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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Liquidando le culture la mondializzazione, provoca l'emergenza  delle "tribù",

dei ripiegamenti, degli etnicismi, e non la coesistenza e il dialogo

SERGE LATOUCHE

                   Siamo al centro di un triangolo i cui tre vertici sono:  Sopravvivenza, Resistenza, Dissidenza Non dobbiamo dimenticare né privilegiare nessuna di queste tre dimensioni. Prima di tutto dobbiamo sopravvivere. E' ovvio, senza ciò nessuna resistenza ne' dissidenza sarebbe possibile. Sopravvivere significa adattarsi al mondo nel quale viviamo. Sopravvivere significa adattarsi al mondo, ma non significa che dobbiamo approvarlo né aiutarlo a funzionare, al di là del necessario.Dobbiamo accettare dei compromessi nell'azione concreta e quotidiana, ma senza accettare le compromissioni nel pensiero.Già questa è una forma di resistenza. La resistenza mentale all'impresa del "lavaggio del cervello" da parte dei media e il dominio devastatore del "pensiero unico".Dunque dobbiamo resistere... se pensiamo che siamo imbarcati in una megamacchina che fila a gran velocità senza pilota e quindi condannata a fracassarsi contro un muro. Resistere significa allora, tentare di frenare, tentare di cambiare la direzione se è ancora possibile."Come", in verità nessuno lo sa.Dobbiamo anche pensare di poter lasciare il bolide e saltare al momento opportuno: è questa la dissidenza.Nei tre casi, il territorio, e il senso del limite sono molto importanti perché il patrimonio locale è la base della sopravvivenza, della resistenza e della dissidenza, così come è la sorgente del senso del limite. Se la razionalità è legata alla trilogia "ingegnere/industriale/imprenditore", e da qui alla "dismisura", Il ragionevole è legato alla trilogia "ingegnoso, industrioso, intraprendente", ed anche al territorio e perciò alla "misura", al senso del limite.Se a breve termine la strategia della sopravvivenza è la più importante, a termine medio, lo sarà la strategia della resistenza e,a lungo termine, quella della
dissidenza

 

 

Economia e Mondializzazione

 

Interlinea

Io sono un ateo. Credo, comunque, di essere attraversato dalla fede, ma non so che cosa sia la fede, in me. Io sono un ateo, un pagano che ha la fede.Credo che sia molto importante, trasmettere ai giovani una fede. Non una religione, né un modello. Per fare questo non ci sono ricette: chi possiede una fede la trasmette automaticamente a chi lo circonda, senza deciderlo.E' come una lampada che diffonde la sua luce. Il dramma della maggior parte dei giovani d'oggi è che la vita per loro non ha più "senso" perché non hanno fede. Ma non è questione di religione.

Un ossimoro rampante: sviluppo sostenibile 

Far fronte ai pericoli del mercato mondiale

Che cosa fare di fronte alla mondializzazione, alla mercificazione totale del mondo e al trionfo planetario del mercato globale? Il divario tra la vastità del problema da risolvere e la modestia dei rimedi concepibili a breve termine dipende soprattutto dalla pregnanza delle idee che conservano il sistema sulle sue basi immaginarie. Bisogna cominciare a vedere le cose in un altro modo perché possano diventare altre, perché si possano concepire delle soluzioni veramente originali ed innovatrici. In altri termini, bisognerebbe decolonizzare i nostri spiriti per cambiare veramente il mondo prima che il cambiamento del mondo ci condanni a farlo nel dolore. "Quello di cui c'è bisogno, nota Castoriadis, è una concezione completamente nuova rispetto al passato, una visione del mondo che metta al centro della vita umana altri significati anziché l'espansione della produzione e del consumo, che ponga agli esseri umani obiettivi di vita nuovi, riconoscibili come qualcosa per cui valga la pena di vivere. (…) Questa è l'immensa difficoltà alla quale bisogna far fronte. Dovremmo volere una società nella quale i valori economici hanno smesso di essere centrali (o unici), nella quale l'economia è rimessa al proprio posto come semplice mezzo della vita umana e non come meta ultima e nella quale si rinuncia, quindi, a questa folle corsa al consumo sempre in aumento. Non è necessario solo per evitare la distruzione definitiva dell'ambiente terrestre, ma anche e soprattutto per uscire dalla miseria psichica e morale degli uomini contemporanei." (Castoriadis, 1996, p.96).Non c’è dubbio che questo cambiamento radicale delle mentalità si produce in maniera invisibile, dentro le pieghe della nostra ipermodernità. Intanto, mentre si lavora a questo cambiamento, sarebbe auspicabile trovare strumenti di difesa alle minacce più gravi. Il problema è che la maggior parte delle soluzioni concepibili avrebbero buone possibilità di riuscita solo se si fosse già verificata quella diseconomizzazione degli spiriti che ne è la conseguenza. Risolvere questa quadratura del cerchio è con ogni probabilità la più grande sfida con la quale si deve confrontare il pensiero critico contemporaneo. La difficoltà è accentuata dal fatto che la maggior parte dei problemi locali attuali, come i danni all’ambiente, sono conseguenze del sistema mondiale. Si possono trovare soluzioni solo con un'azione condotta a livello globale.

