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Vivere del corpo
(Non solo emancipazione)

di Antonio Stanca

In un recente intervento sul settimanale “L’espresso” Claudio Rinaldi cerca di spiegare i motivi che hanno portato in Italia all’attuale moda femminile dell’”ombelico scoperto”. Non ne vede volgarità, non malcostume dal momento, dice, che anche donne famose nel mondo dello spettacolo o dello sport vi hanno aderito. La spiegazione, quindi, starebbe nel bisogno, per la donna italiana, di  mostrarsi emancipata, superiore a pregiudizi e tabù. E’ stato così, secondo Rinaldi, pure negli anni ’60 con la “minigonna” e un po’ dopo con i “capelloni” anche se riconosce che dietro questi ultimi agivano idee d’insofferenza verso il passato, propositi di contestazione, partecipavano di un’ideologia allora diffusa.

Piuttosto sommaria sembra l’analisi del Rinaldi perché mette in relazione la moltitudine delle nostre giovani donne, soprattutto ragazze, che oggi hanno scoperto l’ombelico con personaggi femminili affermati, noti senza rilevare che mentre per questi l’azione ubbidisce alla moda che corre e non ha significati particolari, per le altre deriva da bisogni veri e persegue obiettivi precisi. Ed ancora in superficie rimane il Rinaldi nel suo esame quando associa la moda della “minigonna” con questa dell’”ombelico” dal momento che non tiene conto che se allora, negli anni ’60, la donna voleva mostrarsi emancipata ora di emancipazione c’è tanta. Sono altri, pertanto, i moventi di quest’ultima moda, sono da cercare nella generale crisi dei valori interiori che ha investito, in particolar modo il mondo occidentale, facendogli disperdere quanto sinora si era inteso per anima o spirito. Di conseguenza molto importanti sono divenuti i valori esteriori, quelli della materia, del corpo. E mentre per i primi non era possibile, non serviva mostrarli, bastava sentirli, per i secondi è richiesta, come per ogni esterno, la visione, l’esposizione. E’, quindi, questa recente moda femminile uno degli aspetti di tale celebrazione della materia, di tale esaltazione delle qualità del corpo alle quali ormai tanto si chiede poiché tanto ci si affida. Non solo le donne giovani, pertanto, sono interessate al fenomeno ma anche gli uomini giovani hanno fatto del corpo e di ciò che gli appartiene, vestiti e addobbi di ogni genere e forma, la loro unica fede. Al corpo si chiede di piacere e soltanto dei piaceri del corpo si gode, dei piaceri del gusto, dell’olfatto, della vista, dell’udito, del tatto, di tutte le sensazioni che dal corpo possono derivare. Questo spiega come le immagini, la musica, la velocità, il sesso, la droga siano diventati tanto importanti per i giovani d’oggi.

Va ancora osservato che a differenza delle qualità dell’anima che uniscono e permettono di ritrovarsi pur a distanza poiché sempre e ovunque uguali, quelle del corpo separano dal momento che sono diverse, cambiano pur tra uno e l’altro e tali sono volute. C’è, infatti, competizione per chi è migliore, più capace, più bello, si aspira a diventarlo. Personaggi di primo piano, protagonisti hanno fatto credere a tutti di essere o di poterlo essere i mezzi di comunicazione di massa ed, in particolare, la televisione da quando i suoi programmi hanno accolto tutto ciò che succede e tutti i modi di pensare e fare. Non c’è più differenza tra chi segue e chi fa spettacolo, tra pubblico e interpreti di programmi televisivi e, quindi, tra i modi di mostrarsi, parlare, fare, vestirsi, muoversi dell’uno e degli altri. Si è giunti ormai a credere che personaggio possa essere chiunque, a non distinguere tra dentro e fuori lo schermo.             Questo atteggiamento, unito all’altro del culto del corpo, ha fatto del protagonismo, del divismo uno degli aspetti della modernità e tra questi rientra la suddetta moda dell’”ombelico nudo”.

Con esso le donne più giovani non si sentono solo belle ma anche famose, non comuni ma eccezionali. Nient’altro c’è, per loro, oltre il corpo, di esso vivono, rivendicano i diritti come della loro ragione principale, ad esso ubbidiscono, a nessuno dei suoi richiami resistono. Uno degli ultimi è stata questa moda ma altri ne verranno ché infinito è il numero dei modi possibili per chi vuole soprattutto apparire.


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