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IMMAGINARIO E PERCEZIONE VISIVA

Relazione di Paolo Manzelli LRE@unifi.it

- LICEO SCIENTIFICO "G.Marconi" Pesaro g.marconi@pesaro.com

Un cambiamento profondo delle nostre concezioni sulla percezione e’ estremamente necessario dal momento che i sistemi di comunicazione tecnologica stanno modificando gradualmente la formazione cerebrale dell’ uomo. Per tale ragione il LRE-EGO-CreaNET ha proposto da alcuni anni una riflessione sulle modificazioni cognitive che necessitano di essere considerate per dare una coerente significazione alla percezione visiva, vista in relazione allo sviluppo evolutivo del funzionamento cerebrale le cui tracce si possono reperire in alcuni articoli pubblicati in rete. ( vedi ad es:: WEB-Bibliografy 1)-6).)

A livello psichico cosciente e’ infatti certamente rischioso ritenere di poter mantenere inalterati i fondamenti della nostra cultura "meccanica", in special modo a proposito della interpretazione delle relazioni cognitive sussistenti tra "forma ed informazione".

Essendo evidente che non basta osservare per capire , e’ presumibile che la ignoranza del funzionamento cerebrale della percezione in un mondo comunicativo dei mass-media, conduca le giovani generazioni a subire gli effetti di una notevole carenza di strumenti concettuali di lettura, limitando la loro capacita’ di interpretazione del mondo altamente tecnologico in cui vivono. Quanto sopra genera gia’ adesso evidenti sintomatologie nevrotiche, provocando traumi di psico-sociali, i quali, in ultima analisi sono anche la conseguenza di una interpretazione obsoleta ed illusoria della percezione, in quanto quest’ ultima e’ ancora basata sulla "Metofora Fotografica" che come tale determina la impossibilita’ di aver coscienza della necessita’ di nuove interpretazioni che correlino evolutivamente il reale, il simbolico e l’ immaginario.

Uno dei fattori fondamentali di contrasto tra osservazione e cognizione , risiede nella contraddizione sussistente tra la meccanicizzazione dell’ interpretazione delle funzioni umane e il procedere della "umanizzazione" delle macchine, che tende a provocare, a livello delle funzioni cerebrali superiori, una dissociazione psichica in gran parte causata dalla limitatezza delle capacita’ interpretative nella percezione visiva nel contesto dello sviluppo sociale ed umano contemporaneo.

Ad esempio sappiamo che gia’ sono funzionanti computer in ambiente acquoso, i quali , a similitudine di quanto accade nel cervello, utilizzando segmenti di DNA per elaborare segnali e che tali computers molecolari , possono riprodurre immagini su schermo, in modo del tutto simile alle simulazioni di rappresentazione che possiamo osservare nei piu’ comuni computers digitali . (7)

Purtroppo pur sapendo che nel mondo contemporaneo cambia e cambiera’ ancor piu’ rapidamente la interazione "uomo-macchina", generando notevoli incomprensioni tra "reale ed virtuale", dobbiamo constatare come permanga nella attivita’ di insegnamento un sostanziale mantenimento di concezioni meccanicistiche a riguardo dell’ uomo, che cozza culturalmente con tutte le prospettive di sviluppo teorico-pratico sulla base delle quali si "biologizzano" le macchine.

Non e’ quindi difficile capire, come tale situazione di arretratezza cognitiva determini, nell’ inconscio sociale-collettivo, un degrado della capacita’ creativa, proprio in quanto ogni possibile interpretazione innovativa, viene bloccata dal costante riferimento a concezioni obsolete, rese ormai storicamente inutili dagli avanzamenti dello sviluppo scientifico e tecnologico.

Indubbiamente siamo comunque pressati da informazioni e stimoli, che agiscono a livello neurologico e sensoriale, ed obbligano la fisiologia cerebrale ad adattarsi alla velocità dei flussi di informazione; pertanto e’ buona norma cercare di non subire passivamente questo inquinamento informativo, causato in primo luogo dalla incapacita’ di selezionare le informazioni ricevute secondo criteri e metodi di lettura cognitivamente avanzati. E’ molto probabile che per adeguare i processi cognitivi contemporanei allo sviluppo scientifico e tecnologico del mondo contemporaneo, cosi da superare ogni ricorso a logiche interpretative meccanicistiche, si debba ricorrere ad una analisi piu’ attenta delle potenzialita’ delle intuizioni profonde, che ancora risiedono nel miti piu’ antichi, cosi’ da poter rielaborare, a partire da essi le cognizioni piu’ adeguate ai nostri tempi.