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L’espressione di " pensiero unico" è una metafora piuttosto felice per designare il regno praticamente senza divisione di una concezione del mondo fondata sul più stretto liberismo economico . Già da qualche tempo si parlava di "mondo unico" (one world, un solo mondo) e se la "globalizzazione " non era ancora di moda , l’uniformizzazione planetaria, l’occidentalizzazione del mondo erano abbastanza vive.L’economia capitalista è mondiale per essenza. La transnazionalizzazione senza precedenti di aziende e di mercati , ravvivata dalla moltiplicazione dei mezzi di comunicazione e lo straordinario abbassamento del loro costo, non aspettava che la caduta del muro di Berlino per annunciare ufficialmente ciò che era già latente, l’avvenimento trionfale della modernità–mondo."Non è il pensiero che è unico, ma la realtà ", dichiarava il tecnocrate liberale Alain Minc, in un dibattito. Il pensiero unico è, in effetti, il pensiero di un mondo unico, di un’umanità senza alcuna prospettiva eccetto l’apoteosi del Mercato.......

 L’impostura della scienza economica

L’economia è la religione del nostro tempo. Ciò è attestato da numerose analisi e riconosciuto da alcuni economisti stessi. La società moderna, molti l’hanno notato, non ha cacciato gli idoli, i miti, i dogmi, non ha fatto altro che rimpiazzarli con altri idoli.Ci sono innumerevoli candidati alla divinità: la Ragione, il Progresso, la Scienza, la Tecnica, per nominare solo i più credibili. Tuttavia, la devozione al Progresso, il dogma dello sviluppo, il culto della tecnica, la valorizzazione quasi sacra del benessere materiale, fino ai sacrosanti diritti dell’uomo e l’intoccabile democrazia, sono fondamentalmente, direttamente o indirettamente, legati all’economia via l’utilitarismo. Il trionfo della società di mercato ha fatto svanire queste velleità di pluralismo. La constatazione che la ragione razionale, unica nel suo principio, è mercante poiché calcolatrice, s’impone come un’evidenza. L’omnimercificazione del mondo rende incontestabili, poiché iscritti ormai tanto nella carne viva dei popoli quanto nell’immaginario dell’umanità passata attraverso due secoli di "Lumi", il vangelo della competitività, l’integrità ultra liberale ed il dogma dell’armonia naturale degli interessi. E ciò, a discapito dell’orrore planetario che generano la guerra economica mondiale ed il saccheggio senza ritegno della natura. Questo fondamentalismo economico, integralmente presente già con Adam Smith, si impone senza rivali poiché corrisponde perfettamente allo spirito del tempo. Abita l’uomo unidimensionale.Questa vera controrivoluzione culturale, che costituisce il trionfo del pensiero unico, ha sorpreso solo i suoi avversari, in particolare una sinistra social-democratica e marxista europea, addormentata dall’idea consolante che il capitalismo selvaggio e cosmopolita era stato relegato al magazzino degli accessori.

