Collegio Vescovile S. Alessandro
Bergamo

PROGETTO QUALITÀ

 

La nostra scuola, all’interno delle iniziative programmate per il 150° anno di fondazione, ha accettato di partecipare a un progetto nazionale di ricerca sulla qualità della scuola cattolica, finalizzato a individuare gli indicatori di qualità di una scuola cattolica e a migliorarne in tal modo il servizio. La ricerca, proposta dalla Fidae e condotta dall’Università Cattolica di Milano (direttore della ricerca il Prof. Scurati) è caduta in un periodo particolarmente delicato della vita della scuola cattolica italiana, caratterizzato da un lato dal forte calo di iscrizioni e dalla conseguente chiusura di diversi istituti, dall’altro dalle novità legislative, non ultima quella relativa alla parità scolastica. Si cercherà in queste pagine di tracciare un po’ la storia della ricerca tramite le tappe e i documenti più significativi, chiarendo che tale iniziativa ha già avviato nel nostro istituto significative azioni di miglioramento della funzionalità, del servizio, della didattica e del progetto educativo; è chiaro che i risultati si vedranno col tempo, ma si auspica che il lavoro prodotto possa realmente diventare un incentivo all’iniziativa per migliorare ciò che non va e una conferma e rafforzamento del positivo che già è presente nel Collegio S. Alessandro.

Un ultimo chiarimento: il progetto si è avviato nell’aprile del 1996 e si concluderà alla fine dell’anno solare 1997 con la pubblicazione della ricerca da parte dello staff di Milano; referenti nella nostra scuola sono stati i professori Noris, Paris e Sisana.

 

1^ tappa

CONVEGNO CHIANCIANO 13-16 APRILE 1996

Nella relazione introduttiva il Prof. Scurati ha dato alcune linee interpretative della proposta.

Il tema della qualità trova senso in tre motivi:

  1. processo in atto di "secolarizzazione" e fine della cultura idealistica e della sovranità filosofica; la scuola diventa una realtà misurabile
  2. motivo epistemico: i saperi della scuola si sono continuamente allargati (l’ultima venuta è l’economia come scienza leader - si sa come l’economia sia materia particolarmente interessata alla qualità)
  3. ruolo importante della internazionalizzazione = comparabilità, in cui a un macrosistema si relazionano dei microsistemi.

Sono importanti alcune distinzioni:

La qualità, in fondo, è ciò che noi pensiamo di noi.

 

Altri relatori hanno portato significativi contributi.

Si è per esempio sottolineata l’importanza della dimensione europea = essere alla pari con l’Europa, attenzione che propone tre conseguenze:

  1. nuove sintesi culturali e flessibilità del sistema scolastico, con superamento delle radici culturali (senza però annullarle)
  2. istruzione intesa come elemento strategico, il che pone la scuola come centrale (attualmente in Italia non è così)
  3. salvaguardia comunque della identità culturale nazionale

E’ stata ribadita la centralità di alcuni concetti:

Dunque qualità = idea regolativa dell’essere scuola cattolica e idea regolativa dell’autonomia, dell’essere scuola europea; a tal proposito non esiste una qualità assoluta, ma la qualità è sempre relativa e in relazione e deve basarsi su capacità di misurazione, interpretazione e azione.

La quantità è il principio di oggettività; è oggettivo tutto ciò che è misurabile, tramite strumenti concordati.

La qualità è soggettiva, in quanto dipende dal punto di vista dell’osservatore; diventa oggettivo, in questo ambito, tutto ciò che è condiviso a posteriori, mediante strumenti e indicatori.

Autoanalisi come principio di cambiamento che genera innovazione.

Tale autoanalisi può essere normativa (dall’alto, dallo stato) o provenire dalla base.

In ogni caso l’autoanalisi di istituto è processo di autonomia, che rende professionisti, mettendo in atto processi decisionali in tempo reale:

Necessità dell’autoanalisi, per cambiare; il controllo esterno, infatti, attualmente è solo burocratico. Si devono cambiare gli operatori, e ciò è possibile solo in autoanalisi, in quanto di fronte ad analisi esterne noi ci chiudiamo a riccio. Gli unici veri valutatori del servizio scolastico sono i docenti.

Linee guida, già applicate in paesi anglosassoni:

 

Si è chiarito poi il metodo proposto della ricercazione

Caratteristiche essenziali:

  1. nasce da problemi concreti
  2. l’attenzione è tutta nello svolgersi dell’azione
  3. si deve rilevare ciò che avviene
  4. documentazione di ciò e di come è avvenuto
  5. è fatta di fasi

Emergenze significative della ricercazione:

  1. attenzione alla situazione concreta
  2. adattabilità nell’azione di ricerca
  3. ricercatore = operatore scolastico coinvolto nell’azione
  4. azione = elaborazione di ipotesi migliorative di problemi individuati
  5. ricerca = ciò che avviene e come avviene mentre avviene
  6. valutazione = è il vissuto, il soggettivo, il percepito da chi è coinvolto nell’azione
  7. verifica = continua, indirizzata a qualsiasi aspetto del progetto
  8. compiti = non sono legati a ruoli, sono funzioni anche scambiabili, purché ben individuate.

 

 

2^ tappa

CONVEGNO MILANO GIUGNO 1996

Prima di avviare la ricerca, sono stati ulteriormente chiariti alcuni concetti fondamentali per la stessa.

Indicatori: costituiscono un metodo, che ha un suo contenuto operativo.

Finalità:

La scuola è un mondo di tipo interpretativo, poiché ci passano la cultura, le menti, le persone: La scuola produce senso per tutti, perché la scuola è un luogo globale.

Gli indicatori si costruiscono, perché ogni scuola costruisce la sua rete; dunque si lavora sul micro.

Gli indicatori sono specchi o autoprovocazioni dal proprio interno? sono precostituiti o costruiti? Gli indicatori siamo noi, sono coloro che li pensano.

Quale è il livello di immedesimazione? Non si deve solo prendere da altri, ma bisogna entrare nei panni di ciò che si vuole fare.

Attraverso gli indicatori, quali sono i livelli di apprendimento professionale che entrano in gioco? Vanno scartati gli apprendimenti stupidi, meccanici e vetrinistici. In ogni ricerca professionale sulla scuola c’è sempre in gioco il docente, in quanto il "per sempre" non è dell’alunno, ma dell’insegnante; è l’insegnante che deve trovare il proprio miglioramento qualitativo interno.

Attenzione alla differenza fra autoreferenzialità e autoriflessività; un buon professionista è quello che applica la seconda operazione.

Anche gli indicatori partono da un livello "aggressivo" nei confronti della scuola; la scuola è passata da un livello di intoccabilità ed autoesaltazione a una fase critica e polemica. Viene messa in crisi l’autoreferenzialità della scuola. La risposta seria è l’autoriflessività: l’indicatore risponde a tale bisogno, perché ci aiuta a uscire dalla autoreferenzialità per entrare in una dimensione autoriflessiva (analisi, critica, narrazione, descrizione, ridefinizione ecc.)

Chiarezza sui concetti-chiave:

  1. ricercazione: trovare i dati e cambiare nella situazione; ricerca unica con modalità diverse (seminari, rielaborazioni locali, relazioni ecc.)
  2. ricercazione autocentrata sulla singola scuola: non esistono indicatori per la scuola cattolica, ma indicatori per le singole scuole cattoliche. Ciò alla fine porterà a isolare indicatori validi per tutte le scuole cattoliche, con una sintesi a livello statistico. Non è accettabile per questo che il referente lavori da solo
  3. si parte dall’autoanalisi del PEI, che è la fotografia della scuola di se stessa. Si deve valutare, all’interno del PEI, cosa c’è, cosa non c’è, cosa dovrebbe esserci ecc. Si deve valutare se la nostra immagine è adeguata o meno; si deve valutare l’immagine esplicita (come è stato steso il PEI) e l’immagine implicita (come è agito il PEI).

Non esiste una qualità assoluta, ma relativa alla singola scuola. Ciò nega alla radice il discorso di competizione fra scuole. La qualità è un’idea regolativa, è una tendenza che si sottopone a continue modifiche. Qualità è l’autoanalisi dell’istituto su criteri indicatori stabiliti dall’istituto stesso; si individueranno dunque punti di forza e punti di debolezza per costruire su di essi il miglioramento. L’équipe centrale mette a punto alcuni strumenti, ne discute, risintetizza il materiale che arriva sulla applicazione degli strumenti ecc.

Come si svolge la ricerca

Ogni scuola ha uno o più referenti che organizzano il lavoro locale e tengono i collegamenti con l’équipe. Obiettivi generali:

  1. autovalutazione di istituto
  2. criteri e indicatori generali della scuola cattolica

Prodotto atteso:

Modalità di lavoro

Seminari centrali

Lavoro locale:

Il primo lavoro assegnato dallo staff ai referenti è stato quello di analizzare il PEI e gli altri documenti ufficiali della scuola in base a una griglia di fattori di qualità proposta. Anche la nostra scuola ha lavorato come commissione in tal senso.

 

 

3^ tappa

CONVEGNO MILANO NOVEMBRE 1996

Si è avuta da parte dello staff la restituzione della 1^ fase del lavoro, dalla quale è emersa una prima risistemazione della mappa dei fattori di qualità; si è poi avviata la 2^ fase: dopo aver constatato e registrato il dichiarato, la scuola si è attivata per cercare di capire il percepito, cioè ciò che effettivamente l’utenza avverte come presenza e assenza, al di là di quanto si dichiara nei documenti. Lo strumento proposto per tale fase è stato un questionario piuttosto complesso e articolato, dal quale fare emergere i punti di forza e di debolezza della nostra scuola.

Si riportano le modalità di somministrazione del questionario:

 

Dunque la 2^ fase del Progetto Qualità ha visto impegnate rappresentanze di tutte le componenti della suola (dirigenti, docenti, alunni, genitori, non-docenti, ex-allievi). La commissione sulla qualità ha letto e catalogato tutti i questionari raccolti; pur essendole concesso uno spazio di discrezione e libertà, ha cercato di lavorare nel modo più oggettivo possibile, mantenendo come criterio principale quello quantitativo legato al numero delle risposte; ha lamentato una limitata partecipazione del corpo insegnante all’indagine; dalle risposte sono emersi come esiti importanti la soddisfazione degli utenti sulla Presidenza e sull’ordine e pulizia della nostra scuola e la richiesta generalizzata di una maggiore apertura verso la realtà scolastica e il territorio.

 

 

4^ tappa

CONVEGNO MILANO MARZO 1997

Dopo la restituzione dei risultati relativi alla lettura dei questionari (2^ fase), è stata avviata la 3^ e ultima fase della ricerca, avente come obiettivo quello di individuare, all’interno delle priorità di sviluppo delle singole scuole, gli indicatori nominali e metrici atti a definire i fattori di qualità della scuola cattolica.

