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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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Promemoria per un rilancio delle iniziative educative trasversali e interistituzionali *

 

di Luciano Corradini

 

Iniziative di adulti in debito con le nuove generazioni, nell’ultimo trentennio

 

Sono rintracciabili, nell’ultimo trentennio di storia della scuola, alcune iniziative educative promettenti, che però non hanno ottenuto i risultati che era lecito attendersi, per la discontinuità delle politiche giovanili e per le mancate sinergie fra diversi soggetti istituzionali, titolari di poteri potenzialmente convergenti. Le ricordo, in ordine cronologico.

 

1) Nel 1975, Anno internazionale dei Giovani, fu lanciato e gestito, da parte del ministro Franca Falcucci, un Progetto Giovani. Proponeva i temi della partecipazione e della salute. Affidato ai provveditorati, si concluse alla fine dell’anno, al Quirinale.

 

2) Nel 1988 la Camera dei Deputati  decise l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla condizione giovanile, allo scopo di accertare "le cause generali e le specifiche motivazioni di disagio sociale e culturale relativamente alla condizione giovanile".

 

La Commissione, presieduta dal deputato Nicola Savino, doveva occuparsi dei giovani  in rapporto a diversi ambiti e problemi di vita: essi riguardavano la famiglia, la scuola, il lavoro, la salute e lo sport, le tossicodipendenze, la sessualità, la cultura, l'associazionismo, la giustizia, gli obblighi di leva, le istituzioni, la condizione maschile e femminile e la religione.

La Commissione doveva per legge “suggerire al Parlamento le iniziative legislative ordinarie e costituzionali che, in conseguenza delle indagini svolte, risultino idonee ad assicurare una più adeguata tutela dei diritti e degli interessi dei giovani nello spirito degli articoli 2, 3, 4, 30, 31, 32, 33, 34,35, 36, 37 della Costituzione".

Non molto è stato fatto, nonostante il grande materiale raccolto e le indicazioni talora puntuali della Commissione, che si avvalse di un comitato scientifico di cui ci scrive ha fatto parte. Nel presentare alla Camera la relazione conclusiva, approvata il 21 marzo 1991, la Commissione invocava "segni visibili di cambiamento per un passaggio da una cultura di tipo espropriativo a quella del protagonismo dei soggetti". E precisava in questi termini tale duro giudizio: "E' proprio il non considerare il/la giovane soggetto di diritti che porta poi ad un approccio politico legislativo di carattere emergenziale e contingente, con conseguenti soluzioni più di controllo sociale o "repressive" che di accompagnamento ed accoglienza per il soggetto o di prevenzione nel senso più ampio possibile del termine."

Sono così colti, in sintesi, al termine di due anni d'intenso lavoro scientifico e politico, d'incontri e di visite, i dati essenziali di una questione che in questo stesso periodo è stata affrontata in sede internazionale.

 

3) Nel 1989 fu varata dall’Assemblea dell’ONU la Convenzione internazionale dei diritti del minore, approvata nel nostro paese il 27.5.1991. Si tratta di un documento rilevante, che fra l’altro ha suggerito di intensificare le iniziative volte a facilitare l’esercizio dei diritti dei giovani e a svilupparne il protagonismo.

 

4) Nello stesso 1989 fu rilanciato il Progetto Giovani da parte del ministro Galloni, in prospettiva triennale, prima con la sigla PG ’92, poi ’93, e infine 2000, in relazione al processo di costruzione europea. Si stabiliva una connessione fra la prevenzione delle tossicodipendenze e poi dell’AIDS, l’educazione alla salute e la prospettiva della partecipazione, dal livello scolastico a quello europeo, secondo gli slogan: Star bene con se stessi in un mondo che stia meglio; star bene con gli altri, nella propria cultura, in dialogo con le altre culture; star bene nelle istituzioni, in un’Europa che conduca verso il mondo.

Il ministro Mattarella rilanciò e consolidò, sul piano metodologico un’iniziativa pluriennale parsa un poco avventurosa. Successivamente, parlando a Vienna nell’ambito del Consiglio d’Europa, il ministro Misasi poté presentare il modello italiano di “declinazione civica” dell’educazione alla salute. Ci fu l’aggancio con la problematica della cittadinanza, anche su proposta italiana. Lo stesso Misasi firmò una circolare sul Progetto Ragazzi 2000, per i ragazzi della scuola elementare e della media.

 

5) Nel 1990 il dpr. 309/1990 fornì base giuridica e contributi finanziari al Progetto Giovani 93, affermando fra l’altro che "Il Ministero della PI promuove e coordina le attività di educazione alla salute e di informazione sui danni derivanti dall'alcolismo, dal tabagismo, dall'uso delle sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché dalle patologie correlate" (art. 85). Ora queste norme sono nel TU Dpr 16.4.1994, n. 297, art. 326

Identità personale, solidarietà, protagonismo sono le categorie guida di queste iniziative, che ogni scuola è invitata a predisporre in attuazione della legge 309/’90, potendo concorrere al finanziamento previsto, attraverso progetti da presentarsi ai provveditorati agli studi. Si è trattato, fin dal 1991, di  anticipazione della logica dei Pei (progetti educativi d'istituto) e della relativa "Carta dei servizi scolastici".  Sono i precursori dei POF e dell’autonomia scolastica.