Il LRE-EGO-CreaNET della Universita’ di Firenze ha iniziato ad utilizzare una strategia di revisione dei miti alchemici, dai quali e’ possibile riconsiderare cognizioni intuitive antiche, che parmangono espressione di un potente immaginario , che con estrema difficolta’ stiamo riattivando agli inizi del nuovo millennio.

Il Mito Alchemico dell’ Araba Fenice (8) e’ un esempio di come sia importante ricreare una concettualita’ nella quale la percezione si dissolve nell’ immaginario mentale. La visione della alchimia araba ci permette infatti di comprendere come l’ intuizione sia uno strumento cognitivo flessibile e profetico, da cui e’ possibile derivare uno straordinario potenziale di riflessioni concettuali moderne. Ricordiamo che la Fenice e’ rappresentata da un bellissimo uccello dal becco contenente piu’ di cento fori, dai quali il pennuto emette una musica ritmica e melanconica, quando sente l’ avvicinarsi della morte. Allora la Fenice batte veementemente le sue ali piumate fino a quando si sprigionano scintille, che danno fuoco agli arbusti su cui si era posata, prevedendo l’ ora della sua fine, prendendo fuoco anche essa e quindi trasformandosi in breve in cenere, dalla quale risorge una nuova Fenice piu’ bella e fulgente di prima.

Nel mito della Fenice il suono rappresenta l’ informazione che e capace di riprendere la forma in un sistema di ciclico di trasformazione evolutiva della materia e della energia.

L’informazione come "elemento che precede la forma" e’ il carattere fondamentale che si deduce dal mito della Fenice, che in vero gia’ apparteneva ad una concettualita’ antichissima quanto l’ alchimia; cio’ conduceva a ritenere globalmente la natura come un sistema intelligente, capace di recepire ed elaborare informazione in forme e trasformazioni, evitando in tal guisa quelle suddivisioni analiticamente riduttive , che sostanzialmente corrispondono a creare una barriera concettuale tra il sistema vivente e pensante e il mondo inanimato.

Oggigiorno in un sistema di sviluppo ricorrente, similmente al mito della Fenice , le concezioni meccanicistiche divengono limitative della comprensione e dello sviluppo cognitivo contemporaneo, che infatti dovra’ attuare la trasformazione tra un modello interpretativo meccanico e quello bio-tecnologico che sta avanzando, perseguendo al contempo la impellente necessita’ di attuare una ampia e profonda revisione concettuale del precedente paradigma interpretativo.

Una delle limitazioni concettuali essenziali che impedisce il fluire creativo di questo processo di revisione cognitiva , risiede proprio nella concezione che porta a separare nettamente "l’ oggetto veduto dal soggetto vedente" . Tale arbitraria separazione fa’ ritenere la percezione come un fenomeno generato da un sistema cerebrale di lettura di immagini, gia’ delineate, in posizione rovesciata, da inesistenti raggi di luce sulla retina dell’ occhio. Tale interpretazione costituisce oggi una vera assurdita’ scientifica, in quanto nella nella retina avviene un processo di reazioni fotochimiche oscillanti (9), che di per se non descrivono alcuna rappresentazione di immagini, in quanto le reazioni fotochimiche possono soltanto inviare al cervello dati di informazione che quest’ultimo elabora con caratteristiche che hanno una dominante nella genetica umana.

Il cervello, come vedremo di seguito, non ha infatti la funzione di riprodurre forme della realta’ cosi come sono, ma di costruire rappresentazioni visive codificando interattivamente modelli cerebrali spazio/temporali della realta’ esterna. Cio’ che limita la capacita di capire la costruzone cerebrale della percezione, consiste pertanto nel confondere la rappresentazione codificata cerebralmente con la effettiva realta’ esterna che certamente non e’ definita nei termini in cui e’ stata codificata la sua rappresentazione mentale. Gli operatori che trasformano un segnale sensoriale d'ingresso in un segnale rappresentazione visiva in uscita, sono costituiti dalle varie tipologie di neurotrasmettitori che agiscono da catalizzatori nelle interazioni tra energia,materia ed informazione, e vengono regolati da un principio di bio-economia ,definito come Principio di Ferilita’ Evolutiva. (10)