Questo ultimo momento dell’indagine, di competenza della Commissione qualità, è partito dall’analisi dell’agito, cioè di ciò che viene effettivamente realizzato attualmente nella nostra scuola, e da lì, attraverso l’individuazione di una serie di quesiti o di dati, ha mirato a portare la scuola a realizzare effettivi e concreti interventi di miglioramento, in coerenza con quanto viene dichiarato (1^ fase) e con ciò che è percepito (2^ fase).

Il metodo di lavoro applicato dalla commissione è stato il seguente:

  1. apertura alla diversità = apertura a forme diverse di alterità socio-culturale nella accoglienza di nuovi alunni e nella gestione dell’attività educativa
  2. integrazione con il sistema scolastico = interazione e raccordo con le altre scuole pubbliche statali e non statali e con l’Amministrazione scolastica
  3. successo scolastico interno = risultati formativi accertati dalla scuola
  4. coesione del personale = impegno, collaborazione e condivisione delle scelte educative ed organizzative da parte del personale docente e non docente
  5. funzionalità sviluppo professionale = opportunità formative e di crescita professionale per il personale della scuola

Per ognuno dei cinque fattori sono state prodotte due schede:

Riportiamo tutte le schede di lavoro n° 2 e 3, sia della scuola Media che della Superiore, in quanto si tratta di preziosissime fotografie della nostra scuola relative ai fattori di qualità in oggetto. Viene anticipata alle schede compilate la pubblicazione di una scheda n° 2 , di una scheda n° 3 e di una scheda n° 4 in bianco, per documentare gli strumenti di lavoro che sono stati impiegati.

 

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Ordine di scuola:

FATTORE DI QUALITA’:

DEFINIZIONE:

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Ordine di scuola:

FATTORE DI QUALITA’:

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

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SCHEDA DI LAVORO 4 - VERIFICA INDICATORI DI QUALITA’

Istituto: Ordine di scuola:

 

FATTORE DI QUALITA’:

AMBITO DI INDAGINE:
INDICATORE DI QUALITA’:

 

 

LIVELLO DI MISURAZIONE: o NOMINALE o METRICO

VERIFICA ADEGUATEZZA

CRITERIO

DOMANDA

SI

NO

UTILITA’

I dati rilevati sono utili?    

COMPRENSIBILITA’

Il dato rilevalo è chiaro?    

VALIDITA’

L’indicatore è congruente con il fattore di qualità a cui si riferisce?    

COMPARABILITA’

Il dato ottenuto consente confronti nel tempo/tra diverse scuole?    

FATTIBILITA’

I dati richiesti sono agevolmente reperibili?    
NOTE:

 

 

 

MODALITA’ DI ELABORAZIONE

DATI NECESSARI

MODALITA’ DI CALCOLO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DATI RELATIVI AGLI ULTIMI TRE ANNI SCOLASTICI

1994/95

1995/96

1996/97

 

   

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Apertura alla diversità

DEFINIZIONE: Apertura a forme diverse di alterità socio-culturale nella accoglienza di nuovi alunni e nella gestione dell’attività educativa

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Realizzazione della educazione interculturale verso tutti

Realizzazione della educazione alla tolleranza

Realizzazione di una dimensione di accoglienza

Realizzazione di un ambiente multietnico

Realizzazione della flessibilità organizzativa, strutturale, didattica

Realizzazione di un ambiente incoraggiante

 

Progetti di intercultura

Presenza di alunni di nazionalità e religioni diverse

Clima di rispetto, di accettazione e di accoglienza

Integrazione dei percorsi didattici

Diversificazione dovuta a diversa estrazione familiare

Incapacità di gestire la creatività dei singoli (tendenza a standardizzare)

Autolimitazione dell’utenza a causa dei costi elevati

Mancanza di confronto politico

Mentalità chiusa di molti insegnanti verso i cambiamenti della società

Assenza di proposte per iniziative di volontariato

Chiusura all’handicap

Attenzione/aiuto (integrazione sociale) verso stranieri, bisognosi, handicappati, diversi

Tolleranza politica, religiosa e culturale

Apertura ai problemi sociali con esperienze concrete di volontariato

Incontri con la psicologa

Creazione di borse di studio

Realizzazione della comunità

Introduzione della retta per fasce di reddito

Realizzazione della educazione interculturale verso tutti

Realizzazione della educazione alla tolleranza

Realizzazione di una dimensione di accoglienza

Realizzazione di un ambiente multietnico

Realizzazione di un sistema diversificato per il pagamento della retta scolastica

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Apertura alla diversità

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Realizzazione della educazione interculturale verso tutti

 

 

 

 

Realizzazione della educazione alla tolleranza

 

 

 

 

 

Realizzazione di una dimensione di accoglienza

 

 

Realizzazione di un ambiente multietnico

 

 

Realizzazione di un sistema diversificato per il pagamento della retta scolastica

 

C’è una prassi consolidata sulla gestione dei progetti interculturali?

C’è una storia valutativa e documentata di queste esperienze?

 

 

La tolleranza rientra tra gli obiettivi dichiarati nel progetto educativo?

La tolleranza rientra nella programmazione didattica? Con quale stile e con quali comportamenti?

 

 

Esistono progetti di accoglienza?

C’è uno staff deputato a tale compito?

 

Ci sono borse di studio che favoriscano l’inserimento di alunni di altre culture?

 

Le rette sono decise da chi è responsabile del PEI?

C’è un progetto per la diversificazione delle rette?

N° alunni che hanno partecipato singolarmente a esperienze di intercultura

N° classi che hanno partecipato a scambi interculturali

N° docenti che promuovono l’iniziativa

N° di relazioni fornite su tali esperienze

 

N° di riferimenti espliciti alla tolleranza nel PEI

N° di ore di lezione o integrazione dedicate al tema

 

 

 

 

N° di esperienze di accoglienza a inizio anno

N° di esperienze di accoglienza nel corso dell’anno

 

Quanti alunni provenienti dall’estero sono stati accolti nella nostra scuola?

 

Indice di aumento della retta scolastica negli ultimi tre anni

N° di posti gratuiti o semi-gratuiti assegnati negli ultimi tre anni

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

DEFINIZIONE: Impegno, collaborazione e condivisione delle scelte educative ed organizzative da parte del personale docente e non docente

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Condivisione di valori e opinioni

Raccordo tra discipline

Collegamento con l’ambiente esterno

Modalità di funzionamento dei gruppi

Clima relazionale interno

Continuità di presenza del gruppo docente

Sforzo di dialogo e di tolleranza reciproca

Collegialità di gruppi informali che gestiscono esperienze integrative

 

Il singolo docente:

  • atteggiamento di individualismo e tendenza alla prevaricazione su colleghi e materie

Il Consiglio di classe:

  • limiti nella programmazione didattica comune
  • assenza di coordinamento pedagogico
  • eccesso di individualismo e protagonismo
  • mancanza di omogeneità sugli obiettivi educativi

Il Collegio docenti:

  • mancanza di decisioni
  • mancanza di adempimento delle decisioni assunte
  • mancanza di rispetto verso tutti i pareri
  • un peso e luogo di scorrettezze (secondo alcuni)

La Comunità.

  • tendenza di qualche docente a sentirsi microcosmo indifferente alla vita della comunità
  • scarso funzionamento dell’asse verticale delle comunicazioni
Potenziare le azioni pedagogiche comuni a favore dei più deboli

Verifiche comuni per classi parallele

Migliorare la concordia e l’affiatamento, per risultare credibili

Favorire gli scambi di informazioni fra docenti e genitori/alunni

Portare il Collegio docenti a concludere i dibattiti con delibere formalmente votate e a verificarne l’attuazione

Condivisione di valori e opinioni

Raccordo tra discipline

Modalità di funzionamento dei gruppi

Clima relazionale interno

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Coesione del personale

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Condivisione di valori e opinioni

 

 

 

Raccordo tra discipline

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Modalità di funzionamento dei gruppi

 

 

 

 

 

Clima relazionale interno

 

 

Ci sono gruppi di docenti che gestiscono esperienze integrative?

Queste iniziative sono apprezzate e valorizzate?

 

Nel Consiglio di classe c’è la volontà di produrre percorsi didattici coordinati?

Nel Consiglio di classe c’è un coordinamento sulla distribuzione del carico di lavoro settimanale degli alunni?

Nella formulazione dell’orario viene presa in considerazione questa finalità?

Ci sono verifiche didattiche comuni per classi parallele?

 

Istituzionalmente sono previste figure di riferimento (coordinatori, responsabili, animatori...)?

Esiste un piano di lavoro annuale?

C’è comunicazione tra i gruppi e con la comunità?

 

Esistono momenti di incontro e di comunione?

Esistono spazi e luoghi a ciò deputati?

Le varie esperienze vengono socializzate?

N° dei gruppi di docenti interessati a tali iniziative

N° dei docenti interessati a tali iniziative

Periodicità delle riunioni

N° delle iniziative prodotte

N° di inserimenti all’O.d.g. dell’argomento

 

 

 

N° delle richieste personali accettate dalla Presidenza per la formulazione dell’orario

N° di iniziative di aggiornamento o di incontri per docenti della stessa disciplina

 

N° figure di riferimento

Tempo dedicato all’argomento in sede di programmazione

N° relazioni fornite dai gruppi

 

 

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Integrazione con il sistema scolastico

DEFINIZIONE: Interazione e raccordo con le altre scuole pubbliche statali e non statali e con l’Amministrazione scolastica

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Attenzione all’informazione e all’integrazione all’interno del sistema formativo locale

Presenza attiva nella rete di collaborazioni tra scuole

Ricerca di interazioni comuni all’interno di percorsi, esperienze, progetti

Apertura alla dimensione europea

Ricerca di forme comuni di valutazione (di efficienza/ef-ficacia) del sistema scolastico locale

Attenzione ai raccordi fra ordini e gradi scolastici

Attenzione alla dimensione distrettuale

 

 

Il Preside si tiene in contatto con altre scuole

Scambi interculturali, sia individuali che collettivi

Attività sportiva esterna

Gare di matematica e fisica

Comitato Studenti Cattolici

Internet

Ci sono rappresentanti negli organismi distrettuali

 

Non c’è contatto con i licei di Bergamo

Non si conoscono progetti di altre scuole, neanche cattoliche

Chiusura verso esperienze non cattoliche

Non c’è collaborazione con l’editoria scolastica esterna

Chiusura dovuta a autocompiacimento nostro e/o pregiudizio dall’esterno

Non viene seguita la realtà culturale sociale e scolastica della provincia

Confronto fra scuole su programmi, metodi e sistemi educativi

Coordinamento su valutazione, recupero, attività integrative

Presenza nell’editoria scolastica cittadina e provinciale

Consolidamento dell’esperienza di intercultura

open day

Presenza di docenti e studenti all’interno del dibattito politico-culturale

Clima di collaborazione fattiva con la scuola statale, anche sul tema della parità

Attenzione all’informazione e all’integrazione all’interno del sistema formativo locale

Presenza attiva nella rete di collaborazioni tra scuole

Ricerca di interazioni comuni all’interno di percorsi, esperienze, progetti

Apertura alla dimensione europea

Ricerca di forme comuni di valutazione (di efficienza/efficacia) del sistema scolastico locale

 

 

 

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Integrazione con il sistema scolastico

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Attenzione all’informazione e all’integrazione all’interno del sistema formativo locale

 

 

 

 

 

 

Presenza attiva nella rete di collaborazioni tra scuole

 

Ricerca di interazioni comuni all’interno di percorsi, esperienze, progetti

 

 

 

Apertura alla dimensione europea

 

 

Ricerca di forme comuni di valutazione (di efficienza/efficacia) del sistema scolastico locale

 

 

Abbiamo rappresentanti all’interno del Consiglio Distrettuale?

