Prima Pagina
Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

Ricerca

 

TECNOLOGIE MULTIMEDIALI:
UN Più EFFICACE IMPIEGO NELLA DIDATTICA DISCIPLINARE

Umberto Tenuta

LE TECNOLOGIE MULTIMEDIALI NELLA DIDATTICA

Una delle caratteristiche qualificanti della scuola dell’autonomia è il rispetto dei criteri dell’efficacia e dell’efficienza, che ne indicano la qualità [1] : la qualità della scuola non nasce e non dovrebbe essere misurata da astratti parametri organizzativi e operativi ma dall’efficacia e, nel contempo, dall’efficienza della sua azione formativa.

Innanzitutto, l’efficacia.

Il Regolamento dell’autonomia scolastica di cui al D.P.R. 275/1999 pone come primaria, fondamentale, essenziale finalità della scuola la garanzia del successo formativo a tutti gli alunni: la scuola dell’autonomia è efficace se assicura il successo formativo e se lo assicura a tutti gli alunni. Finalmente si dà attuazione all’art. 3 della Costituzione che fa obbligo alla Repubblica di <<rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>.

Il successo formativo, inteso come piena formazione della persona umana, deve essere assicurato a tutti gli alunni, e deve essere assicurato nel rispetto delle identità personali, sociali, culturali e professionali dei singoli alunni (<<le istituzioni scolastiche… riconoscono e valorizzano le diversità>>).

In tal senso, la Quota riservata degli obiettivi formativi deve essere finalizzata alla valorizzazione, non tanto delle identità locali, quanto delle identità personali dei singoli alunni, attraverso le quali peraltro si esprimono anche le identità sociali, culturali e professionali.

Precisato che la scuola è impegnata ad assicurare il successo formativo a tutti gli alunni, resta però il problema delle strategie organizzative e didattiche: come garantire a tutti gli alunni il perseguimento del successo formativo, la piena formazione della persona umana e la valorizzazione delle identità personali.

La risposta è data dallo stesso Regolamento dell’autonomia scolastica, nel quale si evidenzia con forza l’esigenza di <<esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>.

Finalmente si esce dalla retorica programmatoria ed organizzatoria e si va al cuore dei problemi della scuola [2] , che sono i problemi della didattica, dell’azione educativa e didattica che quotidianamente si svolge dentro le aule [3] .

La scuola dell’autonomia si attua se si definiscono con estrema chiarezza le sue mete formative e se ci si impegna concretamente a perseguirle attraverso il miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento.

A tal fine, occorre fare oggetto di attenta riflessione l’impostazione dell’azione educativa e didattica, perché le metodologie e le tecnologie educative e didattiche sono gli strumenti indispensabili per perseguire gli obiettivi formativi.

Quando, soprattutto con il Movimento delle “scuole nuove [4] , ci si è posti il problema dell’efficacia dell’azione didattica, l’attenzione è stata rivolta specificamente alle metodologie ed alle tecnologie educative. In particolare, quando, all’inizio del XX secolo, si è posto il problema degli alunni in situazione di handicap (allora definiti “anormali”), la soluzione fu trovata dal Decroly, dalla Montessori, della Cervellati  ecc. nell’affinamento della didattica attraverso l’impiego di idonei strumenti didattici.

Se oggi si vuole assicurare il successo formativo e lo si vuole assicurare a tutti gli alunni, evidentemente occorre puntare sulla didattica, sull’innovazione delle metodologie e delle tecnologie educative. Occorre migliorare i processi di insegnamento/apprendimento e pertanto si rende necessario impegnarsi a ricercare le migliori metodologie educative e didattiche. In tale impegno un ruolo essenziale rivestono le tecnologie educative, che spesso vengono identificate con le stesse strategie educative e didattiche.

Le Agazzi, la Montessori, il Decroly ecc. hanno ben evidenziato che il miglioramento della didattica passa attraverso gli strumenti di cui gli alunni si avvalgono.