La parte piu' specificamente attiva nella trasformazione dei segnali sensori in percezione visiva organizzata, sappiamo essere collocata nella struttura striata della corteccia cerebrale occipitale del cervello .Quest’ ultima riceve impulsi pre-elaborati principalmente dal il cosidetto "nucleo genicolato laterale" ed e’ strutturata in una serie di strati neuronali sovrapposti , distinti nelle proprie funzionalita’, che vengono indicati come con indici che vanno da V 1 a V5 ( dove la V sta’ per Vision). Sostanzialmente V1 e’ lo strato piu’ interno del campo ricettivo ed assume una funzione di selezione distributiva della informazione ricevuta dalle altre aree cerebrali che gia’ hanno pre-elaborato la informazione sensibile percepita dalle retina oculare, lo strato V2 e’ quello che codifica la dimensione spaziale delle forme statiche, essendo sensibile all’ orientamento dei profili ombra/luce, lo strato V3 ha un compito differenziato dal precedente in quanto risulta maggiormente sensibile al movimento delle forme, codificando le differenze temporali del moto , lo strato V4 e’ essenzialmente deputato al riconoscimento del colore tramite la codificazione di impulsi corrispondenti alle frequenze della luce, mentre lo strato V5 procede ad un raffinamento ed alla sincronizzazione della codificazione di forme, movimento e colore.

Il risultato di tale processazione analitica consiste in una mappa codificante gli impulsi bio-elettrici, che predispongono il processo della informazione visiva, ma tale mappatura non genera ancora alcuna visione cosciente del percepito, in quanto la percezione visiva non avviene in alcuna zona particolare del cervello, ma e’ il risultato di una integrazione complessiva dell’intera rete di corrrelazioni, che procede nel generare la rappresentazione visiva, tramite continui confronti interattivi e procedure di integrazione e sincronizzazione dei segnali bio-elettrici e bio-chimici nel cervello Per inciso ad es le "saccadi oculari" corrispondono ad un programma "non casuale" del movimento degli occhi che attua una ricerca di dati informativi, che risponde interattivamente ad un confronto costante con sincronie percettive precedentemente memorizzate a breve o a lungo termine, mediante le quali il cervello ricerca di significare la conoscenza del mondo esterno, probabilmente perseguendo alcune informazioni integrative prodotte da un ancestrale determinante genetica.

Quello che vediamo "oggettivamente" come campo di rappresentazione visuale e’ pertanto definibile come un "pattern multimediale", fornito dalla analisi delle probabilita’ delle possibili nostre interazioni corporee con l’ ambiente. Tale risultato viene pertanto a dipendere anche dalla conoscenza del precedente esperito da ciascuno di noi e quindi non consegue solo ed automaticamente al meccanismo di codificazione selettiva di quanto viene percepito sensorialmente dagli occhi. La precedente interpretazione significante il processo della percezione visiva , essendo basata su dati scientifici piu’ attuali e’ indubbiamente piu’ complessa, della modalita' obsoleta mutuata dal ritenere possibile una attivita' "fotografica" della retina oculare; proprio percio’ la nuova interpretazione probabilistica, assume una rinnovata possibilita’ di divenire utile mezzo di comprensione delle relazioni che accomunano il reale il simbolico e l’ immaginario nell’ epoca contemporanea .

Sappiamo dagli studi sulle varie patologie di cecita’ corticale che esse sono correlabili alla differenziazione funzionale dei procedimenti di codificazione della corteccia visiva dell’ uomo.

Ad es un danno all’ Area V4 provoca "Acromatopsia" e cioe’ perdita della percezione dei colori. , mentre una lesione che colpisca specificamente l’ area V3 e V5, fa’ si che il paziente possa vedere perfettamente un oggetto immobile, ma il movimento sia dell’ oggetto che della testa, lo fa sparire come per magia. Se e’ colpita solo l’ area V2, al contrario del caso precedente, tali individui hanno difficolta’ a percepire forme immobili, ma spesso possono vedere la televisione in quanto le immagini televisive sono costruite dinamicamente. Se invece e’ danneggiata l’ Area V1, la cecita’ e’ completa; comunque se il danno e’ limitato, questi pazienti presentano una fenomenologia detta della "visione cieca"; cio’ in quanto le altre aree sane della corteccia riescono a identificare, sia pure in maniera imperfetta e non del tutto affidabile, una parziale elaborazione di una ampia gamma di stimoli visivi, che permettono a tali soggetti di "indovinare" situazioni di disposizione ambientale degli oggetti e del loro movimento, pur non percependo consapevolmente alcuna percezione visiva.

