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Reg. Tribunale Lecce n. 662 del 01.07.1997
Direttore responsabile: Dario Cillo


 

Dal disagio ai bisogni
dinamiche processuali, indicatori e descrittori

di Gioachinpaolo Tortorici

 

Articolazione dell'intervento

·        Premessa

·        La condizione educativa dei giovani nella società complessa del terzo millennio

·        Disagio - bisogni- interessi : dinamiche processuali

·        Autostima  e autoefficacia : Concettualizzazione, indicatori e descrittori

 

Premessa

L'opportunità di affrontare e sviluppare i fuochi tematici previsti dall'intervento mi ha spinto a riflettere sulle mie esperienze  e, nel contempo, mi ha permesso di delineare un quadro dentro il quale legittimare la profonda  convinzione che il soggetto in età evolutiva (ma anche ciascuno di noi) per poter  costruire e  sviluppare armonicamente la propria personalità ha bisogno di essere stimato, di sviluppare il sentimento dell'autostima e il senso di autoefficacia .

Nel corso dell'intervento tratteggeremo a grandi linee le problematiche della condizione giovanile immersa nella società globale-complessa del terzo millennio  ed entreremo nel vivo delle dinamiche processuali che  interconnettono i disagi ai bisogni e agli interessi, per poi esplorare, in particolare il "bisogno di autostima" una dimensione fondamentale della personalità, di cui i nostri giovani sono vistosamente carenti e dimostrano di averne  un grande bisogno.

Infine, concluderemo la nostra conversazione analizzando il microprocesso autoefficacia che  rappresenta un aspetto interessante  dell'autostima e poco esplorato.

 

La condizione educativa dei giovani nella società complessa

Oggi viviamo in una società complessa caratterizzata dalla globalizzazione [1] , da profondi mutamenti socio-economici e politici, dal rapido cambiamento dei valori di riferimento, ma anche dall'eterogeneità e dalla contraddizione delle proposte e dei modelli culturali contemporaneamente presenti nel sociale che non ci fanno vedere bene  la strada che stiamo percorrendo e la nostra destinazione, disorientandoci e rendendoci più fragili. La società  non risulta più integrata sulla base di valori comuni, di norme morali universalmente condivise, ma, piuttosto, valgono regole, norme, valori e procedure funzionalmente specifiche ai sottosistemi in cui è strutturata l'organizzazione sociale.

Poiché è difficile determinare in modo categorico ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, ciò che è conforme alle regole e ciò che non lo è, ciò che è bene e ciò che è male, allora si è  tentati di trovare una soluzione o meglio una scorciatoia a questa totale incertezza riducendo la complessità, cioè cercando di dare un senso unitario alla propria realtà[2] che può arrivare fino all'integralismo, oppure accettando la contraddizione e reagendo in maniera flessibile[3]  che può condurre ad una perdita di identità.

Queste  riflessioni  ci inducono ad esprimere due ordini di considerazione:

§         La scuola sta attraversando una doppia crisi d'identità; una di contesto, in quanto parte di una società che soffre una crisi d'identità epocale, e l'altra di sistema dovuta alle febbrili innovazioni in fieri e alla mancanza di un modello formativo poggiato su assi culturali solidi. La sua identità sembra oscillare, come un pendolo, tra la centralità dell'alunno   (che si vorrebbe attuare con i curricoli personalizzati o meglio personalizzanti per porre maggiore attenzione alla persona-alunno) e l'araba fenice degli standard formativi che hanno il sapore dell'efficientismo e della produttività a tutti i costi  (scuola-impresa-prodotto-standard  ) e  che spostano il baricentro  verso i risultati)

§         Finché i valori e i principi educativi che si intendono perseguire e adottare, e che rappresentano i fini e la determinante  di ogni decisione educativa non verranno chiaramente definititi, resi espliciti, riconosciuti, condivisi e difesi , l'ambiguità graverà pesantemente sul sistema scuola dando adito alle incoerenze, alle aberrazioni, ai tradimenti..

In questo quadro di riferimento il processo di ricerca e di acquisizione dell'identità personale diviene per gli adulti e, soprattutto, per i giovani studenti assai problematico;  questi ultimi, infatti, esprimono enormi difficoltà  di natura emotiva, affettiva e relazionale  nel gestire i loro rapporti interpersonali in relazione ai propri  bisogni e alle aspettative della società.

La  scuola, come  comunità educante, ha  il compito di individuare azioni strategiche idonee a trasformare:

§         i disagi  e i bisogni, talvolta confusi, in precise domande di formazione e di educazione , di dibattito culturale e di ricerca motivazionale;

§          le condizioni di malessere diffuso in una domanda chiara di cambiamento volta a promuovere negli studenti condizioni di agio [4], di benessere psico-fisico e socio-affettivo-relazionale .