Al riguardo, però, si deve purtroppo prendere atto che degli strumenti didattici oggi nella scuola si parla poco o niente. Non solo è mancata un’adeguata  politica del libro e delle biblioteche scolastiche [5] , ma è stato assente anche il discorso degli strumenti didattici: non un finanziamento, non una circolare sull’importanza degli strumenti didattici!

Ora c’è la retorica delle tecnologie multimediali. Tutti parlano di tecnologie multimediali ed il Ministero dell’istruzione non sembra sia stato insensibile alla nuova vogue: è stato attuato il PSTD [6] e sono in atto altre iniziative. Tuttavia, al riguardo, è appena il caso di considerare che il discorso non è quello di portare nelle scuole le tecnologie multimediali, che stanno già rischiando la stessa sorte degli audiovisivi negli anni ’60, divenuti acchiappapolvere! Il problema non è la disponibilità delle tecnologie multimediali, ma è costituito dalle finalità e dalle modalità della loro utilizzazione.

 

IL RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO   

I problemi dell’efficacia, dell’efficienza, del successo formativo, del miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento e dell’utilizzazione delle tecnologie educative sono problemi di cui deve farsi prioritariamente carico il Dirigente scolastico.

Non è possibile prevedere una separazione tra la direzione e la docenza, nel senso che i Dirigenti scolastici si occupino dell’organizzazione ed i docenti dell’azione educativa e didattica.

L’organizzazione della scuola è, deve essere, un’organizzazione formativa, un’organizzazione funzionale al successo formativo, alla piena formazione della persona umana, e quindi il Dirigente scolastico assolve pienamente alla sua mission solo nella misura in cui assicura che, non solo l’organizzazione, ma anche l’azione educativa e didattica risulti funzionale al perseguimento del successo formativo di tutti gli alunni.

In tal senso, il Dirigente scolastico deve farsi carico del miglioramento dei processi di insegnamento e di apprendimento, e quindi anche dell’impiego delle tecnologie educative.

I problemi dell’organizzazione, della didattica e delle tecnologie educative non sono separati ma interconnessi. Al centro sta la didattica, i processi educativi e didattici, che debbono risultare efficaci ed efficienti. L’azione educativa e didattica deve assicurare il perseguimento degli obiettivi formativi da parte di tutti gli alunni e deve assicurarlo con il minore dispendio di risorse.

Peraltro, tenendo presente che le finalità della scuola sono finalità essenzialmente formative, l’azione educativa e didattica deve mirare soprattutto alla formazione di competenze (<<obiettivi formativi e competenze>> ovvero <<obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni>>) [7] , in termini di capacità e di atteggiamenti [8] . Il compito della scuola non è tanto quello di fare acquisire conoscenze quanto di promuovere la formazione di capacità e di atteggiamenti (istruzione educativa).

In tale prospettiva occorre quindi privilegiare una didattica formativa, una didattica che miri, non solo alla trasmissione dei saperi, ma anche e soprattutto ai processi della loro riscoperta/ricostruzione/reinvenzione, attraverso i quali si realizza, sia l’acquisizione delle conoscenze, sia la formazione delle capacità e degli atteggiamenti. A tal fine, oggi si privilegiano il problem solving [9] ed il cooperative learning [10] .

È in tale prospettiva che va visto anche il problema dell’impiego delle tecnologie educative, comprese quelle multimediali.

Innanzitutto, occorre resistere alla forte pressione del mondo informatico che tende ad assolutizzare l’impiego delle tecnologie multimediali. Occorre invece tenere ben presente che prima e insieme al virtuale, occorre fare spazio al reale [11] , alle tecnologie educative costituite dai materiali concreti, comuni e strutturati. La scuola deve configurarsi come ambiente di apprendimento facendo largo spazio ai materiali concreti strutturati della Montessori e non strutturati delle Agazzi [12] . Poi vengono gli strumenti virtuali, le tecnologie multimediali.