Comprendendo infine, per quanto abbiamo considerato , che l'organizzazione delle conoscenze e dei processi del pensiero non si sviluppano in modo indipendente dalla significazione della percezione sensoriale, possiamo azzardare alcune considerazioni conclusive in coda a questa relazione Ad es. possiamo capire che l’ utilizzazione massiccia della televisione va a formare preferenzialmente l’ area V3, che predilige la codificazione temporale del movimento, rafforzandola in relazione allo sviluppo dell’ area V2, agendo di conseguenza , in particolare nei giovani e giovanissimi, su una variazione dello sviluppo della differenziazione delle funzioni di codificazione percettive del sistema nervoso centrale rispetto agli adulti. . Inoltre datosi che la codificazione dello scorrere del tempo del movimento, viene associata ad un complicato intreccio di emozioni e pensieri , si puo’ capire come i giovani possano maturare un rifiuto per la lettura statica dello scritto di un libro, ovvero per la osservazione di oggetti che prediligano le relazioni spaziali non dinamiche, quali la visita ad un museo.

Se le considerazioni di cui sopra, acquisiranno un evidente validita’ interpretativa, in vero sono ancora da confermare, allora possiamo supporre che nelle condizioni di sviluppo cerebrale del mondo contemporaneo, venga a riacquisire importanza il pensiero simbolico , che puo’ essere esercitato per rileggere in modo creativo l’ comunicativo altamente tecnologico in cui viviamo, al fine di decifrare le rinnovate relazioni tra reale e virtuale .Infatti, nella "dimensione virtuale", la netta separazione tra oggetto e soggetto, conseguente alla considerazione della percezione "oggettiva", non e’ piu’ applicabile, proprio in quanto tale distinzione con il ricorso al "virtuale" tende drasticamente a sparire in una completa interattivita’ soggetto/oggetto, nella quale il tempo e’ ridotto all’ istante della memoria a breve termine. (12)

La distinzione del vero dal falso diviene quindi difficoltosa, se non fosse possibile correlarla a qualche altro sintomo di riferimento, che possa essere cognitivamente accettato; una soluzione possibile e’ pertanto quella di fare ricorso ad elementi si antica simbologia interpretativa che assumono rinnovato valore attuale quali fattore d'ordine mentale del nuovo immaginario cognitivo.

In seguito a tali riflessioni, rapidamente abbozzate in chiusura di questa relazione, abbiamo gia’ da alcuni anni individuato e sperimentato nuove modalita’ e le strategie di rinnovamento educativo, che sono state proposte sulla base di varie progettazioni dal Laboratorio di Ricerca educativa LRE/EGO-CreaNET della Universita’ di Firenze. In vero sembra che tali progettazioni siano state fertili, non solo per i risultati ottenuti di volta in volta, ma proprio in quanto capaci di aprire un ampio confronto sulla necessita’ di un profondo rinnovamento creativo dei contenuti e delle metodologie della educazione contemporanea.

 

WEB-Bibliography e Bibliografia essenziale.

1) "Cervello Diviso: http://www.see.it/icn/troina1.html

2) Interrazioni tra Occhio Mente e Cervello : http://www.cronologia.it/temainfo/index19.htm. Vedi anche: http://www.comune.prato.it/scuole/gramsci-keynes/htm/mnz-oc-c.htm

3) I limiti cognitivi della percezione : http://www.egocreanet-campania.org/progetti/manzelli_1.htm

4) Spazio tempo e percezione http://www.edscuola.com/archivio/lre/spaziotempo.html

5) Intelligenza visiva e percezione del colore: http://www.egocreanet-campania.org/saggi/intelligenza_visiva.htm

CAOS COSMOS CRONOS : http://www.edscuola.com/archivio/lre/caos.html

(6) Il cervello diventa un simulatore: http://www.heos.it/scienze/scien_133.htm

(7) DNA bio-Computers : http://dna2z.com/dnacpu/dna.html ; vedi anche : http://www.mitre.org/research/nanotech/biocomputers.html ed anche: http://php.iupui.edu/~pellison/n301/how.html

(8) Il Mito Alchemico dell’ Araba Fenice: http://www.zen-it.com/Mylfoenix.htm

(9) "Reazionoii Oscillanti" Audiovisivo N/247/A (PAL Sys. Color Durata 30’) Centro Didattico TV.Universita’ Firenze.La Video Casseta puo essere richiesta telefonando al N° +39/055/4376381 ; fax:N° +39/055/433475 ; e.mail : av-service@cdt6.cdt.unifi.it

(10) - CREATIVIDAD Y CIENCIA : HACIA LA SOCIEDAD DEL CONOCIMIENTO http://www.edscuola.com/archivio/lre/creatividad.html

(11) L’ elaborazione della immagine Visiva : Le Scienze Dossier N°9 Autunno 2001 pp.86/94. www.lescienze.it

(12) Sul tema delle relazioni tra tempo e cervello vedi alcuni articoli in: http://www.edscuola.com/lre.html


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