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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
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PROGRAMMAZIONE DIDATTICA MODULARE: RAGIONI, PROCEDURE, PROSPETTIVE

Schema della relazione dell’isp. Umberto Tenuta

 

CONTESTO:

Dal POF della Scuola Media MANZONI DI BARLETTA:

<<In tutte le nuove generazioni scolastiche, compresa la fascia dagli 11 ai 14 anni, è evidente il venir meno della motivazione dell'agire scolastico. Ma, se non è possibile dare un senso a ciò che si fa a scuola - non solo in relazione al progetto culturale e professionale ma anche ad una identità esistenziale - il processo formativo rischia di essere improduttivo se non impossibile.

Rendere la scuola pienamente democratica significa riconoscere come dato di fatto esistente la molteplicità delle diversità: delle personalità, delle esperienze pregresse, delle intelligenze, degli stili cognitivi. Certo, ce ne accorgevamo anche prima. Ma abbiamo continuato a rispondere a questa diversità con il curricolo rigido costringendo tutte le diversità in un unico percorso formativo. E quando non riuscivamo a far entrare tutti in questo imbuto, le nostre risposte sono state: "non si impegna", "non ce la fa", "a poche capacità".

Abbiamo portato avanti un "sapere medio" per un alunno medio che non esisteva escludendo con motivazioni diverse sia gli svantaggiati che gli eccellenti.

Le risposte estreme che potevamo dare erano ripetenze o promozioni nominali. Meno ripetenze davamo più aumentavano le promozioni nominali e più aumentava l'analfabetizzazione di ritorno.

Ma ripetenze e promozioni sono due facce di una stessa medaglia: il giudizio relativo ad una anno scolastico è globale, non dà conto delle competenze acquisite o non acquisite dagli alunni e finisce per essere, invece, un giudizio sulla persona.

La bocciatura è solo raramente l'atto iniziale di un recupero, sia pure lento e dispendioso, delle competenze non acquisite nell'anno precedente; più spesso la bocciatura si rivela l'avvio di un processo di espulsione dal sistema scolastico - e in effetti il numero dei ripetenti risulta sempre inferiore a quello dei bocciati.

La coperta è corta e da qualunque parte la tiriamo lasceremo sempre scoperto qualcosa. Ci serve una coperta elastica per sviluppare in tutti i ragazzi una cultura di base la più alta possibile per tutti e che consenta a ciascuno di avere il massimo possibile.

Ci serve un curricolo flessibile che al suo interno adotti la progettazione per moduli e un sistema di valutazione fondato sul sistema dei crediti e dei debiti formativi così che siano possibili soluzioni differenziate per singole competenze e quindi percorsi formativi anch'essi differenziati>>.

 

MODULO

Modulo deriva dal latino modus (misura) ed assume, tra l’altro, i due significati di:

 

1)    MISURA: da cui modulare, nel senso di adeguare a qualcosa o a qualcuno

 

·                    Dizionario Garzanti: <<Formula prestabilita secondo la quale devono essere redatti certi documenti… (arch.) misura o forma in base alla quale viene calcolata o modellata una struttura complessa…unità di misura delle acque di irrigazione; la portata media annua di un torrente… (fis.) parametro caratteristico, coefficiente: modulo di elasticità ' parametro e misura caratteristica degli ingranaggi; rapporto fra il diametro della circonferenza primitiva di una ruota dentata e il numero dei denti…(fig.) modello, canone: i moduli del gusto classico… in numismatica, diametro di una moneta…>>

 

2)   PARTE COMPONIBILE

·                    Dizionario Garzanti: <<parte di un insieme concepita come autonoma e separabile dal resto: il modulo lunare di una navicella spaziale… singolo elemento di un mobile o di un prefabbricato componibile…(inform.) parte di un programma che svolge autonomamente una funzione e che può essere scambiata con altre parti o utilizzata in altri programmi>>.

·                    Vertecchi, Dizionario di didattica, Paravia, Torino, 1999:

·                    <<MODULO Parte di un complesso organico che è stata concepita come separata o separabile e ricomponibile.  Elemento del progetto formativo e dell'organizzazione scolastica.  Nella formazione professionale il "modulo didattico" definisce un insieme strutturato di attività e di esperienze di apprendimento in cui sono ben definiti tanto le condizioni di partenza quanto gli obiettivi finali.  Per tali sue caratteristiche il modulo didattico, che generalmente presenta contenuti piuttosto omogenei tra loro, può essere facilmente inserito in percorsi formativi diversi, ma a struttura modulare. Nel progetto formativo il modulo costituisce generalmente l'elemento intermedio della struttura progettuale: il ciclo comprende uno o più moduli, il modulo a sua volta comprende una o più unità didattiche.  Nell'ordinamento della scuola elementare indica una forma dell'organizzazione scolastica>>.

