno dell’inconscio umano così aperto, esteso, smisurato per quanto avrebbe potuto contenere, per come sarebbe potuto essere usato.

Per l’artista significava acquisire la possibilità d’immaginare, inventare senza riguardo alcuno, di procedere per segni, per simboli, d’inoltrarsi tra gli istinti primari dell’uomo, tra la sua segreta, inesplorata interiorità, di abbandonarsi al sogno, alla visione, al mistero, all’ipnosi, all’automatismo, alla follia, a forze irrazionali ed incontrollabili, di sentirsi rinnovato, potenziato nel corpo e nella mente e sollecitato verso esperienze ed espressioni mai possibili prima.

Al Breton si associeranno altri scrittori e poeti quali Aragon, Soupault, Eluard e dal 1919, anno di fondazione della rivista "Littérature", al 1924, "Primo manifesto del surrealismo", fino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale il movimento registrerà i suoi fervori più accesi, conoscerà la sua massima affermazione. Supererà, quindi, i confini nazionali, coinvolgerà altri autori, francesi e stranieri, e non solo letterati ma anche pittori (Picasso, Dalì, Ernst, Mirò, De Chirico), drammaturghi (Artaud), registi (Clair, Bunuel), fotografi (Ray). Raggiungerà un’estensione ed un’applicazione imprevedibili per un movimento d’avanguardia letteraria, avrà altri manifesti ma giungeranno pure i tempi delle polemiche interne, delle separazioni tra i suoi componenti e, tuttavia, non si potrà mai ritenerlo definitivamente concluso.

Come ogni movimento culturale aveva avuto una gestazione lunga che può essere fatta risalire agli autori del simbolismo e decadentismo francesi di fine Ottocento, Mallarmé, Apollinaire, Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, alla loro ricerca, in arte, del lirismo assoluto, della "parola simbolo della profondità dell’anima", della "magia verbale", della "poesia pura". Con loro era iniziato quel processo d’interiorizzazione dell’espressione artistica che sarebbe stato continuato dal movimento dadaista, sorto a Zurigo nel 1916 ed ampiamente propagatosi, e che sarebbe sfociato nel surrealismo. Qui avrebbe avuto la sua codificazione ed un’ulteriore propagazione nonché una continuazione mai interrotta. Si pensi a quante tracce surrealiste possono essere rinvenute nel nostro crepuscolarismo, futurismo, ermetismo e nelle più moderne correnti letterarie ed artistiche di altri paesi d’Europa e del mondo. Ancora oggi la letteratura, la pittura, la scultura, il teatro, il cinema, l’arte risentono della lezione surrealista: se a spiegare un’espressione, un’immagine, una scena apparentemente incomprensibile si è ormai soliti ricorrere alla ricerca di significati o motivazioni interiori, vuol dire che il loro autore, tramite esse, ha inteso mostrare quanto avveniva nel profondo suo o del suo personaggio. Col surrealismo quella dell’anima diviene una realtà permanente e definitiva nella storia della cultura, della letteratura, dell’arte e il linguaggio che la esprime diviene libero nel suo procedere.

Si potrebbe parlare di una vera e propria rivoluzione visto che il suo portato è stato acquisito in maniera stabile quasi si trattasse del completamento di un sistema, della rivelazione che mancava. Il messaggio surrealista subirà modifiche, alterazioni, adattamenti secondo i tempi, gli ambienti, gli autori e, tuttavia, diverrà costitutivo della modernità se si pensa che molti linguaggi di questa, e non solo gli artistici, usano ormai immagini, segni, simboli che alludono a realtà diverse, nascoste, che per essere capiti richiedono di procedere per collegamenti segreti, per intuizioni, di andare oltre l’evidenza proprio come davanti ad un quadro di Dalì o ad una scena di Bunuel.

Da quella della Francia del primo ‘900 ad ogni cultura contemporanea, dall’esperienza di pochi iniziati ad un’atmosfera ormai diffusa, dall’arte alla vita. Quale altra estensione si sarebbe potuta prevedere per un movimento letterario!


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