Abbiamo rappresentanti nell’Osservatorio della scuola cattolica, nella Consulta dell’Animazione cristiana scuola, nell’Agesc e in altre organizzazioni cattoliche?

Abbiamo rappresentanti o referenti negli organi di informazione?

Esistono strutture di raccordo sui temi della valutazione, della didattica e del recupero?

Esiste un coordinamento tra le varie attività integrative a) con scuole cattoliche?

b) con scuole statali?

Se esiste, fa capo a un responsabile formalmente incaricato di ciò?

Esistono progetti strutturali e sistematici?

Esistono unità didattiche e spazi dedicati all’unione europea?

Esistono ricerche di forme comuni di valutazione del sistema scolastico bergamasco?

 

 

Quante persone della nostra scuola sono impegnate come rappresentanti a vario titolo negli organismi scolastici del territorio?

 

 

Con quale frequenza la nostra scuola è al centro dell’attenzione dei mass media locali?

Quanti corsi di aggiornamento aperti ad altre scuole sono stati organizzati dalla nostra su tali temi?

 

 

 

 

 

 

Quante ore sono dedicate in un anno nella nostra programmazione al tema dell’Europa unita?

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Funzionalità sviluppo professionale

DEFINIZIONE: Opportunità formative e di crescita professionale per il personale della scuola

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Mappa bisogni formativi dei docenti

Monte ore aggiornamento/

monte ore attività di docenza

Miglioramento attività professionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Iniziative personali di aggiornamento

Iniziative di aggiornamento dei docenti promosse dalla scuola

Relazioni sull’Annuario di corsi di aggiornamento frequentati dai singoli

La suola informa sulle proposte di aggiornamento presenti sul territorio

Iniziativa della scuola cattolica di Bergamo per la formazione dei neoassunti

Non esiste una mappa dei bisogni formativi dei docenti e una conseguente programmazione collegiale delle iniziative di aggiornamento

Non c’è l’obbligo contrattuale di partecipare a corsi d’aggiornamento esterni alla scuola

Mancanza di incentivi di varia natura al miglioramento dell’attività professionale

Non esiste un progetto di formazione differenziata rivolta a eventuali figure di staff (promotori attività integrative, tutors ecc.)

Trovare modalità di incentivazione all’aggiornamento

Definire la mappa dei bisogni formativi dei docenti

(per tutti, per anzianità, per materie affini, per percorsi curricolari ecc.)

Capacità e volontà di programmare l’aggiornamento su base pluriennale

preparare le figure di staff

Mappa bisogni formativi dei docenti

 

 

 

 

Miglioramento attività professionale

Miglioramento della funzionalità organizzativa

 

 

 

 

 

 

 

 

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Funzionalità sviluppo professionale

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Mappa bisogni formativi dei docenti

 

 

 

 

 

 

Miglioramento attività professionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Miglioramento della funzionalità organizzativa

 

 

 

Esiste un’indagine sulle priorità formative indicate dai docenti?

Esiste un percorso specifico di formazione per i neoassunti?

 

 

 

La scuola richiede attestazioni o autocertificazioni di frequenza a corsi di aggiornamento esterni?

C’è la volontà di ottimizzare le risorse docenti specializzandole su un unico ciclo (biennio o triennio)?

Quali incentivazioni sono offerte per sollecitare la formazione professionale?

 

 

E’ ipotizzato il ricorso a figure di staff per migliorare la funzionalità organizzativa?

 

 

 

 

 

Quanti docenti attualmente in servizio hanno potuto usufruire di tale opportunità?

 

 

 

Quante ore di aggiornamento collegiale sono state organizzate all’interno della scuola?

Quanti docenti attualmente lavorano contemporaneamente sia nel biennio che nel triennio? In quale percentuale?

N° di insegnanti inviati a corsi residenziali ed esonerati temporaneamente dall’insegnamento

 

 

Quante sono attualmente le figure di staff?

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Successo scolastico interno

DEFINIZIONE: Risultati formativi accertati dalla scuola

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Fenomeni di abbandono scolastico

Fenomeni di bocciatura

Regolarità corso di studi

Tassi di insufficienze

Valori medi giudizi/voti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Consapevolezza del problema recupero-sostegno e produzione di documenti orientativi e operativi

Svolgimento sistematico di attività curricolari ed extra-curricolari di recupero e sostegno

Assenza di corsi preparatori ad esami di idoneità e assenza degli esami medesimi

Produzione di un documento collegiale sugli obiettivi educativi e didattici e sulla prassi valutativa

Test d’ingresso e iniziative di accoglienza

Assenza di una riflessione collegiale sul fenomeno dell’abbandono scolastico e dei trasferimenti in corso d’anno

Scarsa coerenza, nella valutazione finale, fra profitto, maturazione umana e potenzialità

Utilizzo solo di una fascia ristretta di voti

Significato diverso attribuito al medesimo voto da parte dei singoli docenti

Scarsa volontà di valutare gli esiti didattici ed educativi delle classi in uscita

Carenza di indicazioni ad alunni e famiglie sul riorientamento o sulla ripetenza in caso di bocciatura

Analisi attenta del fenomeno dell’abbandono scolastico e dei trasferimenti in corso d’anno da parte del Collegio docenti e dei Consigli di classe interessati

Individuazione degli indicatori relativi alla maturazione umana e alle potenzialità culturali e personali

Revisione delle modalità e dei tempi di attuazione del recupero

Chiarire meglio la differenza fra votazione e valutazione

Riflettere sugli esiti delle classi in uscita

Impegno del Consiglio di classe a definire indicazioni di riorientamento in caso di bocciatura

Attivare azioni specifiche in conseguenza dei test d’ingresso

 

Fenomeni di abbandono scolastico

Fenomeni di bocciatura

 

 

 

 

 

Valori medi giudizi/voti

Iniziative di recupero e sostegno

 

 

 

 

 

 

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Superiore (licei scientifico e classico)

FATTORE DI QUALITA’: Successo scolastico interno

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Fenomeni di abbandono scolastico

 

 

 

 

 

 

Fenomeni di bocciatura

 

 

Valori medi giudizi/voti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Iniziative di recupero e sostegno

 

 

 

 

 

Esiste una "banca dati" sul fenomeno dell’abbandono scolastico?

I dati sono conosciuti?

I dati sono oggetto di riflessione e del Collegio dei docenti?

Il Consiglio di classe è interpellato ufficialmente prima della concessione di un nullaosta?

 

Viene data l’opportunità alle famiglie di ascoltare dal consiglio di classe le motivazioni di una bocciatura?

 

C’è un documento del Collegio docenti in cui sono declinati gli indicatori sulla maturazione umana e sulle potenzialità culturali e personali?

Si valorizzano nella valutazione finale le competenze culturali extrascolastiche?

Il Collegio docenti attua iniziative per informare alunni e genitori sul valore collegiale e pedagogico della valutazione?

Il collegio docenti attua iniziative per informare alunni e genitori che il voto è uno degli elementi della valutazione?

A settembre viene dedicata una riunione per una valutazione globale didattico-educativa sulle classi diplomatesi nell’anno precedente?

 

Il Collegio docenti è disponibile a pensare e assumere iniziative flessibili di recupero, anche a seguito della legge sull’autonomia (per es. studio pomeridiano collettivo assistito da un docente)?

Media degli alunni che nel corso del quinquennio abbandonano la nostra scuola

N° degli alunni che abbandonano classe per classe

 

 

 

 

Media di alunni bocciati per ogni anno di corso

Media di alunni bocciati per ciclo (biennio e triennio)

 

Voto medio di ciascuna classe nello scrutinio finale

Cfr. fra voto medio al termine del primo quadrimestre e voto finale

per ciascuna classe

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tempi dell’anno in cui si sono concentrati i recuperi

Media di ore di recupero per materia

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Partecipazione dell’utenza

DEFINIZIONE: Coinvolgimento di famiglie e studenti nella definizione della proposta formativa della scuola e sostegno al ruolo educativo della famiglia

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Occasioni di incontro e di crescita familiare

Sostegno alle famiglie

Funzionamento organi collegiali

Autonomia degli studenti

Modalità di informazione sulla proposta formativa

Condivisione scelte educative

Ci sono molteplici iniziative, anche di un certo spessore, per coinvolgere genitori e studenti I genitori non condividono il percorso educativo della scuola

L’atteggiamento dei genitori è spesso distruttivo

L’interazione fra scuola e genitori è solo "formale"

E’ molto diffuso l’astensionismo dei genitori

Gli studenti partecipano volentieri solo alle attività sportive

Le attività formative proposte dalla scuola sono spesso "improvvisate"

 

Esplicitare con più fermezza ai genitori gli obiettivi educativi

Puntare sulla qualità dei genitori nei Consigli di classe

Stimolare i genitori con progetti concreti e più coinvolgenti

Ipotizzare percorsi didattici che aiutino gli alunni a cogliere "il positivo" della scuola

 

Occasioni di incontro e di crescita familiare

Sostegno alle famiglie

Funzionamento organi collegiali

Autonomia degli studenti

Modalità di informazione sulla proposta formativa

Condivisione scelte educative

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Partecipazione dell’utenza

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Occasioni di incontro e di crescita familiare

 

 

Sostegno alle famiglie

 

 

 

Funzionamento organi collegiali

 

Autonomia degli studenti

 

Modalità di informazione sulla proposta formativa

Condivisione scelte educative

La scuola propone occasioni di incontro con le famiglie?

Riguardano questioni esclusivamente didattiche?

La scuola predispone progetti di sostegno educativo alla famiglia?

Esistono riferimenti espliciti nella programmazione?

Esiste una collaborazione attiva fra Consiglio di classe e rappresentanti dei genitori.

Esistono esperienze didattiche che mettono al centro, da protagonisti, gli alunni?

La proposta formativa avviene solo in entrata o è sottoposta a verifica anche in itinere?

Esistono strumenti per rilevare una presa d’atto effettiva delle scelte educative della scuola da parte dei genitori?

N° incontri proposti dalla scuola per le singole classi

N° incontri di carattere extra-didattico

 

N° progetti di sostegno educativo alla famiglia

N° di riferimenti espliciti nella programmazione

 

 

N° progetti elaborati in comune fra Consiglio di classe e rappresentanti dei genitori

N° esperienze didattiche autogestite dagli alunni

 

N° incontri in entrata

N° incontri di verifica in itinere

N° strumenti per rilevare una presa d’atto effettiva delle scelte educative della scuola da parte dei genitori.