Ma anche qui, occorre resistere alla tentazione di utilizzare le tecnologie multimediali ancora una volta per la trasmissione dei saperi, per fare lezione, per esporre e presentare, anziché per scoprire, costruire, inventare i saperi [13] .

Costituisce una precisa responsabilità del Dirigente scolastico che nella scuola si attui il miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento come condizione per garantire a tutti gli alunni il successo formativo, che è la ragion d’essere della scuola e quindi del Dirigente scolastico, dei docenti e del personale non docente.

L’utilizzazione delle tecnologie multimediali soprattutto da parte degli alunni nei processi di apprendimento, anziché da parte dei docenti nelle lezioni frontali, comporta una diversa organizzazione della scuola, che deve fare sempre maggiore spazio al lavoro di gruppo ed all’attrezzatura di laboratori, di laboratori multimediali: multimediali anche nel senso che, assieme ai materiali didattici virtuali, ci debbono essere anche quelli reali.

Precisato che le tecnologie multimediali, così come tutte le tecnologie educative, debbono essere utilizzate soprattutto dagli alunni nei processi di apprendimento, spetta al Dirigente scolastico rendere efficaci le risorse finanziare della scuola riservandole soprattutto alle attrezzature didattiche. Forse basterebbe un’analisi dei bilanci delle istituzioni scolastiche per rendersi conto della qualità del servizio scolastico: quali ricadute hanno avuto le uscite sull’effettiva acquisizione di competenze disciplinari e non disciplinari da parte degli alunni?

Occorre che il Dirigente scolastico miri sempre al cuore dei problemi, anche quando si tratta de utilizzare le risorse economiche che, come quelle professionali, non possono non essere destinate a garantire il successo formativo, inteso come piena formazione della persona umana dei singoli alunni.

Specificamente, per quanto attiene alle tecnologie multimediali, si pone il problema prioritario del loro impiego nella didattica disciplinare, prima che nella didattica interdisciplinare, spesso occasione di dispersione di risorse professionali e finanziarie nella dilagante produzione di CD-ROM [14] .

In tale prospettiva si pone il problema dell’efficienza delle attrezzature multimediali delle scuole, efficienza che sembra possa essere realizzata, più che attraverso l’attrezzatura di laboratori, attraverso la predisposizione di kit mobili di notebook [15] .

È ben chiaro che il processo che dai mainframes ha portato al personal computer (PC) muove ormai decisamente verso una sempre maggiore miniaturizzazione e conseguente portabilità dei PC. È in corso il superamento dei desktop e si impongono sempre più i notebook, ma già si affermano i palmtop, e se il PC indossato appare avveniristico, tuttavia la leggerezza dei notebook e la loro liberazione dai collegamenti via cavo attraverso la tecnologia wireless porta a privilegiare anche nelle scuole i kit mobili: non si spostano le classi nei laboratori multimediali, ma si spostano nelle aule i notebook, che gli alunni prelevano dal carrello per utilizzarli sui propri banchi, che così diventano “banchi a due piazze”.

Il Dirigente scolastico deve vigilare attentamente perché non si continuino a realizzare sprechi di risorse per la realizzazione di impianti fissi, ma si dia la priorità alle risorse mobili, più versatili, più efficaci, più efficienti.

È soprattutto la disponibilità dei PC nelle singole aule che può consentire agli alunni di realizzare le loro attività di apprendimento mediante i processi della ricerca/riscoperta/reinvenzione/ricostruzione (problem solving), effettuati preferibilmente attraverso il lavoro di gruppo (cooperative learning), anche a distanza (net-learning).

Le tecnologie multimediali non possono continuare a configurarsi come un optional, come una risorsa didattica straordinaria, ma debbono rappresentare uno dei normali strumenti didattici di cui gli alunni possano avvalersi, assieme ai libri, ai materiali didattici concreti, strutturati e non strutturati, alla parola dell’insegnante.

