La scuola che vogliamo

di Lino Palmeri

 

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A Palmeri dobbiamo il Manifesto di "avanguardia" : "La scuola che vogliamo", distribuito a Firenze nell'aprile del 94 nel corso del convegno "SCUOLA E DEMOCRAZIA".

Leggetelo attentamente....

merita una riflessione particolare perché è scritto da chi ha.... "intelletto d'amore".

Nadia Scardeoni

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VOGLIAMO UNA SCUOLA

 

- in cui al centro dei processi formativi ci siano i suoi naturali "attori", I DOCENTI E GLI STUDENTI, come co-operatori, co-protagonisti dei processi formativi stessi, come persone di cui siano riconosciuti diritti e doveri;

- in cui alunni e alunne possano sentirsi a loro agio, interlocutori/interlocutrici reali in un contesto di comunicazione intersoggettiva, e possano vedere valorizzata la loro soggettività personale e favorita la loro identità maschile e femminile;

- in cui l'Autonomia di Istituto si configuri soprattutto come autonomia progettuale e organizzativa, capace di valorizzare e coinvolgere la professionalità dei docenti e l'iniziativa degli studenti, attraverso il coordinamento dei gruppi di lavoro promossi dalla base, piuttosto che come autonomia gestionale di tipo gerarchico- aziendalistico, e di un'autonomia finanziaria che venga a creare sperequazioni a scapito degli ambiti di utenza più disagiati;

- in cui siano eliminati da per tutto i doppi turni e vi sia la disponibilità dei locali scolastici e delle attrezzature anche nelle ore pomeridiane per gli studenti dell'Istituto, in particolari zone a rischio;

- in cui l'innalzamento dell'obbligo scolastico a 16 anni, permetta attraverso un biennio unitario che escluda qualsiasi forma di doppio canale di reinviare una scelta spesso decisiva per lo studente, fra indirizzi diversi di scuola o di lavoro;

- in cui Biennio e Triennio concorrano alla formazione umana e civile, culturale e professionale delle nuove generazioni, valorizzando non solo gli aspetti cognitivi della personalità, ma anche quelli operativi, creativi, socio-emotivi e comportamentali;

- in cui sia dopo il Biennio, sia dopo la "maturità", sia garantita la possibilità di accedere a corsi di formazione professionale di primo o di secondo grado;

- in cui l'orario di servizio degli insegnanti sia comprensivo di un orario "di cattedra" e di un orario per attività collegiali connesse con l'insegnamento;

- in cui sia garantita per tutti gli insegnanti una formazione di base (Culturale, pedagogico-didattica, relazionale, organizzativa), attraverso corsi universitari abilitanti di formazione, con tirocinio, - dopo la maturità per i maestri e dopo la laurea per i professori.

Firenze, Primavera '94



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