 

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Continuità educativa e orientamento

DEFINIZIONE: Modalità di raccordo tra i diversi ordini di scuola e di supporto alle scelte scolari e post-scolari

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Informazioni sulle opportunità future

Interventi mirati di orientamento

Test attitudinali/strumenti per l’orientamento

Esperienze di lavoro

Esperienze di volontariato

Coinvolgimento degli ex-alunni nelle iniziative di continuità/orientamento

Congruenza tra aspettative dei genitori e consigli dei docenti

Comunicazione tra ordini di scuola

Collaborazione tra ordini di scuola

Il lavoro della psicologa è proficuo e corretto

Alla fine del ciclo delle medie si elabora un profilo attitudinale dell’alunno

Non c’è collegamento di senso fra attività didattica quotidiana e orientamento; sono settori che procedono in modo separato

Si confonde l’orientamento della persona-individuo con la scelta scolastica del dopo-obbligo

Il giudizio finale di orientamento è poco chiaro e condiviso in modo difforme dal Consiglio di classe

Gli indirizzi per la scelta scolastica del dopo-obbligo vengono forniti tardivamente

 

 

Corsi d’aggiornamento degli insegnanti sul significato dell’orientamento

Maggiore collaborazione fra psicologa e Consiglio di classe

Far conoscere maggiormente il mondo del lavoro

Anticipare la consegna della documentazione sull’indirizzo scolastico futuro

Evitare di ridurre l’orientamento a puro indirizzo scolastico

 

Informazioni sulle opportunità future

Interventi mirati di orientamento

Test attitudinali/strumenti per l’orientamento

 

Esperienze di lavoro

 

 

 

Congruenza tra aspettative dei genitori e consigli dei docenti

 

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Continuità educativa e orientamento

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Informazioni sulle opportunità future

 

 

 

 

Interventi mirati di orientamento

 

 

 

Test attitudinali/strumenti per l’orientamento

 

 

Esperienze di lavoro

 

 

Congruenza tra aspettative dei genitori e consigli dei docenti

 

 

 

La psicologa incontra i ragazzi a livello di classe?

La psicologa incontra i ragazzi a livello individuale?

La psicologa è presente nei consigli di classe?

 

Gli interventi di orientamento sono predisposti dalla psicologa o sono il frutto di uno scambio psicologa-Consiglio di classe?

 

Come sono somministrati i test attitudinali?

Sono obbligatori o liberi?

 

Sono progettate esperienze concrete di lavoro all’interno del percorso di orientamento?

 

Sono programmati incontri di verifica fra Consiglio di classe e genitori sul tema dell’orientamento?

N° incontri della psicologa a livello di classe

N° incontri della psicologa a livello individuale

N° di presenze della psicologa nei Consigli di classe

 

N° delle occasioni di incontro fra Consigli di classe e psicologa per singola classe (vedi O.d.g.)

 

 

N° alunni che accedono ai test

N° alunni che non accedono ai test

 

N° esperienze concrete di lavoro all’interno del percorso di orientamento

 

N° incontri di verifica fra Consiglio di classe e genitori sul tema dell’orientamento per 3^ media

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Efficienza servizi amministrativi

DEFINIZIONE: Funzionalità della gestione amministrativa in rapporto ai compiti educativi dell’Istituto

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Celerità dei servizi

Trasparenza delle procedure

Informatizzazione dei servizi

Flessibilità orari

Definizione dei ruoli

Collegamento con altre scuole

L’amministrazione è affidata a persone competenti e diligenti La scuola non è indipendente nelle sue scelte dall’Opera S. Alessandro

Il costo della retta è troppo elevato

Gli stipendi degli insegnanti sono troppo bassi

Non è razionalizzata l’ubicazione degli ambienti scolastici

Si spendono troppi soldi per dettagli non influenti; si spende troppo poco per la didattica

Eccessivo risparmio rispetto al riscaldamento

Indipendenza economica della scuola dall’Opera S. Alessandro; richiesta formale al Vescovo

Impostare la retta per fasce di reddito

Livellare gli stipendi a quelli statali

Modificare l’ubicazione delle aule della scuola media

Razionalizzare le spese non a scapito della didattica

Riscaldare gli ambienti

 

 

Ambiti elaborati tutti ex-novo

Indipendenza amministrativa della scuola

Adeguatezza delle rette

Retribuzione del personale

Razionalizzazione di ambienti e spese

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Efficienza servizi amministrativi

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Indipendenza amministrativa della scuola

 

 

 

 

Adeguatezza delle rette

 

 

 

 

Retribuzione del personale

 

 

Razionalizzazione di ambienti e spese

 

 

 

 

 

 

 

Esistono ipotesi progettuali per l’indipendenza amministrativa della scuola dall’Opera S. Alessandro? Sono mai state prese in considerazione?

 

Esistono ipotesi progettuali per una proposta di rette per fasce? Sono mai state prese in considerazione?

 

 

Si è mai discusso sull’adeguamento degli stipendi a quelli statali?

 

Esistono ipotesi progettuali per una razionalizzazione degli ambienti (ubicazione aule della scuola media)?

Sono mai state prese in considerazione?

N° ipotesi progettuali (vedi verbali Consiglio di Istituto)

N° ipotesi progettuali prese in considerazione (vedi verbali Consiglio di Istituto)

 

N° ipotesi progettuali (vedi verbali Consiglio di Istituto)

N° ipotesi progettuali prese in considerazione (vedi verbali Consiglio di Istituto)

 

N° di riferimenti nei verbali (Consigli di classe, Collegio docenti, Consiglio di Istituto)

 

N° ipotesi progettuali (vedi verbali Consiglio di Istituto)

N° ipotesi progettuali prese in considerazione (vedi verbali Consiglio di Istituto)

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Inserimento nel contesto sociale

DEFINIZIONE: Inserimento attivo e responsabile degli studenti nel contesto sociale, politico e religioso in cui vivono

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Forme di impegno nell’ambito dell’Istituto

Forme di impegno in campo religioso

Forme di impegno in campo sociale

Forme di impegno in campo politico

Forme di impegno in campo culturale

Raccolta di offerte in Avvento e Quaresima per le Missioni diocesane

Momenti di preghiera gestiti dagli alunni in Avvento e in Quaresima

Ritiri spirituali in Avvento e in Quaresima

Non c’è collegamento fra scuola ed associazioni di volontariato

Le esperienze culturali extra-scolastiche sono improvvisate e sporadiche

Il momento religioso si limita alla preghiera e ai ritiri spirituali in Avvento e in Quaresima

Si relega il "religioso" al solo ambito "spirituale"; mancano esperienze concrete di solidarietà all’interno della didattica

 

Progetto scuola-Caritas diocesana di durata annuale

Progetto scuola-associazioni culturali (teatro, musica, arte) di durata annuale

Esperienze nel settore del volontariato diocesano (casa di riposo, settore handicap)

Inserire un percorso di esperienza di volontariato all’interno della programmazione didattica relativa all’orientamento (almeno per la 3^ media)

 

Forme di impegno nell’ambito dell’Istituto

Forme di impegno in campo religioso

Forme di imp egno in campo sociale

 

 

Forme di impegno in campo culturale

 

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Inserimento nel contesto sociale

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Forme di impegno nell’ambito dell’Istituto

 

 

 

 

Forme di impegno in campo religioso

 

 

 

Forme di impegno in campo sociale

 

 

 

 

Forme di impegno in campo culturale

Esistono "progetti collegiali" di impegno nell’ambito dell’Istituto?

sono solo sporadici?

sono mai stati avviati?

 

Esistono progetti di collaborazione con la Caritas diocesana?

Se ne è mai parlato?

 

Sono mai stati proposti percorsi didattici di educazione alla solidarietà?

Sono mai stati presi in considerazione?

Esistono progetti concreti di collegamento con le associazioni di volontariato sul territorio?

Esistono progetti scuola-associazioni culturali?

Sono collegiali o sono gestiti dal singolo insegnante?

 

 

N° dei progetti collegiali

N° dei progetti sporadici

N° dei progetti avviati

 

N° progetti di collaborazione

N° riferimenti nei verbali del Collegio docenti

 

N° ipotesi di percorsi didattici di educazione alla solidarieta (cfr. verbali Collegio docenti)

N° ipotesi prese in considerazione

N° progetti di collegamento con associazioni di volontariato (cfr. verbali collegio docenti)

N° progetti esistenti

N° progetti collegiali

N° progetti dei singoli insegnanti

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SCHEDA DI LAVORO 2 - INDIVIDUAZIONE AMBITI DI INDAGINE

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Adeguatezza risorse umane

DEFINIZIONE: Stabilità, competenze professionali e consapevolezza educativa del personale direttivo, docente, non docente operante nella scuola

PROPOSTA DELLO

STAFF

ASPETTI DI

QUALITA’

ASPETTI DI NON

QUALITA’

AZIONI DI

MIGLIORAMENTO

AMBITI SELEZIONATI

DALLA COMMISSIONE

Stabilità/mobilità dei docenti (religiosi e laici)

Curriculum professionale e di vita dei docenti e del personale direttivo e non docente

Partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento

Pubblicazioni-attività di formazione come esperti

Rapporti con allievi, genitori e colleghi

La stabilità del personale è abbastanza garantita

Le competenze professionali degli insegnanti sono garantite

Il rapporto allievi/genitori/colleghi è abbastanza buono

Le competenze professionali degli insegnanti sono valutate, ma non sempre si è attenti al grado di consapevolezza pedagogica; ci si forma troppo poco in merito alla didattica

La partecipazione ai corsi di aggiornamento è sporadica e personale; la scuola non li promuove in modo programmato e sistematico

Non sempre si da spazio all’insegnante per espletare le sue competenze personali; prevalgono i programmi e le scadenze

Non si veicolano le competenze dei singoli in un’ottica pluridisciplinare

Esistono spesso rivalità fra i

colleghi

Corsi di aggiornamento sulla didattica

Inserire all’inizio dell’anno, nella programmazione, modalità e tempi dei corsi di aggiornamento; stabilirne l’obbligo per tutti gli insegnanti

Creazione di progetti pluridisciplinari strutturati sulle competenze dei singoli insegnanti

Stabilità/mobilità dei docenti (religiosi e laici)

Curriculum professionale e di vita dei docenti e del personale direttivo e non docente

Partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento

 

 

Rapporti con allievi, genitori e colleghi

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SCHEDA DI LAVORO 3 - PROPOSTE DI INDICATORI

Istituto: Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo Ordine di scuola: Media Inferiore

FATTORE DI QUALITA’: Adeguatezza risorse umane

AMBITI DI INDAGINE

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI METRICI

Stabilità/mobilità dei docenti (religiosi e laici)

 

 

 

 

Curriculum professionale e di vita dei docenti e del personale direttivo e non docente

 

 

 

 

Partecipazione ad attività di formazione e di aggiornamento

 

 

 

Rapporti con allievi, genitori e colleghi

Ci sono insegnanti che cambiano sede alla fine dell’anno?