 

6) Nel 1991 si tiene dall’11 al 13 luglio la prima (e finora unica) Sessione della “Conferenza nazionale permanente su “La cultura della legalità”, con esordio in Vaticano l’8 luglio per una specifica udienza concessa da Giovanni Paolo II al ministro Vincenzo Scotti promotore della Conferenza, e alla delegazione da lui presieduta. La sessione, svoltasi al Centro Conferenze Internazionali di Viale del Vignola, con la partecipazione del Presidente della Repubblica Cossiga, relazioni di base di tre eminenti giuristi, intenso lavoro di nove sottocommissioni, discorsi conclusivi dei presidenti della Camera Iotti e del Senato Spadolini, era stata progettata e gestita dal Ministero dell’Interno e preparata da incontri di rappresentanti sia delle istituzioni (tra cui il CNPI), sia delle comunità religiose, sia degli organismi di volontariato. Facendo eco ad un discorso del Papa a Napoli, Scotti aveva ritenuto di doversi occupare non solo di repressione, per la difesa dell'ordine pubblico, ma anche di prevenzione, ossia di elaborazione di una cultura della legalità, che consentisse di considerare la legge come un bene da coltivare e da far crescere, non già come la scorza incartapecorita di una società reazionaria. Gli Atti sono pubblicati dotto il titolo La cultura della legalità dalla Tipografia Direzione centrale della polizia criminale nel febbraio 1992.

 

7) Nello stesso 1991 la Commissione Giustizia e Pace della CEI pubblica il documento "Educare alla legalità. Per una cultura  della legalità  nel nostro Paese".

 

La legalità ha acquisito così un rilievo autonomo, nella cultura civile, nella pastorale e ben presto anche nella pedagogia scolastica, a cui ha dato un contributo la CM 25-10-1993 n. 302, intitolata "Educare alla legalità", che ha identificato un'altra emergenza cui la scuola per parte sua è chiamata a far fronte: quella costituita "dal fenomeno mafioso e dalle altre   forme di criminalità  organizzata". Si mette in luce in tal modo un tratto finora trascurato  della formazione  etico-socio- civico-politica.

 

8) Nel 1993 si tiene la 1° Conferenza nazionale studenti Progetto Giovani ’93, alla Domus Pacis. Partecipano 400 studenti di tutte le province. Slogan: "Essere scuola, non esserci solo dentro".

 

9) Nel 1994, nella Conferenza nazionale studenti del Progetto Giovani, tenutasi a Strasburgo, si è avanzata la proposta, accettata dal Consiglio d’Europa, di fare dell’educazione alla cittadinanza un obiettivo-valore europeo. Si è parlato anche di incontri europei di studenti secondari da realizzarsi nel luglio di ogni anno, per confrontare i rispettivi “statuti degli studenti” e per ricavarne idee da sviluppare nei rispettivi paesi.

 

10) Nel 1995 la CM 11.10.1995 n. 325 collega la lotta al disagio, radice di molti guai, alla lotta alla droga, alla dispersione scolastica e, in positivo, alla promozione della salute e del successo scolastico, all’educazione al teatro, alla lettura, al giornalismo, accompagnando, con indicazioni metodologiche la distribuzione alle scuole secondarie del mensile Studenti &C, mensile del Ministero della Pubblica Istruzione e viceversa, che, stampato dal Poligrafico, a cura del Provveditorato generale dello Stato, nella logica della Carta dei servizi scolastici, uscì per 7 numeri, dal novembre 1995 al giugno 1996. I CIC, Centri di informazione e consulenza previsti dalla legge antidroga, sono interpretati anche come “Centri d’innovazione creativa”. Sono strutture presto burocratizzate o lasciate cadere, talora cresciute come nuclei di animazione della scuola, come possibili “cellule staminali” delle scuole autonome.

 

11) Nel 1996 il Rapporto di Jacques Delors all’UNESCO (Nell’educazione un tesoro) presenta come compiti-funzioni irrinunciabili, anche per la scuola, l’insegnare a “imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme, imparare ad essere. Si tratta di “quattro pilastri” dell’educazione: due riguardano il conoscere e il fare, due riguardano l’essere e il vivere insieme. I secondi sono più difficili da realizzare nella scuola, e perciò più a rischio di rituali richiami e di abbandono. Sono perciò bisognosi di sostegno istituzionale specifico, non solo della PI.

