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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Cresce in modo trasversale e pervasivo il razzismo condito da stereotipi nei confronti di stranieri, ebrei e musulmani

Al di là di forme esasperate, cresce in modo trasversale e pervasivo - al nord come al sud, scavalcando anche l'intensità della pratica religiosa e l'orientamento politico, anche se più marcato nel centrodestra - il razzismo condito da stereotipi nei confronti di stranieri, ebrei e musulmani. Secondo una ricerca promossa dall'Unione delle Comunità ebraiche italiane e condotta dal Dipartimento di ricerca sociale e metodologia sociologica “Gianni Statera” presso la facoltà di Sociologia dell'Università La Sapienza su 2.200 ragazzi tra i 14 e i 18 anni di 110 Comuni italiani, per il 50,9% gli immigrati "alimentano la prostituzione", rendono "meno sicura la vita nelle nostre città" (47,8%) e "di questo passo saranno più di noi" (46,5%): una risposta che è sintomo della “sindrome dell’invasione e dell’accerchiamento”. Per il 64,9% i musulmani, "anche se sono in Italia da molti anni, sono fedeli solo al mondo islamico" e sostengono il terrorismo internazionale (52,2); il 23,8% afferma che "i primi a fare discriminazioni razziali sono gli ebrei".


Finanziata con i fondi dell’8 per mille, la ricerca è stata presentata stamani in Campidoglio dal professor Enzo Campelli, che l’ha curata e diretta, rilevando numerosi allarmi e stereotipi tra i ragazzi italiani, sia studenti che lavoratori, cristiani nella maggioranza dei casi. Per quanto riguarda gli immigrati, il 37,3% degli intervistati è convinto che portino “al degrado i nostri quartieri e i posti in cui vivono”, mentre il 32,8% afferma: “Sottraggono agli italiani case e lavoro”; per il 24,1% “inquinano le nostre tradizioni e la nostra cultura”, per il 21,2% “portano malattie”.


Passando ai pregiudizi nei confronti dei musulmani, il 56,2% del campione sostiene: “Hanno leggi crudeli e barbare”; per il 47% sono “integralisti e fanatici”, mentre il 33,2% sentenzia: “Stanno invadendo l’Italia”. Per quanto concerne gli ebrei, Campelli ha rilevato “una quota minore di antisemitismo feroce, che non ha più bisogno di assumere forme esasperate: si tratta di una piramide bassa a base larga, probabilmente analoga a quella che tocca immigrati e musulmani”. Per il 34,6% degli intervistati “il potere finanziario nel mondo è in gran parte in mano agli ebrei”, che si sentono “superiori a tutti gli altri” (22,5); secondo il 17,5% dei ragazzi interpellati “gli ebrei devono tornarsene tutti in Israele”. Secondo l’analisi del professor Campelli, occorre guardarsi anche dagli stereotipi positivi, “che alla lunga possono rivelarsi pericolosi e comunque contengono una carica di antagonismo e un modo di tenere a distanza l’altro, considerandolo diverso”. Il 62% degli intervistati afferma anche – infatti – che gli immigrati con la loro presenza “rappresentano un’occasione perché il nostro paese diventi più aperto e solidale” e danno “un grande impulso al benessere economico dell’Italia” (32,9%), arricchendo la nostra cultura (46,8). Apprezzamenti anche per la cultura musulmana “fondata su valori morali e religiosi molto profondi e significativi” (57,6%).

