La collaborazione è l’anima del rinnovamento

 

Nella cultura aziendale avanzata è piuttosto diffusa la consuetudine di prendere in esame, attraverso varie forme di consultazione (incoraggiate), le proposte migliorative dei processi organizzativi, gestionali, produttivi, ecc., provenienti dai lavoratori non appartenenti ai quadri dirigenziali.

Tale abitudine consente un rapporto più stretto ed efficace tra chi opera/esegue e chi pianifica/dispone, con effetti che spesso risultano decisamente positivi per gli esiti finali e per la produttività dell’azienda.

Si dirà – forse – che il sistema-scuola è troppo complesso perché ciò avvenga anche al suo interno ma immaginiamo che ciò, negli ultimi tempi, sia avvenuto anche al Ministero della Pubblica Istruzione e chiediamoci:

a. Quale ineffabile usciere bisogna ringraziare per aver consentito l’ingresso nella scuola dell’idea che nel corso dei mesi estivi i dirigenti scolastici e i suoi collaboratori d’ufficio trovassero sommamente lieto e appagante sacrificare ferie, pomeriggi (e serate) nel tentativo (sempre facilmente e perfettamente riuscito!) di immettere i dati al sistema per rispettare le scadenze fissate;

b. Quale impagabile guardarobiere ha potuto credere che per dare lustro alla figura del dirigente scolastico fosse indispensabile fargli indossare i panni del deus ex machina, avviluppandolo nell’incommensurabile soddisfazione di inventarsi criteri al fine di eludere le graduatorie per gli incarichi;

c. Quale incomparabile cuoco ha avuto la creatività di approntare un piatto come il D.L. 255/2001 i cui ingredienti hanno dato vita ad un impasto di richiami e rimandi normativi e di scadenze operative il cui sapore finale è un inno all’acidità e i cui effetti sono degni di una ricerca sulle cause della gastrite;

d. A quale impareggiabile e sagace assistente (tecnico?) bisogna rivolgere la propria gratitudine per aver ideato quella formidabile architettura organizzativa basata sull’equazione:

+ competenze delegate alle scuole – personale di segreteria = maggiore efficienza

Che anche nella scuola ci fosse qualche monumento all’ignoto da edificare era cosa intuita da tempo (se non altro per omaggiare gli apprezzabili intenti cabarettistici dell’ "Io volevo collaborare") ma un dubbio si fa prepotentemente strada: e se presso il Ministero della P.I. non fosse data l’opportunità, a chi non appartiene ai massimi livelli, di proporre cambiamenti migliorativi?

Ma no, è un dubbio infondato! Bisogna avere fede nelle capacità degli umili. Occorre aspettare, magari ricordando Totò e il suo "Vediamo questo stupido dove vuole arrivare", convincendosi – come sostiene qualcuno – che le organizzazioni sono come una cloaca in cui i pezzi grossi vengono sempre a galla.

Francesco Stefani
(dirigente scolastico)


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