INTERVISTA ALLA RETE

QUELLI DELLA RETE MOVIMENTO PER LA DEMOCRAZIA SONO PROGRAMMI FATTI "COL CUORE".

GLI STUDENTI LAVORANO A FIANCO CON GLI INSEGNANTI. EDUCARE "IN PERDITA"

IL PROGRAMMA ELETTORALE DELLA RETE RIENTRA IN UNA BEN PIU’ AMPIA ELABORAZIONE DELLA " UNITA’ DI LAVORO NAZIONALE", CUI A FIANCO DEGLI INSEGNANTI PARTECIPANO ANCHE GLI STUDENTI ( PERCHE’ UNA VERA RIFORMA NON PUO’ ESSERE GESTITA DALL’ALTO)

IL PROGETTO SCUOLA DELLA RETE

Difesa del diritto allo studio in una scuola laica e pluralista. Innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni e potenziamento della formazione professionale di primo e secondo livello. Revisione delle norme sulle autonomie di istituto da vedere più sul piano progettuale che sul piano aziendalistico-gestionale.

Così suona alla voce "scuola", il programma approvato all’unanimità dall’Assemblea nazionale della Rete.

Come ogni programma elettorale, può sembrare arido e conciso. Tutto il contrario di come suonano le parole con cui ce lo spiega Nadia Scardeoni Palumbo.

Vive a Verona, divide le sue energie tra i corsi di "creatività" per i bambini e un’intensa attività in qualità di Coordinatrice Nazionale della Rete per il settore educazione, un settore che a partire dall’estate scorsa è stato indicato come uno dei prioritari.

Il suo maestro è Carl Rogers di Libertà nell’apprendimento, che propone un apprendimento non "dal collo in su", ma un apprendimento basato sull’esperienza, capace di destare nell’allievo interessi vitali, coinvolgendolo sul piano affettivo e stimolando il fascino della ricerca e della scoperta.

Alla Rete infatti, di politica scolastica si parla partendo dalla pedagogia ( così come in genere , si arriva alla politica in base ad un’idea "pedagogica" dell’agire sociale)

La scuola che l’unità di lavoro del movimento vuole delineare è un processo formativo basato sull’accettazione incondizionata della persona, aperto ai valori di cui ciascuno è portatore.

"Le proposte programmatiche vengono di conseguenza" ci spiega Nadia Palumbo. "Il nostro movimento è nato in una fase di grave crisi morale, politica e istituzionale, con l’obiettivo primario di difendere e sviluppare la democrazia. I temi della scuola e della cultura sono il presupposto fondamentale per l’educazione e la crescita della società, per il risveglio della coscienza civile, per una rinnovata cultura della legalità’"

 

Cosa proponete per il diritto allo studio e per la laicità e il pluralismo nella scuola?

L’innalzamento dell’obbligo ai 16 anni, con un biennio unitario. Un massimo di venti alunni per classe, e sedici quando c’è un portatore di handicap: "perché ci possa essere un vero rapporto pedagogico".

La revisione dell’autonomia di istituto, in modo che si configuri più come autonomia organizzativa e didattica che come autonomia gestionale di tipo aziendalistico. Il quadro di riferimento deve restare nazionale, per evitare che l’autonomia finanziaria e amministrativa possa dare luogo a sperequazioni incolmabili.

La formazione professionale deve cominciare solo dopo il biennio ( primo livello) e dopo la maturità (secondo livello)

Abbandono, mortalità scolastica, individualismo, emarginazione, tossicodipendenza, caduta di riferimenti valoriali sono espressioni di un disagio.

Per batterlo è però necessario dare all’istituzione scolastica non solo il massimo delle risorse possibili, ma anche un’autorevolezza culturale che le permetta di rispondere in modo costruttivo al potere ambiguo dei messaggi multimediali, alla perdita dei valori di solidarietà e legalità. Alle problematiche complesse della società multietnica, alla crisi economica.

Gli Insegnanti, questo è un punto nodale per la Rete, dovranno essere messi in grado di adempiere ai loro nuovi compiti e avere in ambito universitario una specifica formazione teorico-pratica di uno o due anni, dopo il diploma magistrale o la laurea, con funzione anche abilitante. E la scuola dovrebbe educare alla duttilità e alla autonomia del pensiero, in modo che gli studenti possano interpretare e governare i cambiamenti, "all’interno di un processo globale di educazione permanente".

 

Ci sta bene, a questo punto la domanda conclusiva: qual è la tua frase preferita?

Una citazione di Franco Pajno Ferrara, docente di neuropsichiatria infantile: educare significa lavorare in perdita.

Questo vuol dire che l’educatore riesce nel suo compito quando raggiunge l’obiettivo di diventare inutile per l’educato.

MIMMO SAMUELE


IL PROGETTO SCUOLA DELLA RETE

I temi affrontati dal "Progetto scuola" curato da Pasquale Palmeri vanno dalla dimensione organizzativa (ci deve essere flessibilità' e corrispondenza tra modelli organizzativi e progetti educativi) alla valorizzazione della diversità e della "divergenza" di alunne e alunni in quanto co-protagonisti dei processi formativi.

La professionalità docente deve essere valorizzata "integrando creatività e autonomia di ciascuno con collegialità e coordinamento del lavoro". I risultati devono essere valutati attraverso "autovalutazione" e "autoanalisi di istituto".

La riforma degli ordinamenti deve tenere conto della stretta interdipendenza di tutti gli aspetti della vita scolastica (istituzionale, culturale, didattica, relazionale) e deve essere accompagnata da "processi di innovazione sul campo e dalla sperimentazione di modelli alternativi". Negli insegnamenti disciplinari occorre integrare insegnamento e "ricerca", rinunciare alla esaustività e acquisire la consapevolezza delle categorie di cui fa uso lo storico, l'economista, il sociologo, il geografo, il naturalista, il fisico, il matematico, il linguista.

Uno spazio importante è riservato alla necessità di aprire spazi di comunicazione tra insegnanti, studenti, dirigenza e di unire corpo e mente, dire e fare

21 marzo 1994

PASQUALE PALMERI


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