 

"Il RAZZISMO IN ITALIA"
Allarmi e stereotipi

Sugli ebrei

 

Area dell'accordo

Il potere finanziario nel mondo è in gran parte in mano agli ebrei

34.6%

Gli ebrei si sentono superiori a tutti gli altri

22.5%

Gli ebrei devono tornarsene tutti in Israele

17.5%

I primi a fare discriminazioni razziali sono proprio gli ebrei

23.8%

Quando si parla dello sterminio degli ebrei si esagera su quello che è davvero successo

17.4%

Non ci si può mai fidare completamente degli ebrei 

22.7%

Gli ebrei sono troppi

21.1%

Sui musulmani

Anche se sono in Italia da molti anni sono fedeli solo al mondo islamico

64.9%

Per loro le donne non contano niente

66.3%

Sono nemici del progresso

29.2%

Sostengono il terrorismo

52.2%

Hanno leggi crudeli e barbare

56.2%

Sono integralisti e fanatici 

47.0%

Stanno invadendo l'Italia

33.2%

Gli immigrati

Sottraggono agli italiani casa e lavoro

32.8%

Portano malattie

21.2%

Inquinano le nostre case

24.1%

Portano al degrado i nostri quartieri e i posti in cui vivono

37.3%

Rendono meno sicura la vita nelle nostre città

47.8%

Alimentano la prostituzione

50.9%

Di questo passo saranno più di noi

46.5%

Nota:
Campione della ricerca: 2.200 ragazzi (14-18 anni) di 110 Comuni italiani

Fonte: Ricerca "Il razzismo in Italia", Unione delle Comunità ebraiche italiane, 2003

"Il RAZZISMO IN ITALIA"
Giudizi sul multiculturalismo in Italia e atteggiamento nei confronti delle differenze culturali

Giudizi sul multiculturalismo in Italia

Favorevoli

12%

Pragmatici

22.7%

Solidali

6.6%

Colonialisti

25.1%

Paternalisti

24%

Contrari

5.7%

 

 

Atteggiamento nei confronti delle differenze culturali

Valorizzazione

43%

Accettazione pragmatica

19.2%

Limitazione

10.1%

Umanesimo antidifferenzialista

17.7%

Negazione

5.4%

Differenzialismo

4.6%

Nota:
Campione della ricerca: 2.200 ragazzi (14-18 anni) di 110 Comuni italiani

Fonte
: Ricerca "Il razzismo in Italia", Unione delle Comunità ebraiche italiane, 2003

Luzzatto (Unione Comunità Ebraiche): ''Con questi pregiudizi affrontiamo la costruzione della nuova Europa in maniera sbagliata''

 

Risultano “tiepidi” i giudizi sul multuculturalismo in Italia espressi da 2.200 ragazzi tra i 14 e i 18 anni di 110 Comuni italiani, interpellati per la ricerca “Il razzismo in Italia”, promossa dall'Unione delle Comunità ebraiche italiane e condotta dal Dipartimento di ricerca sociale e metodologia sociologica “Gianni Statera” presso la facoltà di Sociologia dell'Università La Sapienza. Illustrato oggi in Campidoglio, lo studio rileva che soltanto il 12% degli intervistati si dichiara “favorevole” al multiculturalismo, mentre il 25,1% del campione è “colonialista” (imporre la propria cultura agli stranieri), il 24% “paternalista” (sguardo compassionevole nei confronti delle altre “popolazioni sfortunate”), il 22,7% pragmatico, il 5,7% contrario e soltanto il 6,6% “solidale”.


Non emerge uno scenario più roseo dall’analisi degli atteggiamenti nei confronti delle differenze culturali: se il 43% punta alla loro “valorizzazione”, il 19,2% esprime “un’accettazione pragmatica” e per il 17,7% (classificato nella categoria dell’umanesimo antidifferenzialista) le differenze “sono un male e gli uomini dovrebbero essere tutti uguali”, spiega il sociologo Enzo Campelli, che ha condotto la ricerca. Il 10,1% del campione opta per la “limitazione”, cioè per limitare la diversità all’ambito privato, senza alcuna tutela pubblica; il 5,4% la nega, ritenendola una “cultura illegittima”, mentre il 4,6% sceglie il “differenzialismo” perché è convinto che “gli scambi contaminino, ha paura del futuro meticcio e vede la salvezza nell’isolamento, conservando la purezza di ciascun gruppo”, ha rilevato Campelli.