I motivi sono tecnici (chiamata nella scuola statale) o di dissenso?

 

Nella scelta degli insegnanti si prendono in considerazione solo gli aspetti relativi alle competenze?

C’è attenzione al curriculum vitae?

Si valuta il curriculum pedagogico?

 

Sono proposti corsi d’aggiornamento durante l’anno? Comprendono il tema della didattica?

Gli insegnanti vi partecipano?

C’è obbligo di partecipazione?

 

Com’è il clima fra i colleghi?

C’è rivalità o collaborazione?

Quale rapporto esiste fra genitori e docenti?

Tra docenti e alunni?

N° insegnanti che hanno cambiato sede alla fine dell’anno (negli ultimi tre anni)

N° insegnanti passati alla scuola statale

N° insegnanti che hanno abbandonato per dissenso

 

N° colloqui fra Preside e potenziali neoassunti

 

N° di riferimenti nei verbali (Consigli di classe, Collegio docenti, Consiglio di Istituto)

 

N° corsi di aggiornamento in un anno

N° corsi di aggiornamento dedicati alla didattica

N° insegnanti che vi hanno partecipato

N° documenti attestanti l’obbligo di partecipazione

5^ TAPPA

CONVEGNO CONCLUSIVO MILANO GIUGNO 1997

Lo staff ha convocato per l’ultima volta i referenti nazionali, per tirare alcune conclusioni sul lavoro svolto. Il primo momento ha riguardato la restituzione dell’ultima fase del lavoro.

Sono stati considerati i contributi di 82 istituti: 59 superiori, 52 inferiori, 31 elementari, 13 materne

Le aree di ricerca sono state le seguenti:

175 contributi sul contesto - 2°

112 sulle risorse

178 sui processi a livello di scuola - 1°

56 sui processi a livello di classe

79 sugli esiti

I Fattori maggiormente considerati:

2° integrazione con il sistema scolastico

3° qualità immagine esterna

2° funzionalità sviluppo professionale

3° adeguatezza risorse materiali

2° assistenza crescita individuale

3° continuità educativa/orientamento

2° ampiezza opportunità apprendimento

2° successo scolastico interno

Dunque le attenzioni prevalenti sono andate su Contesto, Processi a livello di scuola ed Esiti

Sono poi stati fornito alcuni spunti critici sulla qualità e la complessità del lavoro. Sono emerse le seguenti osservazioni:

Criteri usati per la formulazione:

Problemi incontrati per la individuazione degli indicatori:

Utilizzo del materiale nelle singole scuole

Si è passati infine alla verifica nei gruppi sull’esperienza, che ha dato, almeno nel nostro gruppo, i seguenti esiti:

 

Nella sintesi conclusiva il prof. Scurati ha fatto i seguenti rilievi

Si è così chiuso il lavoro sulla qualità, o meglio, si è chiusa la fase attiva nazionale; ogni singola scuola dovrà ora operare per l’applicazione del ricco materiale raccolto e per l’attivazione di quegli interventi utili a migliorare la propria opera didattico-educativa. Si riporta, in conclusione, la relazione finale stesa dalla Commissione del S. Alessandro e inviata come ultimo contributo allo staff di Milano.

 

Collegio Vescovile S. Alessandro - Bergamo

RELAZIONE FINALE

Bergamo, 3 luglio 1997

Valutare l’esperienza relativa al Progetto Qualità significa sforzarsi di uscire dal ruolo di protagonista-ricercatore della stessa e provare a guardarla nella sua complessità con occhio critico e distaccato.

Lo sforzo richiesto mi porta innanzitutto a individuare alcune caratteristiche generali del cammino compiuto, per poi spingermi a segnalare alcuni elementi significativi di positività e di negatività del percorso.

La prima caratteristica che rintraccio è la fatica della chiarezza e la pazienza nel cercarla: da Chianciano si è tornati a casa con la sensazione di avere in mano qualcosa di grandioso e di importante, ma difficile a comunicarsi a chi, più o meno incuriosito, ti chiedeva informazioni . Voglio dire che l’impianto della ricerca è risultato subito chiaro, mentre non altrettanto è stato per l’obiettivo da raggiungere, per le ricadute sulla singola scuola e per il metodo (a tale proposito ritengo che siano stati assai utili gli incontri intermedi e i lavori di gruppo). Mi pare di poter dire che fino a marzo ‘97 (avvio della 3^ fase della ricerca) una nebbia, ora fitta, ora simile a foschia autunnale, ha avvolto sistematicamente il progetto, facendoti talvolta intravedere qualcosa per poi togliertelo immediatamente; devo anche ammettere che in questa caligine persistente si è generata una punta di orgoglio pionieristico da parte dei referenti e dei membri della commissione. Poi, all’improvviso, la coltre oscura si è squarciata, svelando un limpido orizzonte, tutto da costruire, inventare e immaginare.

Un’altra caratteristica evidente di tutto il cammino è stata la voluta e opportuna programmazione a tappe: si è proceduto un poco alla volta, un passo dopo l’altro, senza il rischio che qualcuno corresse più veloce degli altri, limitando al massimo il pericolo che certuni restassero indietro e troppo distanziati. Ogni tappa del percorso è stata accuratamente presentata, motivata, avviata, sostenuta, controllata, restituita. Tale gradualità di procedimento ha fatto sentire i referenti a proprio agio, coinvolti e attivi, protagonisti ma nello stesso tempo controllati e guidati.

La terza peculiarità evidente del progetto, che però rischia purtroppo di inficiarlo e di renderlo vano, è stata (ed è ancora) la fatica delle "scuole cattoliche" a sentirsi "scuola cattolica": da Chianciano all’ultimo incontro milanese si è verificata la distruttiva presenza, sfociata in problema e talvolta in incomprensione, dell’antinomia fra una visione globale e nazionale di scuola cattolica, nella quale tutti gli istituti si possano identificare e riconoscere, e il peso elefantiaco delle congregazioni che, arroccandosi nel loro carisma, hanno sempre frenato e boicottato ogni discorso relativo alla costituzione di reti di scuole e di superamento del proprio particolare specifico. Questo, ritengo, si prospetta come il vero problema per il futuro della scuola cattolica in Italia.

Passando all’analisi degli aspetti positivi della ricerca, segnalo innanzitutto l’acquisizione di un metodo di lavoro (partire dall’esistente, analizzare, ricercare, selezionare, raccogliere e unificare, relazionare ecc.), esportabile anche ad altre iniziative e problemi; strettamente connessa a questo aspetto c’è la valorizzazione del lavoro di équipe in una scuola italiana che, se ufficialmente sventola la bandiera della collegialità, in realtà tende troppo spesso a centrarsi sull’iniziativa del singolo; molto positivo è stato anche l’obbligo per gli istituti di una autoanalisi per fare emergere il bene e il male e per programmare iniziative concrete di miglioramento, tali da produrre significative innovazioni nell’organizzazione strutturale come nella quotidianità del lavoro. Ho segnalato solamente alcuni aspetti particolarmente brillanti; in generale individuo una positività globale della proposta, individuabile soprattutto nel metodo scientifico, serio, meticoloso e di interesse collettivo, ma tale da avere significative ripercussioni e concrete conseguenze anche nelle singole scuole.

Si deve a questo punto fare onestamente cenno anche a qualche negatività; ritengo a tal proposito di dovere innanzitutto segnalare il problema dei tempi di lavoro, poco adeguati ai ritmi imposti dall’anno scolastico; il problema è emerso soprattutto nella 3^ fase, che avrebbe avuto bisogno di tempi più generosi e rilassati, per risultare ancor più efficace e puntuale di quanto già non sia stata e, soprattutto, per consentire un più proficuo confronto all’interno dei Collegi docenti, dei Comitati studenteschi e dei Comitati dei genitori.

Un secondo rilievo riguarda la terminologia, le definizioni e il lessico utilizzati dallo staff nei vari documenti e non sempre chiari, talvolta generici, talvolta stretti o limitati. In particolare si deve rimarcare come il questionario della 2^ fase sia risultato adeguato solo per alcune componenti soggette all’indagine (nello specifico, tale strumento è risultato particolarmente difficile per i genitori e per il personale non docente); forse tale strumento doveva essere differenziato, sia negli ambiti di analisi sia nel lessico.

Circa il documento conclusivo, ritengo che i limiti di compilazione che l’équipe si è imposta (massimo 8 ambiti di indagine per ogni fattore, massimo 3 indicatori per ogni ambito) risultino troppo stretti e facciano correre il rischio di perdere la ricchezza del lavoro delle singole scuole, specie per quanto concerne quei fattori di qualità particolarmente "gettonati". Non condivido invece il timore, emerso nell’ultimo incontro di Milano da parte di alcuni colleghi, che dai risultati del percorso, fotografati nel documento finale, non emerga la vera e autentica immagine della scuola cattolica, a causa del fatto che alcuni fattori di qualità, ritenuti scontati e dunque non analizzati dalle scuole, non sono apparsi con il dovuto rilievo in tale documento. A mio avviso il positivo è già noto a tutti (carisma compreso), dunque non è necessario che venga nuovamente ribadito; interessa invece soprattutto il problematico e il non scontato (non a caso le scuole, nella loro libera individuazione delle azioni di miglioramento, hanno lavorato soprattutto su tali aspetti) e questo è ciò che dovrà emergere, se non vogliamo ricadere nell’errore dell’autoreferenzialità, vizio spesso sottolineato negli incontri, fin dai tempi di Chianciano.

Un’ultima riflessione va spesa circa la Fidae, meritevole promotrice della ricerca; auspico che essa sappia valorizzare la novità del lavoro riconoscendo ai singoli ricercatori (e non solo agli Istituti) un attestato di riconoscimento (si è trattato, in fin dei conti, di un lavoro che ha occupato delle persone per più di un anno! Ricordo che ogni corso di aggiornamento, anche il più futile, rilascia ormai un attestato di partecipazione); auspico anche che la Fidae sappia dare la giusta risonanza ai risultati dell’indagine, riunendo a convegno i collaboratori, consegnando loro il "prodotto", diffondendolo con adeguata risonanza sul territorio nazionale, indicando percorsi adatti ad applicare il lavoro e a renderlo utile anche per quelle scuole che non hanno potuto parteciparvi.

Chiudo con un sentito ringraziamento ai membri dello staff, che hanno seguito il cammino con pazienza (spesso notevole) e con professionalità, trasformando relazioni di lavoro in rapporti di amicizia e di stima. Un grazie anche al mio Preside, che mi ha consentito di partecipare a questa esperienza, molto arricchente sul piano professionale e utile a rafforzare il senso di appartenenza alla realtà della scuola cattolica e del mio Istituto.

