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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo

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Un'istruzione di qualità

 

Marieke SANDERS-TEN HOLTE (ELDR, NL)
Relazione sulla posizione comune definita dal Consiglio in vista dell'adozione della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla collaborazione europea per la valutazione della qualità dell'insegnamento scolastico
Doc.: A5-0375/2001
Procedura: Codecisione, seconda lettura
Dibattito: 15.01.2001
Votazione: 16.01.2001

In prima lettura, nel mese di luglio 2000, il Parlamento aveva sottolineato la complementarità tra l'autovalutazione e la valutazione esterna degli istituti scolastici, la necessità di identificare le migliori pratiche a tutti i livelli, nonché l'importanza dello scambio di informazioni e di esperienze attraverso le nuove tecnologie della comunicazione e la creazione di banche dati interattive.

La Commissione ha accettato quasi tutti gli emendamenti del Parlamento e anche il Consiglio ha dato il suo accordo, con lievi modifiche. L'Assemblea ha quindi approvato la posizione comune del Consiglio.

Per ulteriori informazioni:
André De Munter
(Strasburgo) Tel.(33) 3 881 73605
(Bruxelles)  Tel.(32-2) 28 42531
e-mail :  cult-press@europarl.eu.int

 

 

26 giugno 2001

PARERE DELLA COMMISSIONE PER LA CULTURA, LA GIOVENTÙ, L'ISTRUZIONE, I MEZZI D'INFORMAZIONE E LO SPORT

 

destinato alla commissione per l'occupazione e gli affari sociali

sulla Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sui nuovi mercati europei del lavoro, aperti e accessibili a tutti

(COM(2001) 116 - C5-0188/2001 - 2001/2084(COS))

Relatrice per parere: Maria Martens

 


PROCEDURA

Nella riunione del 22 marzo 2001, la commissione commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione, i mezzi d'informazione e lo sport ha nominato Maria Martens relatrice per parere.

Nelle riunioni del 29 maggio e 20 giugno 2001 ha esaminato il progetto di parere.

In quest'ultima riunione ha approvato le conclusioni in appresso all'unanimità.

Erano presenti al momento della votazione: Giuseppe Gargani (presidente), Vasco Graça Moura (vicepresidente), Ulpu Iivari (vicepresidente), Maria Martens (relatrice per parere), Alexandros Alavanos, Ole Andreasen, Pedro Aparicio Sánchez, Thierry de La Perriere, Raina A. Mercedes Echerer (in sostituzione di Eurig Wyn), Lucio Manisco, Pietro-Paolo Mennea, Barbara O'Toole, Mónica Ridruejo, Christine de Veyrac, Theresa Zabell e Sabine Zissener.

INTRODUZIONE

1.   La libertà dei cittadini di uno Stato membro di trasferirsi in un altro Stato membro per svolgervi attività lavorativa è una delle quattro libertà garantite dal Trattato di Roma. Le implicazioni di questo diritto riconosciuto dal Trattato sono state successivamente chiarite ed ampliate dalla legislazione comunitaria (soprattutto con un regolamento e una direttiva del 1968) e dalla giurisprudenza della Corte di giustizia.

2.   Nonostante l'annuncio della realizzazione del Mercato per il 1992, era chiaro che a quella data permanevano notevoli ostacoli alla libera circolazione dei cittadini economicamente attivi. Nel 1996, la Commissione istituiva un Comitato ad alto livello per la libera circolazione delle persone, presieduto da Simone Veil. La relazione di tale Comitato, pubblicata nel marzo 1997, costituì la base della Comunicazione della Commissione dal titolo "Piano d'azione per la libera circolazione dei lavoratori".

3.   La comunicazione in esame annuncia l'istituzione di una task force su competenze e mobilità, la cui relazione formerà la base di un nuovo Piano d'azione da presentare al Consiglio di primavera 2002.

LA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE

4.   Nell'ultimo decennio, la crescita economica in Europa è stata più lenta di quella registrata negli Usa. I tassi di disoccupazione nell'Unione europea sono all'incirca doppi di quelli statunitensi. Le opportunità occupazionali non sono tuttavia distribuite in modo uniforme: in alcune regioni dell'UE, i livelli di disoccupazione sono preoccupanti, mentre in altre si registrano notevoli carenze di manodopera specializzata che pongono un freno alla crescita di taluni settori dell'economia. Tale situazione si spiega in parte, secondo la Comunicazione della Commissione, con il fatto che la mobilità negli e tra gli Stati membri è molto più bassa che negli Stati uniti, e riguarda soprattutto le categorie di lavoratori meno specializzate.