Il Dirigente scolastico non può non occuparsi anche di questi problemi, se è vero che le tecnologie educative possono contribuire ad assicurare il perseguimento degli obiettivi formativi che sono propri della scuola.

E, in tale prospettiva, pur nel rispetto delle competenze del Direttore dei servizi amministrativi, va posto anche il problema delle tecnologie multimediali nella gestione amministrativa della scuola, che deve liberare risorse amministrative a favore della gestione educativa e didattica della scuola. Se è già irrinunciabile una gestione informatizzata di tutta l’attività amministrativa e contabile della scuola, è pure irrinunciabile il discorso del sostegno amministrativo all’attività didattica, che deve essere liberata da tutti i carichi di lavoro che non abbiano carattere meramente didattico. Ci riferiamo, in particolare, alla compilazione dei registri, dei documenti di valutazione e di programmazione ecc.: è assurdo che solo nella scuola i docenti siano ancora impegnati a perdere il loro tempo per scrivere a penna i registri, le schede, le programmazioni, gli orari ecc.

Il personale amministrativo deve assicurare un supporto informatico che liberi i docenti dai lavori che non abbiano carattere didattico: i docenti debbono occuparsi solo dell’azione educativa e didattica!

In tale prospettiva, va superata l’attuale separatezza tra attività didattica ed attività amministrativa della scuola che ha portato alla creazione del Direttore dei servizi amministrativi, evento che non deve essere inteso come conferma della tradizionale separatezza, ma come occasione per realizzarne la piena integrazione: Dirigente scolastico e Direttore dei servizi amministrativi, personale docente e personale amministrativo, debbono operare unitariamente integrando le loro competenze.

In tal senso, l’informatizzazione dei servizi amministrativi, ormai ineludibile, deve servire, non tanto ad alleggerire, quanto a sgravare completamente i docenti di tutto il lavoro di carattere amministrativo che finora essi hanno svolto.

Le tecnologie multimediali utilizzate dal personale amministrativo debbono essere al servizio anche dell’attività didattica, non solo sgravando i docenti dei compiti amministrativi, ma anche per supportarne la loro specifica attività.

Inoltre, occorre fare in modo che le tecnologie multimediali siano specificamente utilizzate anche nella didattica disciplinare. Anche qui occorre superare la dicotomia che si è creata tra attività curricolari ed attività extracurricolari, tra attività disciplinari ed attività interdisciplinari.

Se, da una parte, non si avrà l’effettivo ingresso delle tecnologie multimediali nelle scuole fino a quando esse saranno utilizzate solo da alcuni docenti per le attività interdisciplinari, dall’altra, non è ulteriormente tollerabile che i docenti facciano a meno del supporto delle tecnologie multimediali nella didattica disciplinare, come purtroppo ancora oggi si verifica.

Al riguardo, è appena il caso di evidenziare che molto spesso la didattica è rimasta ferma all’età neolitica del gesso e della lavagna di ardesia.

Se è vero che l’attuale battage pubblicitario sulle tecnologie multimediali viene soprattutto dall’industria informatica, è però anche vero che la ricerca pedagogico-didattica più seria evidenzia sempre più i consistenti apporti che le tecnologie multimediali possono offrire all’efficacia dei processi di insegnamento e soprattutto di apprendimento.

Pertanto, fare in modo che le due esigenze, supporto amministrativo attraverso le tecnologie multimediali ed utilizzazione delle tecnologie multimediali nella didattica, siano soddisfatte costituisce un impegno prioritario, essenziale, ineludibile del Dirigente scolastico, nella consapevolezza che la scuola adempie alle sue finalità solo nella misura in cui attraverso il miglioramento dei processi di insegnamento/apprendimento, ottenuto anche mediante le tecnologie multimediali, assicura ai singoli alunni il successo formativo, secondo il dettato dell’art. 1 del Regolamento dell’autonomia scolastica (<<L'autonomia delle istituzioni scolastiche … si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento>>).