 

12) Ancora nel 1996 due direttive Lombardi si fanno carico sia della messa a punto delle idee, portando a sintesi le “educazioni” su cui in tempi diversi si sono esercitati diversi organismi internazionali e diversi ministri (dir. 8-2-1966 n.58, su "nuove dimensioni formative,'educazione civica e  cultura costituzionale"), sia della predisposizione di strumenti normativi, offrendo agli studenti e alle scuole uno spazio di agibilità e una base organizzativa (dir 133/1996, divenuta dpr 10-10-1996 n.567 sulle iniziative complementari e le attività integrative, che prevede anche i comitati e le consulte provinciali degli studenti,). Queste consulte soffrono però di scarsa alimentazione, sia sul piano delle idee, sia sul piano del supporto logistico, tecnico e amministrativo.

 

13) Nel 1998 viene varato da Berlinguer lo  Statuto delle studentesse e degli studenti (dpr 24.6.1998, n. 246), alla cui stesura hanno partecipato anche i rappresentanti di associazioni e gruppi politici studenteschi. L’avvio del processo si può rintracciare nella pronuncia del CNPI su questo tema (seduta del 15.2.1993)

 

13) Nello stesso 1998 si sperimenta “Ragazzi in Aula”: l’idea è lanciata dalla Presidenza della Camera dei Deputati per gli studenti, invitati a dibattere problemi ritenuti rilevanti, per un confronto coi deputati o addirittura per fornire idee all’attività legislativa. Purtroppo non ha saputo approfittarne il Ministero della PI, per inserire nelle iniziative dell’intero anno scolastico per tutti gli studenti l’opportunità di prepararsi per partecipare alla seduta parlamentare, in cui la proposta più votata dagli studenti sarebbe stata assunta dal Parlamento medesimo.

 

Nella scorsa legislatura (2001-2006) le esperienze indicate sono state sviluppate in parte, nell’ambito della nuova Direzione generale per lo status dello studente e per lo sport, attiva presso il MIUR. Il Comitato tecnico scientifico per la lotta alle tossicodipendenze non è stato riconvocato dal Ministero della PI, come previsto dalla legge 309. Alcune manifestazioni sono riuscite, alcune idee vanno raccolte e continuate: per esempio l’istituzione della giornata della legalità può dare i suoi frutti, se si riuscirà a collocarla in un tempo idoneo a maturare conoscenze e esperienze utili. Anche a questo potrebbero lavorare le consulte studentesche, sia quella nazionale, sia le provinciali. Occorrerà alimentarle e monitorarle in modo più consistente.

 

Per chi abbia seguito le vicende del mondo giovanile, un filo rosso si può riconoscere negli interventi di questi anni, soprattutto nell'ambito dell'istruzione, sicché si può pensare che il puzzle di una politica per i giovani sia in via di allestimento, sia pure con distrazioni, sovrapposizioni, dimenticanze.

 

Significativo è il nuovo Ministero per i giovani e lo sport, che dà la massima rilevanza istituzionale ad una problematica affrontata, a partire dagli anni ’90, in seno alla direzione generale per lo status dello studente e per lo sport del MIUR.

 

Prospettive di rilancio del Progetto Giovani, in un nuovo contesto istituzionale

 

Ricordando le esperienze degli ultimi 30 anni e cercando di portarle ad unità, in un contesto istituzionale coerente e sinergico, si potrebbe pensare ad un Progetto Cittadini 2000  o a qualcosa di simile

 

La sua legittimazione si trova nelle norme e nelle iniziative anche istituzionali citate sopra, in particolare in quelle relative all’autonomia scolastica (dpr 275/1999), all’educazione alla salute, allo statuto degli studenti, al dpr 567 sulle attività complementari e integrative più volte arricchito, al forum delle associazioni studentesche, istituito con dpr e, per quanto riguarda i contenuti educativi, alla legge delega 53/2003 e all’educazione alla convivenza civile (articolata in educazione alla cittadinanza, all’ambiente, alla circolazione stradale, alla salute, all’alimentazione, all’affettività).

 

La sua assunzione, in termini di strategia e di organizzazione, potrebbe  avvenire attraverso la concertazione di un certo numero di ministeri: della PI, dell’Interno, dei Giovani, della Salute, della Famiglia, nell’ambito della Presidenza del Consiglio. Ci sarebbe in tal modo un centro propulsore di coordinamento, in rapporto con la Presidenza della Camera, che potrebbe dare respiro e risonanza all’iniziativa “Ragazzi in aula”.

Al nucleo di programmazione centrale potrebbero corrispondere dei nuclei locali, intorno a prefetture, Tribunali, CSA, ASL, enti locali.

Si potrebbe operare nell’ambito del Comitati esistenti, o istituirne dei nuovi, attraverso atti della Presidenza e dei singoli Ministeri.

Come si vede, si tratta di appunti che servono a richiamare alla mente singole iniziative, talora riuscite, anche se con grande difficoltà e con evidente discontinuità. Avere in mente una vasta gamma di temi non significa pretendere di svilupparli tutti per tutte le sedi. (10, 2006)

* Pubblicato  sulla Rivista La scuola e l’uomo, n. 10, ottobre /2006

 


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