Attraverso un’astuzia sottile e piena di ironia della storia, questi spiriti progressisti si vedono ormai tassati d’arcaismo dai giovani lupi di un liberismo puro e duro che ci riconduce allegramente a cent’anni indietro, ai buoni vecchi tempi dello sfruttamento sanguinario del XIX secolo, e ciò perfino in nome di una marcia ineluttabile dell’umanità verso una maggiore libertà ed unità. "Resistere alla globalizzazione, proporre il nazionalismo economico significa condannare una società ad indietreggiare verso una sorta di preistoria" dichiara Mario Vargas Llosa, il celeberrimo portavoce di questa ambigua progressione.......

Svelare l’economia o dire addio all’economia del pensiero unico per la mondializzazione?(*)

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Il dibattito sulla parola "sviluppo" non è solo una questione di parole. Lo si voglia o no, non si può far sì che lo sviluppo sia diversa da quello che è stato. Lo sviluppo è stato ed è l'occidentalizzazione del mondo. Le parole si radicano in una storia; esse sono legate a rappresentazioni che sfuggono, il più delle volte, alla coscienza dei locutori, ma che hanno presa sulle nostre emozioni. Ci sono parole dolci, parole che spalmano balsamo sul cuore e parole che feriscono. Ci sono parole che mettono un popolo in agitazioni e sconvolgono il mondo. Libertà e democrazia sono state e sono ancora tra queste parole. E poi ci sono parole velenose, parole che penetrano nel sangue come una droga, pervertono il desiderio e ottenebrano il giudizio. Sviluppo è una di queste parole tossiche. In Africa, la parola è diventata sacra. É un feticcio dove cadono in trappola tutti i desideri.

from

Suite et fin, requiem per lo sviluppo

L'uso della ragione può cosi assumere due forme molto diverse, o addirittura antagonistiche: la via del razionale e la via del ragionevole.La prima via consiste nel calcolare a partire da una valutazione quantitativa, è nostra razionalità economica. La seconda è la via tradizionale del politico e del giuridico, consiste nel deliberare a partire dagli argomenti pro e contro. Tutte le società hanno utilizzato la seconda via per risolvere i loro problemi sociali. Solo l'Occidente ha trasporto nella sfera dei rapporti umane la seconda via. Ne è seguita una svalutazione del ragionevole, che si è visto assegnare un posto ingiustamente subalterno e spesso è stato addirittura espulso. L'arte di mettere in opera il ragionevole, la retorica, ha subito la stessa sorte ed è stata anch'essa congedate come un servo infedele.

La sfida della Ragione Mediterranea

 

LIVRES


2003
Giustizia senza limiti. La sfida dell'etica in una economia globalizzata
ETICA
Autore: Serge Latouche
Bollati Boringhieri

Nelle prime due parti del libro Serge Latouche mette a confronto l'apologetica della società di mercato realizzata dalla scienza economica con l'ingiustizia del mondo che evidentemente svuota di contenuto ogni pretesa morale dell'economia. In quanto condividono il medesimo immaginario economico liberismo e marxismo sono oggetto della stessa critica radicale, che si estende alla degenerazione dello stato sociale di matrice socialdemocratica. Nella terza parte del libro Latouche abbozza i tratti di quel che potrebbe significare una società giusta nel contesto di un mondo devastato dall'economia, insieme unificato e diviso dal mercato.

2002
La fine del sogno occidentale. Saggio sull'americanizzazione del mondo
SCIENZE SOCIALI
Autore: Serge Latouche
Eleuthera


Il pensiero creativo contro l'economia dell'assurdo
ECONOMIA
Autore: Serge Latouche
EMI

2001
L'invenzione dell'economia
ECONOMIA
Autore: Serge Latouche
Arianna Editrice

2000
Immaginare il nuovo. Mutamenti sociali, globalizzazione, interdipendenza Nord-Sud
SCIENZA POLITICA
Autore: Serge Latouche
L'Harmattan Italia


Il mondo ridotto a mercato
ECONOMIA
Autore: Serge Latouche
Lavoro
L'economia capitalistica è per sua natura mondiale. La transnazionalizzazione delle imprese e dei mercati, favorita anche dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione, lo ha reso evidente rafforzando il processo di globalizzazione dell'economia. In questo volume Latouche prende in esame le conseguenze del processo di globalizzazione sulle istituzioni politiche, in particolare sullo Stato-nazione, sulla politica, sull'ambiente e sulla cultura, evidenziando le colpe della mondializzazione e del "pensiero unico", mostro generato dal liberalismo, nemico dell'illuminismo e del welfare.