5.   Secondo la Comunicazione, ogni anno ca. 1,5 milioni di europei - meno dello 0,4% dei cittadini degli Stati membri - si trasferiscono in un altro Stato membro: meno del 2% dei cittadini UE risiedono in uno Stato membro diverso dal proprio. Sulla mobilità occorre sottolineare tre aspetti:

-   La mobilità transnazionale interessa soprattutto i cittadini di età compresa tra i 16 e i 30 anni ed è massima nella fascia di età 21-25 anni.

-   La maggior parte dei trasferimenti non è definitiva: si tratta di pendolarismo frontaliero (ca. 600 mila persone in Europa attraversano ogni giorno i confini nazionali per lavoro: ca. metà dei frontalieri si recano a lavorare in un altro Stato UE, l'altra metà in uno Stato terzo) o di trasferimento a medio-lungo termine (ossia per un certo numero di anni).

-   La mobilità è un fenomeno che interessa in misura molto maggiore i lavoratori altamente specializzati e i quadri dirigenti rispetto ai lavoratori con scarsa specializzazione.

Molti di coloro che si trasferiscono sembrano essere studenti e neolaureati che trascorrono ca. un anno all'estero prima di far ritorno nel proprio Paese per iniziare un'attività lavorativa. Prescindendo dal pendolarismo frontaliero (che comprende il pendolarismo settimanale), solo una piccola quota di lavoratori migranti sono privi di specializzazione, coniugati o di età superiore ai 30 anni.

6.   La Comunicazione elenca i seguenti ostacoli alla mobilità:

Ostacoli sociali, culturali e linguistici: la mancata conoscenza di lingue diverse dalla propria; le difficoltà che i coniugi "al seguito" possono incontrare nel trovare un buon impiego; i problemi che possono insorgere in relazione al passaggio dei propri figli a un diverso sistema scolastico.

Ostacoli economici (pensioni, sistemi fiscali e previdenziali, mantenimento dei diritti acquisiti, retribuzione): ad es. le pensioni non sono di solito trasferibili da uno Stato membro all'altro; è impossibile ottenere sgravi fiscali per contributi pensionistici versati a istituti situati in un altro Stato membro; i regimi previdenziali di disoccupazione riducono talora l'incentivo a cercare lavoro; i diritti a beneficiare dell'assistenza sanitaria acquisiti in uno Stato membro non possono generalmente essere trasferiti in un altro Stato membro; a volte poi, i livelli retributivi a parità di lavoro variano notevolmente tra uno Stato membro e l'altro.

Competenze e qualifiche: è insufficiente il riconoscimento delle qualifiche professionali e accademiche in un altro Stato membro o in uno Stato terzo.

Carenza d'informazioni su opportunità di lavoro e di formazione, retribuzione, condizioni di lavoro e diritti legali nonché su aspetti extra-professionali quali l'alloggio e i sistemi scolastici.

Ostacoli nel Mercato interno, in particolare la compartimentazione del mercato interno dei servizi.

7.   La Comunicazione delinea anche alcune recenti misure adottate a livello comunitario dal 1997 per agevolare e promuovere la mobilità, e precisamente la costituzione di un gruppo di esperti ad alto livello per migliorare la mobilità dei ricercatori ed interventi per promuovere tale mobilità nell'ambito del Programma quadro 2002-2006.

8.   Molte delle misure previste non sono state tuttavia ancora adottate dal Consiglio e dal Parlamento, come è avvenuto per le proposte della Commissione volte a consentire ai senza lavoro di trovare impiego in un altro Stato membro senza perdere il diritto alle indennità di disoccupazione. La Comunicazione sollecita Consiglio e Parlamento a compiere rapidi progressi sulle proposte sulle proposte finalizzate a migliorare il profilo professionale della forza lavoro e ad accrescere la mobilità, quali la raccomandazione del Consiglio e del Parlamento sulla mobilità degli studenti, delle persone in fase di formazione, dei giovani volontari, degli insegnanti e dei formatori e le proposte volte ad istituire diritti di residenza ed occupazione per i cittadini di Paesi terzi.

