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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 


Polo Regionale di Ostuni

COMUNICATO STAMPA

 

Il Polo Regionale di Ostuni dell’Istituto Scientifico "Eugenio Medea" dell’Associazione "La Nostra Famiglia" e l’A.I.D.A.I. (Associazione Italiana Disturbi dell’Attenzione/Iperattività) organizzano, per il 31 gennaio e il 1° febbraio prossimi. presso la Sala Convegni dell’IRCCS E. Medea in via dei Colli in Ostuni (Br), un Congresso Internazionale dal titolo: "Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività: la complessità della valutazione diagnostica" (4° Convegno Annuale per il Bambino Disattento e Iperattivo).

Si tratta un incontro di estrema importanza su un tema molto delicato, diffuso e controverso dell’infanzia.

La "Sindrome da Disturbo dell’Attività e dell’Attenzione" (in sigla ADHD dalle iniziali della dicitura internazionale "Attention-Deficit Hyperactivity Disorder") si manifesta, infatti, nell’infanzia con notevole frequenza. I soggetti affetti sono numerosissimi in tutto il mondo. A seconda degli studi si hanno percentuali di bambini con questo disturbo in età scolare che oscillano fra il 3 e il 7 per cento.

I maschi hanno una probabilità di manifestare il disturbo almeno tripla rispetto alle femmine.

Gli schemi comportamentali tipici dell’ADHD insorgono in genere tra i 3 e i 5 anni ma possono manifestarsi anche nella tarda infanzia.

L’ADHD comporta due ordini di sintomi: disattenzione e una combinazione di comportamenti iperattivi e impulsivi.

I bambini che ne sono affetti sono tendenzialmente irrequieti, impulsivi, si muovono in continuazione, parlano tanto e spesso a sproposito, non riescono ad aspettare il loro turno in ogni occasione, non riescono a mantenere l’attenzione a lungo su varie attività compreso il gioco, si distraggono per un nonnulla, sembra non ascoltino quando gli si parla, non seguono fino in fondo le istruzioni e quindi non riescono a completare i compiti di scuola, si alzano spesso dal loro posto in aula, interrompono e disturbano gli altri compagni, etc.

Alcuni dei suddetti comportamenti si ritrovano frequentemente in un gran numero di bambini perfettamente normali. Distinguere questi da coloro che invece presentano il disturbo diventa quindi di estrema importanza per l’aiuto che si può dare a questi ultimi e alle loro famiglie.

I bambini con ADHD non riescono a controllare da soli le proprie difficoltà.

E’ stato, infatti, dimostrato che essi presentano un’alterazione del funzionamento di alcuni circuiti cerebrali (in particolare a livello frontale), presumibilmente su base genetica.

Le elevate percentuali di incidenza del disturbo sopra riportate contrastano con la rarità con cui viene fatta questa diagnosi almeno dalle parti nostre, per cui è molto probabile che questi casi siano spesso misconosciuti, con la conseguenza che il bambino non solo si trova nella condizione di vedersi negato un suo fondamentale diritto che è quello di essere curato, ma poi peggiora nei suoi comportamenti disturbanti (poiché le persone che lo circondano magari pensano che alla base di ciò vi sia cattiva volontà del bambino o che questi sia semplicemente molto viziato e così via), con il risultato di un’ulteriore emarginazione dal contesto sociale oltre che scolastico.

Stabilire delle strategie terapeutico-riabilitative che possano aiutare i piccoli pazienti a eliminare o a ridurre le difficoltà, in modo da consentire loro uno sviluppo psicologico armonico, è fondamentale.

Per dare a questi bambini la possibilità di essere adeguatamente seguiti e curati è necessario che essi siano anzitutto individuati.

È proprio la diagnosi (e la sua complessità) il tema di questo congresso.

Una diagnosi precoce del disturbo può consentire di dare ai bambini affetti da ADHD la comprensione e l’aiuto di cui hanno assoluto bisogno, per evitare l’emarginazione sociale cui spesso essi vanno incontro.

Differenziare da questi bambini quelli che sono "solo" molto vivaci e/o che hanno una labilità attentiva "fisiologica" per l’età è altrettanto importante, per evitare di medicalizzare situazioni che patologiche non sono.

Il convegno, rivolto a neuropsichiatri infantili, neurologi, pediatri, psichiatri e psicologi si avvarrà del contributo di studiosi di fama nazionale (ricercatori dell’I.R.C.C.S. "Eugenio Medea", degli Istituti di Ricerca Mario Negri di Milano e SISSA di Trieste, delle Università di Cagliari, La Sapienza di Roma, Padova, L’Aquila, Bari, Pisa) e internazionale (studiosi della Yale University USA, Silesian Medical University Polonia, King’s College Londra) che illustreranno i più recenti protocolli diagnostici per questo disturbo, scientificamente validati.

Il Ministero della Salute ha accreditato l’evento ai fini ECM (Educazione Continua in Medicina).


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