L'altra Africa. Tra dono e mercato
ECONOMIA
Autore: Serge Latouche
Bollati Boringhieri


La sfida di Minerva. Razionalità occidentale e ragione mediterranea
SCIENZE SOCIALI
Autore: Serge Latouche
Bollati Boringhieri

Di fronte al rischio cui è costantemente esposta la nostra civiltà, a causa della proliferazione tecnologica e scientifica, l'autore si chiede se il comportamento razionale dell'uomo moderno che manipola la natura oltre ogni limite, sia veramente ragionevole. Chi conosce il pensiero dell'autore non può avere dubbi sul tenore della risposta; ma nuova è l'argomentazione che, rifacendosi alla tradizione greca, realizza un ritorno dalle rive oceaniche della grande avventura della modernità a quelle del Mediterraneo che di tale tradizione non solo è la culla ma anche la sede tuttora vitale.

1997
Il pianeta uniforme. Significato, portata e limiti dell'occidentalizzazione del mondo
SCIENZA POLITICA
Autore: Serge Latouche
Paravia/Scriptorium

1995 

I profeti sconfessati. Lo sviluppo e la deculturazione
ECONOMIA
Autore: Serge Latouche
La Meridiana

La megamacchina. Ragione tecnoscientifica, ragione economica e mito del progresso
SCIENZE SOCIALI
Autore: Serge Latouche
Bollati Boringhieri
Nelle organizzazioni di massa l'uomo diventa l'ingranaggio di una meccanica complessa che raggiunge una potenza quasi assoluta: una "megamacchina" ap- punto. Il dominio della realtà tecnoscientifica ed economica danno alla mega- macchina contemporanea un'ampiezza inedita e inusitata nella storia degli uomini. Di questo parla il volume, pubblicato simultaneamente in francese e in italiano. Gli effetti distruttivi del legame sociale e dell'ambiente pro- dotti dalla megamacchina e dal suo apparato tecnoscientifico sono ampiamente illustrati e denunciati, insieme con le illusioni del progresso. Latouche però nega la fatalità del totalitarismo tecnico.


1993
Il pianeta dei naufraghi
ECONOMIA
Autore: Serge Latouche
Bollati Boringhieri
La proposta per un'alternativa allo sviluppo basata sulla subordinazione dell'economia alla società, del primato dei rapporti tra gli uomini sulla produzione e sul consumo delle cose.


1992
L'occidentalizzazione del mondo
ECONOMIA
Autore: Serge Latouche
Bollati Boringhieri

da
http://www.unilibro.it/find_buy/result_scrittori.asp?scrittore=Latouche+Serge&idaff=0
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- La mégamachine. Raison techno scientifique, raison économique et mythe du progrès, Editions La découverte, l995, Traduction italienne (Bollati Boringhieri, Turin l995
- La Planète des Naufragés - Essai sur l'Après-Développement, Editions La Découverte, 1991. Traduction espagnole (Acento, Madrid 93).
- L'Occidentalisation du Monde . Essai sur la signification, la portée et les limites de l'uniformisation planétaire, La Découverte, col. Agalma, 1989.
- Faut-il refuser le développement ? PUF, col, Economie en liberté, Paris 1986, 215 p . Traduction italienne, l995.
- Le Procès de la Science Sociale - Anthropos, Paris 1984, 220 p .
- Pratique économique et pratique symbolique - Direction, présentation et contribution - Anthropos, 1980.
- Critique de l'Impérialisme: Une analyse marxiste non léniniste de l'Impérialisme. Anthropos, collection M8, 1979, rééd. 1984.
- La Dévaluation : Que sais-je? En collaboration avec A.D. SCHOR, PUF, 4ème trimestre 1976, sous le pseudonyme de P.H. Breton.
- Le Projet Marxiste - Analyse économique et Matérialisme historique - PUF, Mars 1975, traduction espagnole 1976.
- Epistémologie et Economie - Essai sur une anthropologie sociale freudo-marxiste, Ed. Anthropos, 500 p. Septembre 1973.