L’efficacia e l’efficienza della scuola si realizzano attraverso il miglioramento dei processi di insegnamento e di apprendimento e quindi anche attraverso la piena utilizzazione delle tecnologie multimediali nella didattica disciplinare.

Evidentemente costituisce un discorso a sé stante, seppure estremamente importante, anzi pregiudiziale, il problema della qualità del software didattico, che è ancora tutto da affrontare, e soprattutto il problema della formazione informatica dei docenti, che va completamente rivista nella sua impostazione e nei suoi contenuti.

Per quanto attiene  al problema del software, si deve prendere atto che purtroppo risultano ancora valide le considerazioni  che U. Eco faceva nel Documento dei Saggi (<<l'editoria multimediale produce materiale di tipo ludico, a livello di divulgazione elementare, pieno di immagini bellissime, didatticamente nullo….In America ci sono dei dischi da 30 dollari ma sono appunto delle bufale. Se nasce il banco a due piazze, gli editori si metteranno a produrre materiale a prima vista gradevole ma didatticamente insufficiente>>).

Al riguardo, è appena il caso di evidenziare che il software oggi disponibile  risulta complessivamente insufficiente soprattutto perché si muove ancora prevalentemente nella logica della didattica espositiva e non richiede l’effettivo e serio impegno degli alunni nei processi della scoperta/costruzione dei saperi, per cui risulta anche scarsamente formativo.

Anche l’e-learning  viene inteso in questa prospettiva, e non si fa  ancora largo spazio al net-learning, all’apprendimento a distanza che impegni gli alunni, non tanto nella ricerca dei documenti quanto nella loro utilizzazione per costruire, scoprire, inventare concetti, idee, teorie.

Il futuro delle tecnologie multimediali, e di Internet in genere, è costituito dal net-learning, dall’apprendimento più che dall’insegnamento attraverso le tecnologie multimediali, oggi reso agevole  dalla  possibilità di mettere a disposizione degli alunni delle singole classi un numero adeguato di notebook wireless [16] , i quali consentono ai singoli alunni  di collegarsi agevolmente in rete e di ricercare  insieme la soluzione dei loro problemi conoscitivi.

Occorre un cambiamento di prospettiva anche nell’impiego delle tecnologie multimediali.

A tal fine,  anche di recente è stato denunziato che la formazione informatica dei docenti risulta carente e inadeguata, anche dopo le iniziative di aggiornamento di cui al PSTD.

Anche nell’aggiornamento dei docenti l’attenzione è stata rivolta agli aspetti tecnici ed è mancata una seria considerazione delle problematiche metodologico-didattiche, dalle quali invece occorre muovere. I docenti debbono poter prendere atto delle possibilità di impiego delle eted  nella didattica delle singole discipline , perché solo così possono essere motivati ad acquisire anche le necessarie competenze tecniche. Si impara ad utilizzare un WP solo quando se ne comprende l’utilità nella didattica della Lingua italiana, della Storia, delle Scienze ecc.

 

Di  questi sono problemi i Dirigenti scolastici debbono farsi carico, nel loro precipuo impegno di garantire a tutti gli alunni il successo formativo, attraverso il miglioramento dei processi di insegnamento e di apprendimento, da realizzare anche mediante il pieno impiego delle tecnologie multimediali nella didattica delle singole discipline.

Restare fermi all’utilizzo del PC solo nella didattica interdisciplinare e restare ancorati all’attrezzatura dei laboratori significa non cogliere il significato che le nuovissime tecnologie educative assumono nel processo di rinnovamento della scuola.

 



[1] In merito cfr.: GRAZÏEL H., WARNET M., Il fattore qualità nella scuola del duemila, La Scuola, Brescia, 2000; SCURATI C. (a cura), Qualità allo specchio, La Scuola, Brescia, 1998; CASTOLDI M., Segnali di qualità, La Scuola, Brescia, 1998; NEGRO G., Qualità totale  a scuola, Edizioni Il Sole 24 ore, Milano, 1995; AA.VV., La qualità della scuola, in ANNALI P.I. 1-2, 1995.