Lucio Sisana

 

Giornate di verifica dell’anno scolastico 1996-97

Relazioni dei gruppi dei docenti

 

PRIMA GIORNATA DI VERIFICA - 31 MAGGIO 1997

 

RELAZIONE GRUPPO A

 

Tema: Coesione del personale

 

Coordinatore: Lucio Sisana

Segretaria: Nicoletta Scarpellini

Presenti: Don Giuseppe Arnoldi (1ª parte), Augusto Balestra, Don Pietro Biaggi, Don Giuseppe Bolis, Roberto Calzana, Guglielmo Clivati, Patrik Crotti, Maria Grazia Guerrini, Mariangela Ferrari, Chiara Moretti, Augusto Morosini, mons. Achille Sana (2ª parte), Tiziana Togni

Assenti: Maria Ester Cottarelli, Camillo Fumagalli, Fernando Noris

 

L’incontro ha preso in esame tre attenzioni fondamentali:

  1. lettura e approfondimento delle due schede di lavoro
  2. analisi del problema della coesione del personale da un punto di vista soprattutto didattico, tecnico, organizzativo
  3. analisi del problema da un punto di vista delle relazioni interpersonali e dell’armonia del gruppo docente

 

Lettura delle schede di lavoro

Sono stati letti i due documenti; il coordinatore ha chiarito come si è arrivati alla loro stesura, precisando che tutto ciò che è riportato nel documento (a) è quanto è stato scritto nei questionari, quanto invece è riportato nel documento (b) è frutto del lavoro della commissione; ha invitato i presenti a muoversi su due linee di indagine:

  1. una linea "teorica" di riflessione, di scambio di pareri e di approfondimenti
  2. una linea "pratica" di proposta.

Nella lettura dei documenti non sono emersi problemi particolari; il coordinatore ha fornito all’assemblea anche alcuni dati, precisamente:

  1. N° di inserimenti all’o.d.g. nei Consigli di classe del tema: "produzione di percorsi didattici comuni" - nessun inserimento negli anni 1994/95 e 1996/97; un inserimento nell’anno 1995/96
  2. Ci sono verifiche comuni per classi parallele? - ci sono solo nel biennio ma in modo saltuario.

Attingendo dall’analisi condotta dalla commissione nella fase 1 del progetto, il coordinatore ha ricordato che la nostra scuola nei documenti ufficiali, a proposito della coesione del personale, dichiara:

 

Analisi del tema della coesione da un punto di vista didattico, tecnico e organizzativo

Sono emersi i seguenti spunti di riflessione.

  1. il singolo docente tende a prevaricare su colleghi e materie soprattutto con l’assegnazione agli studenti di un carico eccessivo di lavoro, che porta l’alunno di conseguenza a trascurare alcune discipline; tale aspetto è collegato anche col tema dell’orario e della programmazione didattica nei consigli di classe - si dovrebbe arrivare, specie da parte di chi ha prove scritte, a una programmazione delle stesse a inizio quadrimestre, da sottoporre a tutti i colleghi, per permettere una più equa distribuzione del carico di lavoro
  2. si è presa in esame l’azione di miglioramento "verifiche comuni per classi parallele". Due le linee emerse: a) valutazione negativa: non è detto che tali verifiche migliorino la situazione del ragazzo, in quanto ogni alunno è a sé e non può essere standardizzato (ciò negherebbe il principio del nostro progetto educativo che tende a favorire la persona); non è accettabile una programmazione che metta tutti gli alunni e le rispettive classi sullo stesso piano; b) valutazione positiva, specie per quanto riguarda i livelli minimi di materie "tecniche" per verificare il conseguimento degli elementi indispensabili per il passaggio al triennio o per l’accesso alla maturità. E’ emersa comunque una esigenza di comunicazione maggiore tra gli insegnanti anche di classi diverse, sia sulla propria materia sia su principi e percorsi formativi; si constata come nella nostra scuola gli scambi fra colleghi vivano solo su rapporti di amicizia. La verifica tra insegnanti è considerata senza dubbio un’azione di miglioramento
  3. scarso funzionamento dell’asse verticale - si è discusso particolarmente sul rapporto fra biennio e triennio e sui problemi relativi ai passaggi delle classi dal primo al secondo ciclo. Si lamenta una non chiarezza di obiettivi su tutto il quinquennio, si lamenta la tendenza di qualche collega del biennio a non concludere i programmi ministeriali, vuoi per negligenza dello stesso, vuoi per problemi della classe tali da impedire il normale svolgimento del programma. Il confronto fra i due cicli non può essere lasciato all’iniziativa personale, ma deve essere istituzionalizzato; si precisa anche come, in caso di un incompleto svolgimento del programma al biennio, non deve essere incolpato indiscriminatamente l’insegnante, ma semmai vanno chiariti i motivi di tale inadempienza
  4. i consigli di classe - devono qualificare il proprio lavoro sugli obiettivi educativi; talvolta si parla dei problemi dei ragazzi, si manifesta un’attenzione da parte dei docenti alla persona, ma poi manca il "passo" educativo (che viene prevalentemente risolto con una lettera a casa o con l’invio al Preside); la Presidenza come unico referente in questi casi non consente sempre interventi tempestivi; serve forse un’équipe e una maggiore comunicazione fra Presidenza e figure di riferimento. In tale discorso rientra anche il ruolo della psicologa, che dovrebbe avere una collaborazione più stretta con gli insegnanti o, quanto meno, informarli dei dati utili al loro lavoro
  5. tema dell’interdisciplinarietà, potrebbe essere una carta importante da giocarsi sul piano didattico per la coesione del personale, ma presuppone da parte di tutti umiltà e accettazione di vedere "invaso" il proprio ambito di competenze; l’interdisciplinarietà si esprime anche nella programmazione per aree affini di tempi comuni per la trattazione di certe tematiche parallele; ciò peraltro favorirebbe la sintesi
  6. il Collegio docenti - si riconosce unanimemente il carente funzionamento di tale organismo, come è stato rimarcato anche da parecchi insegnanti nel questionario (mancanza di decisioni, non rispetto delle decisioni assunte, mancanza di rispetto verso tutti i pareri, luogo di scorrettezza e prevaricazione ecc.); va riformato.

 

Analisi del tema della coesione da un punto di vista delle relazioni e dell’armonia

Si sono fatte le seguenti constatazioni:

  1. la maggior parte delle iniziative di relazione sono gestite a livello strettamente privato e personale; l’ambiente non facilita la relazione
  2. si avverte, specie nel Collegio docenti, un clima di diffidenza, che ostacola ogni decisione; si avverte anche la tendenza alla prevaricazione da parte di alcune figure e, più in generale, dell’elemento maschile su quello femminile. Non si dovrebbe tollerare nelle sedute del Collegio alcun atteggiamento offensivo e poco rispettoso delle persone
  3. c’è la violazione della riservatezza, spesso si riportano nelle classi affermazioni fatte nelle riunioni e che dovrebbero essere coperte, per professionalità e deontologia, dal segreto; talvolta si ironizza sul collega in presenza dei ragazzi. Tutto ciò rovina non solo la coesione del personale, ma anche l’efficacia dell’azione formativa, generando forme di strumentalizzazione o plagio degli alunni
  4. qualcuno è accondiscendente nei confronti dei pettegolezzi o delle lamentele su altri colleghi, specie nei colloqui con i genitori
  5. manca una forma di gratificazione della Presidenza nei confronti degli insegnanti, non tanto in forma privata, quanto soprattutto in momenti e manifestazioni collettive
  6. si segnala a margine, in quanto non compete ai docenti ma è avvertito come problema, una mancanza di coesione del personale anche fra i non docenti e nella loro relazione con i dirigenti.

 

Proposte

Nella discussione sono state avanzate parecchie proposte, che vengono riassunte al termine della relazione per consentire un più diretta presa di coscienza delle linee di intervento da attuare per il miglioramento della voce "coesione del personale". Ognuna di queste proposte rimanda, naturalmente, alle analisi precedenti. Divideremo l’elenco in due categorie:

  1. proposte "tecniche"
  2. proposte "sulla relazione".

Proposta conclusiva sarà quella relativa alla ristrutturazione del Collegio docenti.

 

Proposte tecniche

  1. riguardo le verifiche comuni per classi parallele, si ritiene di proporre l’iniziativa solo per quanto riguarda la verifica sull’acquisizione di livelli tecnici minimi, tali da consentire l’accesso dell’alunno alla classe successiva; tale iniziativa interessa in particolare il passaggio dal biennio al triennio
  2. si ritiene di proporre anche un coordinamento fra insegnanti della stessa materia del biennio e del triennio per la formulazione dei "pacchetti settembre"
  3. circa il problema del rapporto fra biennio e triennio, si propone di inserire nella programmazione attuale in modo ufficiale delle riunioni d’area per coordinare il lavoro nei due cicli; tali riunioni potrebbero essere due all’anno, una all’inizio per programmare e coordinare il lavoro, l’altra alla fine per verificarlo
  4. sempre sullo stesso tema si propone di programmare ufficialmente un consiglio di classe (o di corso) a inizio d’anno, nel quale i docenti del biennio "consegnino" ai colleghi del triennio la classe, indicando il cammino compiuto, le difficoltà incontrate, i programmi svolti, il valore delle loro valutazioni; in tale riunione si ritiene di non dover entrare nell’analisi di singoli alunni, per non generare forme di pregiudizio
  5. sul problema dell’orario, vista l’importanza della distribuzione dei carichi di lavoro e la centralità dell’alunno, si ritiene che il Preside debba accettare e soddisfare una sola richiesta per ogni docente, al fine di poter formulare l’orario con attenzione maggiore alla didattica rispetto ai problemi personali degli insegnanti
  6. per favorire il funzionamento dell’asse verticale delle comunicazioni e l’efficacia e tempestività degli interventi, si ritiene opportuna la creazione di una équipe di collaboratori diretti della Presidenza e la istituzionalizzazione di figure di riferimento (Coordinatori di classe, responsabili di settore, animatori, vice-presidi ecc.), opportunamente scelte.