 

CONTRIBUTIONS A OUVRAGES COLLECTIFS

1995 - Le développement alternatif est une imposture, in La transition chaotique, Travaux et recherches Panthéon-Assas Paris II, L.G.D.J, l995.
"Otra sociedad en lo otro de la economia" in FMI, Banco Mundial y CATT. 50 anos bastan. El libro del Foro Alternativo : Las otras voces del planeta, Ed Talasa, Madrid.
- L'économie dévoilée. Du budget familial aux contraintes planétaires. Direction, présentation, contribution. Autrement, série mutations, N° l59, Novembre l995.

1994 - Raison technique, raison économique et raison politique. Ellul face à Marx et Tocqueville. in Sur Jacque Ellul. Un penseur de notre temps, sous la direction de Patrick Troude-Chastenet, L'esprit du temps.
- Modernité-développement-occidentalisation: les pièges d'une pseudo-universalité, in La culture otage du développement? sous la direction de Gilbert Rist, l'Harmattan, col L'homme et la société.

1993 - Is the informal sector a good concept to designate the economic and social vitality of the castaways ? in Women and informal sector: Their
contribution,vulnerability and future. Unesco.
- Economie, cultures et développements, Actes de deux rencontres avec Serge Latouche et Thierry Verhelst, Approche, asbl, Louvain-la-Neuve.
- Le don mauritanien - dans Ce que donner veut dire ,don et intérêt. La découverte, Paris.

1992 - Standard of living - dans The Development dictionary, a guide to knowledge as Power, Zed books, Londres . Lebensstandard - dans Wie im Westen so Auf Erden, ein polemisches Handbuch zur Entwickungspolitik, Rowohlt, Hamburg l993.
- Politiques des organisations internationales et des O.N.G et "normalisation" du système informel en Afrique. In Etat et société dans le Tiers Monde de la modernisation à la démocratisation, Publications de la Sorbonne, Paris.

1990- Nouvel Etat du monde 1980-1990 . La Découverte : L'irruption des revendications identitaires trouble l'ordre des Etats-Nations né de la décolonisation .
-L'impact du "paradoxe du retour des techniques" sur le problème du choix des techniques dans le développement . Dans l'ouvrage collectif: Sraffa trente ans après, PUF.

1988  Contribution à l'histoire du concept de développement, dans Pour une histoire du développement . Etat, Sociétés, Développement, Editions l'Harmattan, Paris, 1988 .
- Contribution à l'ouvrage collectif "Alternatives au Développement, approches interculturelles du développement et de la coopération internationale", Publication du Centre Interculturel Monchanin, Montréal 1988 pp. 39-51.

1987 - Si la misère n'existait pas, il faudrait l'inventer . Contribution à l'ouvrage collectif : Il était une fois le développement ... Genève 1986, Editions d'En-Bas. Traduction allemande.

1986- L'Etat des Sciences Sociales en France - La Découverte - Les rubriques Epistémologie de l'économie politique et Economie et anti-économie du développement

1985 - Le quatrième "M", dans "Les autres marxismes réels". Ouvrage collectif, Christian Bourgois éditeur, Coll. Cibles.

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Serge Latouche

Né le 12 janvier 1940 à Vannes.Domicile: 60, Bd. ST-Germain, 75 005 Paris, Tél (D) (1) 43 25 26 36 (B) (1) 46 34 21 62

- Professeur de Sciences Economiques à l'Université de Paris XI - Sceaux /Orsay

- Agrégé es Sciences Economiques, 1984
- Docteur en Philosophie (Université de Lille III, 1975)
- Docteur d'Etat es Sciences Economiques (Université de Paris, 1966)
- Diplômé d'Etudes Supérieures en Sciences Politiques (Université de Paris,1963)
- Directeur de Recherches de 3ème à Paris I (I.E.D.E.S.)


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