9.   Sono in cantiere altre misure, derivate dalle politiche esistenti. Si tratta di:

-   proposte (2002) per creare un sistema più uniforme, trasparente e flessibile di riconoscimento delle qualifiche professionali;

-   un piano d'azione per la formazione continua;

-   la promozione dello scambio delle migliori prassi tra gli Stati membri nel campo dell'istruzione e della formazione professionale;

-   una proposta (2001) per migliorare la trasferibilità dei regimi pensionistici integrativi;

-   una strategia (2001) per la mobilità dei ricercatori;

-   uno studio di fattibilità (2001) sulla costituzione di un "sito integrato europeo di informazioni sulla mobilità", in collaborazione con le autorità nazionali e locali;

-   una campagna d'informazione sulla mobilità, avvalendosi di strumenti esistenti quale la rete EURES.

10.   Infine, la Comunicazione annuncia la costituzione nell'aprile 2001 di una task force su competenze e mobilità, con l'incarico di individuare le principali caratteristiche dei nuovi mercati europei del lavoro e gli ostacoli al loro ulteriore sviluppo (con specifico riguardo alla professionalità e alla mobilità) e di riferire alla Commissione entro il dicembre 2001. La Commissione presenterà al Consiglio europeo di primavera del 2002 un Piano d'azione che "proporrà una serie di nuove iniziative politiche e raccomandazioni per garantire che da qui al 2005 i nuovi mercati europei del lavoro siano aperti e accessibili a tutti".

COMMENTO

11.   La Commissione ha identificato quelli che sono i maggiori ostacoli alla mobilità all'interno dell'Unione europea e ne ha messo in rilievo le inevitabili conseguenze. Le stesse istituzioni dell'Unione europea sono state sotto tale profilo un esempio da non imitare. Sarebbe infatti stato logico attendersi da queste una politica del personale e condizioni di lavoro tali da facilitare la mobilità transnazionale. E invece avviene che solo una piccola parte dei diritti a pensione maturati in altri rapporti lavorativi possa essere trasferito al regime pensionistico del personale UE. Avviene infatti che lo Statuto del personale UE renda difficoltoso ai coniugi di intraprendere un'attività professionale in Belgio o in Lussemburgo.

12.   Le principali barriere alla mobilità sono di tipo linguistico, culturale e sociale. Gli Stati membri sono riluttanti ad operare riforme politicamente sensibili ai propri sistemi fiscali, previdenziali, sanitari, educativi e al proprio diritto del lavoro - che sono i settori chiave della sussidiarietà - per agevolare una mobilità che interesserà verosimilmente solo una minima quota della popolazione. Oltretutto alcuni Stati membri temono che la mobilità possa in futuro divenire un fenomeno fin troppo diffuso, come confermato dalla richieste di periodi transitori in concomitanza con la prossima "tornata" di adesioni, durante i quali si imporrebbero restrizioni alla libertà di circolazione per motivi di lavoro ai cittadini dei nuovi Stati membri. La Commissione farebbe bene a tener presente tali dati ed ad assicurare che l'azione sollecitata sia realistica, proporzionata e rispettosa del principio di sussidiarietà.

13.   Se, come si proclama, la diversità linguistica e culturale rappresenta una delle forze dell'Europa, perché meravigliarsi del fatto che i cittadini europei tengano alla propria specificità linguistica e culturale? In termini più concreti, potrebbe esservi un equilibrio da rispettare fra diversità linguistica e culturale e mobilità.

14.   Un certo numero di aree che ricadono fra le competenze della commissione cultura richiedono idonei interventi:

-   informazioni sui diritti del cittadino alla libertà di circolazione e sulle opportunità che la mobilità può offrire sul piano occupazionale;

-   conoscenza di lingue comunitarie diverse dalla propria;

-   apprendimento e formazione lungo tutto l'arco della vita, soprattutto nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione;

-   comparabilità dei sistemi educativi;

-   mutuo riconoscimento delle qualifiche accademiche.

15.   Infine, la Commissione annuncia la presentazione al Consiglio europeo di primavera 2002 di una bozza di Piano d'azione con "una serie di nuove iniziative politiche e raccomandazioni". Tuttavia, poiché nell'assistere gli Stati membri nei loro sforzi volti a tradurre in atto tali proposte programmatiche saranno spesi fondi comunitari, sarebbe forse preferibile - e più trasparente - presentare tali proposte sotto forma di una o più raccomandazioni.