[2] TENUTA U., Didattica: Cuore dell'Autonomia, IN DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

[3] Tale orientamento è sviluppato da chi scrive nella rubrica telematica DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

[4] In merito cfr.: ROMANINI L., Il movimento pedagogico all’estero (vol. I - Le idee; vol. II - Le esperienze), La Scuola, Brescia, 1955; BINI G., La pedagogia attivistica in Italia, Editori Riuniti, Roma, 1971.

[5] La recente iniziativa del Ministero relativa al “Programma per la promozione e lo sviluppo delle Biblioteche Scolastiche” di cui alla C.M. del 5 ottobre 1999, n. 228, mirava alla diffusione delle biblioteche pubbliche, più che alla creazione delle biblioteche scolastiche.

[6] Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche 1997-2000” (C.M..282 del 24 aprile 1997).

[7] Rispettivamente, art. 13 ed art. 8 del Regolamento dell’autonomia scolastica.

[8] In merito cfr.: TENUTA U., I contenuti essenziali per la formazione di base: homo patiens, habilis, sapiens, in Rivista dell’istruzione, Maggioli, Rimini, 1998, N. 5; TENUTA U.: Atteggiamenti Capacità Conoscenze; Conoscenze Capacità Atteggiamenti; Obiettivi Formativi da Raggiungere; Obiettivi Formativi e Competenze; Obiettivi Specifici di Apprendimento; Obiettivi: come districarsi?

[9] In merito al Problem solving cfr.: MOSCONI G., D'URSO V. (a cura di), La soluzione di problemi. Problem-solving, Giunti-Barbèra, Firenze, 1973; KLEINMUNTZ B.(a cura di), Problem solving Ricerche, metodi, teorie, Armando, Roma, 1976; DUNCKER K., La psicologia del pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1969; WERTEIMER M., Il pensiero produttivo, Giunti-Barbèra, Firenze, 1965; DORNER D., La soluzione dei problemi come elaborazione dell’informazione, Città Nuova, Roma, 1988. Pe la problematica dell’ermeneutica, cfr: GENNARI M., Interpretare l’educazione. Pedagogia, semiotica, ermeneutica, La Scuola, Brescia, 1992; MALAVASI P., Tra ermeneutica e pedagogia, La Nuova Italia, Firenze, 1992.

[10] In merito cfr.: Johnson, D.W. et al., Apprendimento Cooperativo in Classe, Edizioni Erickson, Trento, 1997; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., Discutendo si impara. Interazione sociale e conoscenza a scuola, NIS, Roma, 1991; PONTECORVO C. (a cura di), La condivisione della conoscenza, La Nuova Italia, Firenze, 1993; PONTECORVO C., AIELLO A.M., ZUCCERMAGLIO C., (a cura di), I contesti sociali dell’apprendimento. Acquisire conoscenze a scuola, nel lavoro, nella vita quotidiana, LED, Milano, 1995

[11] MALDONADO T., Reale e virtuale, Feltrinelli, Milano, 1998.

[12] In merito cfr.: DOMENIGHINI L., Sussidi didattici e scuola di base - Orientamenti educa­tivi e metodologici, La Scuola, Brescia, 1980; TENUTA U., L'attività educativa e didattica nella scuola elementare-Come organizzare l'ambiente educativo e di apprendimento, La Scuola, Brescia, 1989.

[13] VARISCO A.M. (a cura), Nuove tecnologie per l’apprendimento, Garamond, Roma, 1998

[14] In merito cfr.: TENUTA U., Non basta un CD-ROM, in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

[15] TENUTA U, Computer in ogni aula con i kit mobili, in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM

[16] In merito cfr.: TENUTA U.,  Tecnologie Multimediali per Apprendere, in DIDATTICA@EDSCUOLA.COM


La pagina
- Educazione&Scuola©