La scala di razzismo contenuta dalla ricerca assume contorni piuttosto preoccupanti: un ragazzo su 5 risulta razzista (il 20,8% tra i valori medio alti, il 10,8 tra i valori alti, ma il 7,8% tra quelli molto alti); nelle aree territoriali spicca il “profondo nord” (27,8%) per i valori alti di razzismo, ma in quelli medi si oscilla tra il 53 e il 60% in tutta Italia. Secondo l’orientamento politico, se i razzisti con valori alti nella scala sono presenti soprattutto nella destra (57,4%) e nel centro-destra (39,7%), tra i moderati del centro si registrano valori medi molto significativi (66,8%), rilevanti anche nel centro-sinistra (45,7%) e anche nella sinistra (38,7%). Una “strana trasversalità” emerge anche nella sfera della pratica religiosa, nota Campelli: quando l’intensità del sentimento religioso è medio-alta, risulta anche alto (23,2%) il valore del razzismo, che scende appena al 22% all’aumentare al massimo grado dell’intensità della pratica religiosa.

“Con questi strati di pregiudizi razziali affrontiamo la costruzione della nuova Europa in maniera sbagliata e pericolosa”, ha commentato Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane -. Se ci si presenta all’Europa senza una legge sulla libertà religiosa, l’esordio è negativo”. Luzzatto ha illustrato la proposta di costituire in Italia un Forum interreligioso per stabilire un codice di comportamento comune, già accolta dagli evangelici e “da una parte del mondo cattolico”, che sarà discussa al Sinodo Valdese. La piattaforma prevede “il rispetto reciproco e a non diffamare i membri delle altre religioni, il monitoraggio di questo primo punto e il lavoro all’interno della propria religione per far conoscere anche le altre: un esempio di convivenza”

 

"Il RAZZISMO IN ITALIA"
Scala di razzismo secondo 
l'intensità del sentimento e della pratica religiosa

 

Basso

Medio

Alto

Bassa intensità

36.8%

47.1%

16.1%

Intensità medio-bassa

24%

57.4%

18.6%

Intensità media

17.4%

64.1%

18.6%

Intensità medio-alta

22.2%

54.6%

23.2%

Alta intensità

21.4%

56.6%

22%

Nota:
Campione della ricerca: 2.200 ragazzi (14-18 anni) di 110 Comuni italiani

Fonte
: Ricerca "Il razzismo in Italia", Unione delle Comunità ebraiche italiane, 2003

"Il RAZZISMO IN ITALIA"
Scala di razzismo per aree territoriali

 

Basso

Medio

Alto

Profondo nord

13.9%

58.2%

27.8%

Medio nord

28.9%

55.7%

15.4%

Nord urbano

25.8%

53%

21.2%

Roma

24%

54%

22%

Italia media

27.8%

53%

19.1%

Sud urbano

35.8%

53.7%

10.6%

Medio Sud

21.5%

60.5%

18%

Profondo sud

23.2%

58.5%

18.3%

Nota:
Campione della ricerca: 2.200 ragazzi (14-18 anni) di 110 Comuni italiani

Fonte
: Ricerca "Il razzismo in Italia", Unione delle Comunità ebraiche italiane, 2003

"Il RAZZISMO IN ITALIA"
Scala di razzismo secondo l'orientamento politico

 

Basso

Medio

Alto

Sinistra

44.3%

38.7%

17%

Centro sinistra

36%

45.7%

18.3%

Centro

15.1%

66.8%

18.2%

Centro destra

8.9%

51.4%

39.7%

Destra

8.2%

34.4%

57.4%

Nota:
Campione della ricerca: 2.200 ragazzi (14-18 anni) di 110 Comuni italiani

Fonte
: Ricerca "Il razzismo in Italia", Unione delle Comunità ebraiche italiane, 2003


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