CONCLUSIONI

La commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione, i mezzi d'informazione e lo sport invita la commissione per l'occupazione e gli affari sociali, competente per il merito, ad includere i seguenti punti nella sua proposta di risoluzione:

A.   considerata la carenza di conoscenze ed informazioni sui diritti e le opportunità connesse alla libertà di circolazione,

B.   considerato che il promuovere fra i cittadini un elevato livello di conoscenza di lingue comunitarie diverse dalla propria sia un passo fondamentale verso una maggiore integrazione del mercato europeo dell'occupazione,

C.   considerato che l'invecchiamento della popolazione europea rende necessario estendere la mobilità a tutte le fasce d'età,

D.   considerato che se l'Europa vorrà divenire "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale", un numero maggiore di europei dovrà acquisire competenza nelle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione,

E.   considerato che la condivisione delle migliori prassi è un mezzo per migliorare la qualità dei sistemi d'istruzione e di formazione degli Stati membri,

F.   considerato che la legislazione comunitaria in materia di riconoscimento dei diplomi, certificati ed altre qualifiche formali mosra carenze; che il mancato riconoscimento di tali qualifiche opera una discriminazione di fatto nei confronti dei lavoratori immigrati,

G.   considerato che, come appare chiaro dal numero delle petizioni pervenute al Parlamento, alcuni degli ostacoli alla libera circolazione dei lavoratori derivano dalla mancata applicazione del diritto comunitario da parte degli Stati membri,

H.   considerato che le Istituzioni comunitarie dovrebbere essere le prime a dare l'esempio eliminando gli ostacoli alla mobilità transnazionale,

1.   invita la Commissione a predisporre delle sintesi della legislazione comunitaria in vigore in materia di libera circolazione, diritto di residenza e mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali ed accademiche e ad assicurarne un'ampia diffusione attraverso le proprie campagne d'informazione;

2.   accoglie con favore la proposta della Commissione di riformare la rete dei servizi di collocamento europeo EURES ed invita gli Stati membri a garantire che i servizi di orientamento professionale che beneficiano di contributi statali siano in grado di consigliare in merito alle opportunità di carriere in altri Stati membri;

3.   riafferma il convincimento che gli Stati membri debbano prefiggersi a termine l'obiettivo che tutti i diplomati posseggano un'ottima conoscenza di due lingue comunitarie diverse dalla propria e, come passo iniziale verso il conseguimento di tale traguardo, che un elevato livello di conoscenza di una lingua comunitaria diversa dalla(e) propria(e) lingua(e) madre(i) sia posto come condizione di accesso alle università;

4.   saluta con favore l'impegno della Commissione a proporre un piano d'azione sull'educazione e la formazione continua;

5.   accoglie con soddisfazione il piano d'azione della Commissione sull'e-Learning, il cui scopo è di assistere le scuole e gli istituti di formazione d'Europa ad adattarsi alle nuove tecnologie d'informazione e comunicazione e a promuovere un più vasto accesso alle stesse;

6.   plaude all'adozione da parte del Consiglio e della Commissione della relazione sui futuri obiettivi concreti dei sistemi di istruzione e formazione e all'impegno degli Stati membri a scambiarsi le migliori prassi in sede di riforma dei sistemi scolastici, ricorrendo al metodo del coordinamento aperto;

7.   invita la Commissione a far rispettare maggiormente le vigenti disposizioni comunitarie sul mutuo riconoscimento delle qualifiche, deferendo con maggiore prontezza al Tribunale di primo grado e alla Corte di giustizia i casi di persistente violazione di tali norme da parte delle autorità degli Stati membri

8.   accoglie favorevolmente il piano d'azione del Consiglio per la mobilità, contenente proposte destinate a eliminare gli ostacoli alla mobilità, e la priorità che il Consiglio intende accordargli;

9.   Saluta con favore l'intendimento della Commissione di sottoporre proposte volte a creare un sistema più trasparente di mutuo riconoscimento delle qualifiche professionali ed accademiche;

10.   si compiace dell'iniziativa di istituire una task-force destinata ad attuare i programmi relativi alla Raccomandazione sulla mobilità nella comunità degli studenti, delle persone in fase di formazione, dei giovani che svolgono attività di volontariato, degli insegnanti e dei formatori;

11.   invita la Commissione a dare il buon esempio riformando le condizioni normative e retributive dei funzionari ed altri agenti delle Istituzioni europee, in modo da agevolare, ad es., il ricongiumento delle posizioni contributive maturate in precedenti impieghi con il regime pensionistico comunitario;

12.   invita la Commissione ad incaricare la task force, istituita per esaminare i motori e le caratteristiche dei nuovi mercati europei del lavoro, di mettere a punto una serie di iniziative politiche per garantire che questi mercati siano aperti a tutti

13.   invita la Commissione a presentare la nuova "serie di iniziative politiche e raccomandazioni" sotto forma di proposta (o di proposte) di raccomandazione anziché sotto forma di Piano d'azione.


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