Modulo come misura e modulo come elemento (parte): i due significati si integrano nella modularizzazione o personalizzazione educativa, intesa come processo di adeguamento alle caratteristiche personali mediante l’utilizzazione di elementi o parti (moduli).

Per  modulare (rendere a misura) non si può utilizzare un blocco uniforme ma singole parti (moduli) che, seppure significative, possono essere organizzate  in diverse composizioni o strutture, ciascuna adeguata a singoli alunni o gruppi di alunni.

 

SITUAZIONE QUO ANTE

C’erano i Programmi didattici, nei quali erano riportate le discipline, ciascuna  con i suoi contenuti, il suo lessico e la sua sintassi.

Il docente esponeva, presentava, spiegava, seguendo la struttura della disciplina.

I destinatari della lezione del docente, cioè gli alunni, avevano scarsa rilevanza: esistevano solo come classe, categoria astratta (scolaresca): erano sagome.

Questa è la prospettiva  della pedagogia depositaria (Freire), dell’istruzione come trasmissione di conoscenze. C’è un alunno con le sue strutture mentali, preformate, che deve essere dotato di conoscenze: l’alunno è già intelligente (“capace”,  “più o meno dotato”), è già motivato (“meritevole”). (Si nasce intelligenti)

La prospettiva cambia, se pensiamo che non si nasce predeterminati, preformati, programmati (non si nasce intelligenti), ma che la formazione della personalità  si attua anche attraverso l’educazione (“intelligenti si diventa”), attraverso le interazioni  delle potenzialità (“possibilità”) genetiche con le stimolazioni ambientali (emotivo-affettive, socioculturali…).

Ala scuola dell’istruzione si sostituisce la scuola della formazione di base.

Una formazione che comincia nella famiglia, che si attua nella scuola dell’infanzia (istituzione educativa estremamente significativa, essenziale, fondante, da non intendere come scuola della socializzazione, ma come scuola formativa), che si continua nella scuola elementare ed anche nella scuola media.

In tale nuova prospettiva, anche la scuola media è scuola formativa.

Scuola della piena formazione (<<pieno sviluppo della persona umana>>): formazione intesa come promozione  dell’acquisizione degli atteggiamenti, delle capacità e delle conoscenze essenziali [1] .

Il referente non è più la disciplina, ma è l’alunno che si forma, l’alunno che acquisisce atteggiamenti, capacità e conoscenze essenziali (<<obiettivi formativi e competenze>>, <<obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>> …).

In tale prospettiva,, all’uniformità delle discipline si sostituisce la singolarità delle persone umane.

Ogni alunno è singolare, unico, irripetibile.

Non più la scolaresca ma i singoli alunni: Mario, Filippo, Angela, Stefania, Maria, Isidoro…

La fotografia a colori degli alunni [2] della classe e della scuola.

L’unicità dei singoli alunni: ogni alunno è unico, irripetibile, singolare, anche se universale: individua substantia rationalis naturae

 

Persona-lità

 

Formazione dell’uomo, del cittadino  e del lavoratore

Ma nel rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali (Orientamento)

In tale prospettiva, l’educazione non può che essere educazione personalizzata (“scuola su misura”): individualizzazione dell’insegnamento [3]

Cioè flessibile [4] ,  modulata, modulare

 

COME?

·       Individuare moduli ¾parti significative¾ sul piano formativo (atteggiamenti e capacità) e sul piano conoscitivo (conoscenze)

·       Costruire con questi moduli i percorsi formativi dei singoli alunni (Piani educativi personalizzati) della classe, della scuola e della rete di scuole.

 

 

Piani educativi personalizzati

 



[2] In merito cfr.: Umberto Tenuta, Fotografie a colori dei nostri alunni in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

[3] UMBERTO TENUTA, Individualizzazione – Autonomia e flessibilità dell’azione educativa e didattica, La Scuola, Brescia, 1998.
[4] UMBERTO TENUTA, La flessibilità nella scuola dell’autonomia, ANICIA, ROMA, (in corso di pubblicazione)

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