 

Proposte sulla "relazione"

Premesso che risulta difficile individuare azioni di miglioramento concrete sui rapporti interpersonali, se non quella di continuare a ricordarci vicendevolmente l’importanza del rispetto e della stima reciproca o quella di cercare di controllare il proprio carattere, si ritiene comunque opportuno avanzare qualche proposta:

  1. chiarire le motivazioni della presenza dei docenti in questa scuola, che non è una scuola-parcheggio in attesa di un posto allo stato, bensì un luogo dalle chiare e precise linee educative
  2. insistere sulla formazione dei docenti, incentivando iniziative per loro in tale direzione (incontri ufficiali, cammini formativi ecc.); la formazione deve ruotare attorno a due priorità: a) la natura cattolica della scuola, di cui il docente deve essere consapevole e promotore; b) linee comuni sulla disciplina, in quanto non è possibile che ognuno di noi abbia il suo stile in tale importante aspetto della formazione degli alunni (non possono convivere eccessi di lassismo con eccessi di rigidità)
  3. favorire la formazione religiosa dei docenti proponendo loro incontri facoltativi di riflessione e di preghiera; si auspica anche una partecipazione maggiore dei docenti nella commissione religiosa, nella convinzione che le proposte che meglio hanno funzionato sono quelle in cui i docenti sono stati personalmente coinvolti
  4. creare momenti e spazi di relazione umana per incentivare il clima di amicizia, che favorisca la relazione; si ritiene che le soluzioni tecniche funzioneranno solo se si instaurano buone relazioni personali

 

Ristrutturazione del Collegio docenti

Da tutti i ricchi contributi offerti dai membri del gruppo si ritiene di avanzare la seguente proposta di ristrutturazione:

  1. preparazione del Collegio: verranno forniti in anticipo non solo l’o.d.g., ma anche documenti di riferimento relativi ai punti da trattare; ciò consentirà di evitare interventi improvvisati e spesso emotivi, che generano malcontenti e polemiche inutili
  2. direzione del Collegio: il Preside deve dare e togliere la parola, ma soprattutto non deve consentire che si degeneri in forme di offesa personale
  3. delibere del Collegio: il Collegio è il luogo privilegiato della programmazione didattico-educativa, pertanto non può esimersi dalle sue responsabilità decisionali. Dunque il Collegio deve giungere a delibere ufficiali. Tali delibere sono di due tipi: a) delibere di indirizzo = il Collegio detta le norme e le linee di riferimento, che sono le linee guida, alle quali è ammessa deroga su richiesta al Preside e informando i colleghi nei momenti opportuni (es. gite); b) delibere operative = il Collegio decide e la decisione della maggioranza diventa vincolante per tutti i colleghi (es. tabella delle valutazioni)
  4. controllo delle delibere: per quanto riguarda le delibere tecniche, il Preside controllerà la loro effettiva attuazione da parte di tutti i docenti, per quanto riguarda le delibere non tecniche ma di relazione o che riguardano la sfera personale, non esiste alcuna forma di controllo che non passi attraverso la maturazione e la coscienza personale
  5. collocazione logistica: si propone di effettuare i Collegi docenti disponendo i partecipanti intorno a un tavolo (come per i consigli di classe e gli scrutini); tale disposizione, consentendo alle persone di guardarsi in faccia, può favorire il dialogo e nel contempo l’ascolto silenzioso di chi parla.

La commissione ritiene di aver lavorato con serenità e giudizio e presenta questo contributo ai colleghi, proponendolo come spunto per ulteriori riflessioni e per auspicabili decisioni.

 

RELAZIONE GRUPPO B

 

Tema: Funzionalità sviluppo professionale

 

Coordinatore: Domenico Gualandris

Segretaria: Chiara Chiozzini

Presenti: Alessandro Balestra, Daniela Belloli, Franco Campana, Laura Cavagna, Emilia Denti, Eugenio Donadoni, Virgilio Gallizioli, Barbara Piazza, Marta Recalcati, don Guido Resmini, Maria Luisa Rück, Giuseppina Zizzo.

Assenti: Paola Bernini, don Stefano Maffioletti, Cristina Sonzogni,

 

Dopo aver dato lettura delle schede di lavoro 4a e 4b, seguendo il cammino d’analisi della nostra realtà sui parametri da esse proposti, sono emerse le seguenti riflessioni:

a) Necessità di differenziazione tra percorsi di aggiornamento didattico-formativi comuni che ci permettano di fare evolvere il mestiere di insegnante a professione e aggiornamento riguardante le singole discipline. In questi ambiti si sente il bisogno di un’apertura verso l’esterno e di confronto con le diverse realtà presenti sul territorio.

b) Dal tentativo di descrivere una mappa dei bisogni formativi, si evidenzia la mancanza di una figura di riferimento che chiarisca questi bisogni (vengono sottolineate le diverse necessità di aggiornamento per i neo-assunti e per i neo-laureati), con funzione organizzativa e coordinante. Tale figura di staff si pone come filtro intermedio tra preside e docenti per agire in modo capillare su aspetti della didattica o nell’accettazione dei principi formativi della scuola.

c) Emerge chiaramente il bisogno di una programmazione dei corsi di aggiornamento secondo scelte contestualmente motivate, raccolte dalle proposte formulate da ogni singolo docente nella relazione finale.

d) Si chiede che, attraverso opportune documentazioni, venga offerta la possibilità di rendere partecipi i colleghi interessati delle proprie esperienze d’aggiornamento.

e) Sottolineando che l’arricchimento personale del docente attraverso la partecipazione a corsi di aggiornamento dovrebbe significare un miglioramento nella qualità del lavoro della scuola, si nota l’importanza di trovare una corretta formula di incentivazione all’aggiornamento: si propone la retribuzione delle spese vive inerenti alla partecipazione ai corsi preventivati e proposti agli organi di competenza.

 

1. Definire la mappa dei bisogni di arricchimento professionale, rilevati attraverso uno strumento che già esiste: la relazione finale, nella quale ogni docente dovrà inserire in un apposito paragrafo le proprie eventuali esigenze su temi di carattere essenzialmente pedagogico e psicologico, non direttamente legati alla propria disciplina.

2. Individuare, in sede di programmazione per fasce di materia, un tema che contribuisca all’aggiornamento e allo sviluppo professionale in un settore specifico ritenuto utile rispetto agli obiettivi didattici fissati.

3. Attraverso una relazione rendere partecipi i colleghi delle proprie esperienze di aggiornamento.

4. Incentivare economicamente i corsi di aggiornamento, approvati in sede di programmazione, mediante specifiche contribuzioni che coprano le spese realmente sostenute.

5. Valorizzare le figure di staff che già esistono (vicepresidi, direttore spirituale, psicologa) perché insieme con il preside, possano concordare ogni anno un piano di aggiornamento sulla base delle proposte formulate nelle relazioni finali, nelle programmazioni per area o attraverso altri sistemi di monitoraggio che raccolgano le effettive esigenze dei docenti.

 

SECONDA GIORNATA DI VERIFICA - 2 GIUGNO 1997

 

RELAZIONE GRUPPO A

 

Tema: Successo scolastico interno

 

Coordinatore: Lucio Sisana

Segretaria: Nicoletta Scarpellini

Presenti: Don Giuseppe Arnoldi, Augusto Balestra, Don Giuseppe Bolis, Roberto Calzana, Guglielmo Clivati, Maria Ester Cottarelli, Maria Grazia Guerrini, Mariangela Ferrari,

Assenti. Camillo Fumagalli, mons. Achille Sana

 

Il lavoro del gruppo sul tema "successo scolastico" si è articolato in tre momenti fondamentali :

  1. analisi dei documenti forniti dalla commissione qualità
  2. riflessione sul materiale, in particolare sul tema dell’abbandono scolastico e sul tema della valutazione
  3. proposte concrete da sottoporre ad eventuale approvazione da parte del Collegio dei docenti.

 

Analisi dei documenti

Non sono emerse particolari difficoltà o perplessità

 

Riflessioni

La fase della riflessione si è articolata nei seguenti punti :

 

L’abbandono scolastico

 

La valutazione

 

Proposte

Sono state avanzate le seguenti proposte :

 

Abbandono scolastico

  1. si chiede al Preside la convocazione del Consiglio di classe interessato prima della concessione di un nulla osta, informando i docenti delle motivazioni della richiesta e consentendo una riflessione collegiale ed eventuali proposte da parte del Consiglio ;
  2. ritenendo indispensabile in questi casi critici il dialogo fra scuola e famiglia, si propone di potenziare il ruolo di alcune figure esterne al Consiglio di classe, che possano dialogare ed eventualmente aiutare il ragazzo alla rimotivazione (per es. il padre spirituale)
  3. ritenendo che molti ragazzi a casa sono soli e che quindi possono trovarsi in difficoltà a studiare e a programmare i tempi di lavoro, si propone di creare nella nostra scuola strutture di appoggio allo studio personale; fra esse la migliore è sembrata quella di formare gruppi di studio personale pomeridiano assistito dalla presenza di una persona qualificata, gruppi in cui si garantisca il silenzio e che offrano anche momenti programmati di stacco e di svago

La valutazione

Viene proposto uno schema di valutazione, premettendo che la valutazione è da intendere come un voto finale complessivo del Consiglio di classe:

Concludendo, si ribadisce la delicatezza del tema della valutazione; tale aspetto richiede confronti e disponibilità al dialogo e al chiarimento da parte di tutti gli insegnanti.

 

RELAZIONE GRUPPO B

 

Tema: Apertura alla diversità

Coordinatore: Domenico Gualandris

Segretaria: Chiara Chiozzini

Presenti: Alessandro Balestra, Paola Bernini, Laura Cavagna, Emilia Denti, Virgilio Gallizioli, don Stefano Maffioletti, Marta Recalcati, don Guido Resmini.

Assenti: Daniela Belloli, Cristina Sonzogni.

 

Analisi dei documenti

Dopo aver letto le schede elaborate dalla Commissione Qualità e verificato che dai grafici illustrativi dei questionari l’apertura alla diversità appare come una delle priorità di sviluppo indicate da tutte le componenti scolastiche, il coordinatore invita il gruppo a riflessioni non vincolate dalle linee proposte, sia per la vastità del tema sia per permettere suggerimenti più spontanei.

Indica una linea di lavoro su tre principali specificità del tema:

- apertura della diversità nel momento in cui si accolgono nuovi studenti;

- apertura durante le azioni didattico-educative verso tutti gli studenti presenti;

- apertura verso l’esterno con azioni di volontariato.

 

Riflessioni

I contributi dei singoli docenti sono raccolti nei seguenti punti e ordinati secondo uno schema che si può riassumere nei seguenti azioni:

- accettare la diversità;

- accertarne l’inserimento

- guidare l’evoluzione all’interno del piano didattico-educativo del ciclo di studi.

 

a) Pur non trovando nel PEI e in altri documenti che costituiscono il dichiarato della nostra scuola alcune azioni riguardanti tale tema, si sottolinea che l’apertura alla diversità dovrebbe essere implicita ed attuata nel rispetto della stessa definizione di scuola cattolica.

b) Qualificante è il momento della formazione delle classi: è stata ribadita la necessità di una maggior conoscenza da parte dei docenti (in particolare dei Consigli di Classe del primo e del terzo anno) dei criteri seguiti.

c) Il limite della retta scolastica rappresenta un ostacolo non indifferente: la proposta di introduzione di fasce di reddito, condivisa nella sostanza, non è stata discussa, anche perché è argomento più di interesse di genitori e studenti, componenti chiamate a discutere della stessa priorità di sviluppo.

a) Non si dovrebbe mai parlare di tolleranza, ma di dialogo ed ogni docente non può essere estraneo a questa proposta formativa.

b) Il compito primario del docente resta quello didattico educativo ed è in questo ambito che deve sviluppare la propria azione.

c) Il progetto di Intercultura prevede che studenti stranieri siano accolti nella nostra scuola: viene proposta una minore rigidità nella frequenza delle singole materie, dando allo studente la possibilità di passare da una classe all’altra per favorire l’apprendimento di alcune discipline.

d) Le attività religiose sono spesso vissute dai ragazzi in modo passivo: bisognerebbe ridare la possibilità ai ragazzi di operare alcune scelte per permettere, soprattutto nelle classi più avanzate, che si manifestino anche alcune diversità di fede.

a) Viene evidenziata la necessità di una preliminare sensibilizzazione dei genitori e degli studenti di quelle classi in cui si accolgono ragazzi con vari problemi: a tal proposito si sottolinea che il diverso non è solo quello che appare con evidenza.

b) Si dovrebbero individuare forme per permettere che la diversità si diriga spontaneamente verso la nostra scuola, favorendo azioni di incontro e di coinvolgimento sul territorio; si è ritenuta molto efficace l’idea di borse di studio per studenti extracomunitari.

c) Il corpo docente dovrebbe contribuire alla formazione di una coscienza politica e civile negli studenti per educare alla convivenza di idee e alla nascita di un senso critico.

 

Conclusioni

Le tre azioni si realizzano solo se la formazione dei docenti (oggetto di una delle priorità di sviluppo) non esula da tale proposta di sviluppo: la scuola non si potrà mai dichiarare pronta all’apertura al diverso se i docenti non vengono coinvolti pienamente anche dal punto di vista della preparazione professionale.

a) Non sono state formulate proposte finali operative: le indicazioni emerse nelle riflessioni si dovranno infatti confrontare ed inserire nel più ampio dibattito svolto anche dai genitori e dagli studenti.

b) Alcuni aspetti di non qualità e le conseguenti azioni di miglioramento non sono stati presi in considerazione per mancanza di tempo: in particolare non è stato discussa l’azione di miglioramento che invitava ad un’apertura ai problemi sociali con esperienze concrete di volontariato.

 

RELAZIONE GRUPPO C

 

Tema: Integrazione con il sistema scolastico

Coordinatore: Fernando Noris

Segretaria: Giuseppina Zizzo

Presenti: don Pietro Biaggi, Chiara Moretti, Augusto Morosini, Tiziana Togni, Franco

Campana, Eugenio Donadoni, Barbara Piazza, Maria Luisa Rück.

 

Il lavoro del gruppo ha preso in esame alcune argomenti desunti dalla scheda introduttiva:

1. rapporto con altre scuole e altri Enti

2. conoscenza reciproca (documenti di programmazione)

3. possibilità e limiti di una azione di coordinamento

4. il problema delle modalità per far conoscere la " vera" realtà del Collegio

5. l'idea di una scuola " aperta".

É stato anche guidato da una attenzione nei confronti delle conseguenze che potrebbero derivare dalla Legge Bassanini sull'autonomia scolastica, dai movimenti organizzativi interni all'Opera S. Alessandro, dalla prevista emanazione del progetto di legge sulla parità, dalla più generale idea riformatrice dei cicli scolastici.

La trattazione delle problematiche interne alla nostra Scuola è stata condotta sulla base di esperienze riferite come significative, o di proposte che si sono ritenute praticabili per l'immediato futuro.

Lettura delle schede:

Dalle indicazioni sulle Azioni di miglioramento sono scaturite le seguenti constatazioni:

Confronto tra scuole su programmi, metodi e sistemi educativi

1. Positive, anche se episodiche e individualisticamente gestite, sono le esperienze di un rapporto con le iniziative di altre scuole o Enti:

- USL, per progetto salute. Al di là del buon lavoro effettuato, è stata una occasione per fare conoscere fuori dal Collegio la sua realtà, soprattutto fra i docenti della scuola statale;

- Progetto Velia, attività di studio, scavo, archeologia;

- Progetto Gare Matematica e Fisica: organizzate presso la nostra Scuola ha incontrato il rifiuto di qualche scuola cittadina (Mascheroni, Lussana) . Buoni i contatti tra i docenti interessati

- Progetto Intercultura (si veda più avanti)

- Progetto Aggiornamento. Unico è stato il recente episodio del corso di aggiornamento aperto a tutte le scuole su Storia e Storiografia. E' una esperienza che andrebbe ripetuta e ampliata.

- Positive anche tutte le varie partecipazioni a Convegni e Concorsi, documentati in Annuario, anno per anno.

Coordinamento su valutazione, recupero, attività integrative.

2. Di maggiore difficoltà si è presentata la seconda riflessione, quella del confronto su programmi e metodi. La questione prioritaria ha riguardato la necessità o la convenienza di definire in precedenza la propria identità al riguardo, prima di avviarsi a un confronto con gli altri.

Non sono del resto apparse chiare, dagli interventi prodotti, le modalità operative di questo auspicato, e certamente utile, coordinamento.

Si è proposta l'acquisizione dei documenti quali la Carte dei Servizi delle varie scuole, il Progetto Educativo, la programmazione educativa di istituto e, se possibile, le programmazioni curricolari. È stata sottolineata la difficoltà di tali acquisizioni, ma anche la loro parziale fattibilità soprattutto se gestita tramite rapporti personali tra colleghi più che istituzionali. Certamente più facile si dovrebbe presentare il percorso rivolto al coordinamento con le scuole cattoliche, con le quali si potrebbero strutturare percorsi disciplinari più omogenei. La cosa rimarrà però a livello di auspicio se non si attiveranno iniziative gestite collegialmente dai dirigenti delle varie scuole cattoliche (ad esempio, con corsi di aggiornamento disciplinare, materia per materia, o di materie per area)

Intanto si potrebbero utilizzare tutte le occasioni di incontro anche per chiarire la "vera" identità professionale dei docenti della nostra scuola, che, ancora per ragioni che riconducono alla immagine "chiusa" della scuola, non sempre sono conosciuti come validi; in tanti casi la loro professionalità è stata una sorpresa per i colleghi della scuola statale.

3. Gli altri aspetti relativi al coordinamento (valutazione, recupero, integrazione...) sono stati analizzati a partire dalla necessità di definire sempre meglio l’identità della nostra scuola e la sua prassi operativa, attraverso una maggiore flessibilità, una maggiore attenzione alle possibili integrazioni migliorative condotte anche sulla base della conoscenza di quanto avviene in altre scuole.

Da questo punto di vista la partecipazione del Collegio alla ricerca nazionale sulla qualità nella scuola ha già aperto un orizzonte di grandi possibilità nuove. Anche le prospettive della autonomia, e, se arriverà, della legge sulla parità, intensificheranno l'obbligo o la convenienza per ogni azione di coordinamento. Del resto pare che già la legge Bassanini configuri unità scolastiche di 1.200 alunni, da gestire all'interno di un inevitabile coordinamento sul territorio.

Presenza nell'editoria scolastica cittadina e provinciale

4. Si ravvisa l'opportunità di nominare un referente per tutte le problematiche della comunicazione giornalistica sui mass media cittadini e provinciali. L'aspetto di relativa meraviglia sta nella constatazione che, pur trattandosi di mezzi a proprietà o controllo ecclesiastico, resta così difficile e non sistematico l'approdo su tali mezzi delle notizie sulla vita della nostra scuola.

Si tratta certamente di un problema che un più efficace coordinamento potrebbe risolvere; anche con una maggiore disponibilità da parte di chi viene invitato di volta in volta a prestare collaborazioni (ad esempio, una volta al mese La Nostra Domenica dedica un intero inserto al mondo della scuola: non sempre è agevole reperire materiale da pubblicare).

Va anche divulgata l'opportunità per i nostri studenti di partecipare alla redazione delle diverse testate giornalistiche giovanili (Bergamo Giovani, NC...)

Esperienza di Intercultura

5. Molti sono stati gli aspetti positivi sottolineati, in maniera diversa a seconda che ne siano state interessate intere classi o siano state esperienze solo individuali.

Sulle prime, i pareri favorevoli hanno riguardato: conoscere altre realtà scolastiche culturali sociali; coesione della classe; effetti culturali valutabili non solo nel breve periodo. Tali aspetti positivi compensano alcuni limiti che hanno prodotto deconcentrazione e mancanza di continuità nel quotidiano lavoro scolastico (soprattutto in coincidenza con un mese di aprile già ridotto del suo). L'esperienza è certamente da conservare e da estendere, cercando di scegliere un periodo dell'anno più opportuno; cercare di riversare su tutta la scuola il dato costruttivo dell'esperienza; nutrire fiducia sul valore di acquisizioni culturali di respiro più ampio, anche non immediatamente valutabili.

Sulle seconde, i pareri favorevoli hanno riguardato: l’acquisizione di maggiore sicurezza di sé della persona coinvolta (maturazione personale, apertura alla diversità). E’ stata valutata più positivamente l'esperienza dei 12 mesi piuttosto che quella dei 6, di più difficile integrazione. Aspetti di miglioramento: interpellare il Consiglio di Classe per favorire le fasi precedenti e quelle del rientro; studiare bene modalità contenuti e tempi dell'eventuale recupero di taluni aspetti del programma della scuola italiana.

É stato tuttavia rimarcato che la validità di tale esperienza - di vita e di scuola - non deve essere valutata positivamente solo e per quanto integrabile nel nostro sistema scolastico: probabilmente consegue risultati non così facilmente verificabili. Probabilmente una apertura europea o mondiale si favorisce anche con iniziative come Intercultura.

Open day

6. Sono state riferite esperienze di iniziative e di auto-presentazione di altre scuole.

Per favorire la conoscenza della nostra scuola e il contatto con la sua realtà vanno indivuate strategie da scegliere tra:

- Incontri con le famiglie e gli alunni preiscritti, con presenza di docenti

- Incontri serali a invito rivolti a possibili utenti

- Giornate festive con scuola aperta, con disponibilità dei docenti ad essere presenti

- Studiare iniziative di accoglienza anche dopo l'inizio d'anno, con appuntamenti sistematici per famiglie e alunni

- Identificare un interlocutore privilegiato nei parroci dei nostri alunni (invito al Collegio, con iniziative anche conviviali): favorire la conoscenza della scuola, favorire la conoscenza degli alunni. Ma anche intrattenere rapporti sistematici con le altre scuole cattoliche (borse di studio, contatti di collaborazione/consulenza, apertura alle iniziative ecclesiali, contatti con gruppi e movimenti...)

Si è constatato che si conosce poco e male la realtà del Collegio, anche e soprattutto forse, in ambito cattolico.

Sarà opportuno studiare e proporre un progetto complessivo sulle modalità di presenza del Collegio presso la pubblica opinione e nell'ambiente ecclesiastico.

Occorrerà anche prevedere uno stanziamento in bilancio per tutte le iniziative legate all'accoglienza.

Una forma di accoglienza particolare e quotidiana potrebbe essere quella di tentare una forma di "inizio giornata" sul tipo di quella sperimentata durante la Quaresima e l'Avvento: perché non estenderla a tutto l'anno? Un pensiero, una riflessione, due minuti per incominciare una giornata di lavoro (a gruppi, a classi, a biennio, triennio...) Aspetto da studiare. La realtà di riferimento da cui partire è il numero dei partecipanti alla messa giornaliera.

Per i rimanenti due punti, (presenza dei docenti nel dibattito politico e culturale; e clima di collaborazione con la scuola statale) si rinvia alla riflessione assembleare.