Il disagio non è una condizione  dell'essere giovani e nemmeno uno stato d'animo, ma un "un grido che denuncia, da parte dei giovani, il bisogno della giusta distanza nelle relazioni con gli adulti e che chiede di ri-visitare la nostra capacità di porci gli uni vicini agli altri" (Don Luigi Ciotti).

Gli  interventi di  prevenzione del disagio e di educazione alla legalità richiedono al docente educatore precise scelte di campo e di priorità, oltre ad una continua assunzione collegiale di decisioni, che debbono necessariamente fondarsi, a loro volta, sulla più ampia disponibilità di informazioni raccolte in modo puntuale ed  organico . Va evitata, in altri termini, la ricorrente tendenza  a lanciare progetti e/o programmi d'intervento sull'educazione alla legalità viziati all'origine dalla presunzione di poter cogliere l'essenza dei fenomeni del disagio, della devianza e della emarginazione a partire dalle rappresentazioni sociali predominanti o sulla base di pre-comprensioni ideologiche intorno a presunti e generici bisogni del territorio.

In questa prospettiva, al fine di prevenire e contrastare i principali fattori di rischio che causano i fenomeni del disagio, dell'aggressività e della violenza , è necessario attuare  programmi d'intervento efficaci in grado di guardare con maggiore attenzione alla dimensione relazionale-emotiva  che permea la quotidianità dei processi educativi e che comunque esercita una precisa influenza sugli alunni in termini di atteggiamenti, di motivazioni, di modalità relazionali, di immagine di sé e di percezione dell'autostima.

 

Disagio - bisogni- interessi : dinamiche processuali

Che cosa è il disagio ?

Il  termine disagio  ha due connotazioni: una positiva ed una negativa. Quella positiva  (socratica) si manifesta come insoddisfazione per ciò che si è acquisito, fatto, raggiunto,  per cui l'educatore deve continuamente  sollecitare al loro superamento  promuovendo una sana insoddisfazione perché avvenga il "cambiamento" .  Quella negativa si manifesta come carenza più o meno profonda di qualcosa, cioè come un  malessere profondo, come un "non star bene" con noi stessi, con gli altri e con le istituzioni . La mancanza che genera il disagio negativo  può essere individuata fondamentalmente come la mancanza di comunicazione, di affetto, di emozioni, di senso (nella nostra realtà sono venuti meno alcuni punti di riferimento essenziali per cui  l'uomo di oggi è disorientato, non sa più chi è, in che direzione sta andando la sua vita, quali sono i suoi orizzonti, etc.) di progettualità (oggi si pone l'accento più sull'esperienza che sul progetto : molti giovani di oggi consumano la propria vita alla giornata e stentano a pensare e progettare la propria vita affettiva, relazionale, professionale, etc. La mancanza di progettualità è fonte di disagio per gli allievi, ma anche per gli adulti: si ritiene che sia una delle principali cause della depressione esistenziale e della perdita di memoria intesa come incapacità di far sintesi della propria esistenza storica. La perdita di memoria individuale o collettiva è un vuoto incolmabile di ideali e di aspirazioni per il soggetto, per un gruppo o per un popolo.

Se la scuola vuole essere al passo con i tempi, o meglio se li vuole precorrere, allo scopo di preparare le nuove generazioni alle responsabilità che come uomini, cittadini attivi e membri della società saranno chiamati ad assumere, allora deve interrogarsi profondamente sui loro disagi più profondi, sui loro  bisogni autentici sui loro interessi prevalenti.

Proviamo  ad esplorare quando affiora un disagio o meglio quali sono i presupposti che portano il soggetto a percepirlo e a definirlo.

Diciamo subito che non esiste il metodo che permetta al soggetto o  a chi ha cura di lui di far emergere, rinvenire, scoprire le varie tipologie e forme di disagio , proprio perché il disagio è multiforme e  spesso legato ad altri disagi più profondi, inestricabili e, quindi, difficilmente esplorabili dall'educatore, ma a volte nemmeno  dagli esperti (psicologo, psicanalista, etc.) . Diciamo subito che esistono una pluralità di metodologie e di tecniche per rinvenire e definire il disagio. Una metodologia efficace, applicabile in un contesto educativo, è quella basata sulla problematizzazione.

In genere, quando un adolescente o un giovane si trova in una situazione di forte incertezza, di dubbio, di inquietudine, di malessere manifesta dei segnali che l'educatore deve essere pronto a cogliere per intervenire tempestivamente. In questa prima fase diciamo che ci troviamo in una situazione problematica o problemica. In buona sostanza questa è la fase in cui si devono raccogliere dati anche se il contesto dove collocarli appare ancora incerto. Solo dopo che si sono analizzati ed elaborati i dati più significativi ricavati dalla situazione problematica, si è in grado di formulare il problema e quindi di circoscrivere e identificare il disagio,  prendendone coscienza, e successivamente definire le azioni ammissibili e i sottoproblemi che ne possono derivare, secondo un metodo di esplorazione ordinato e sistematico. Per affrontare qualsiasi problema è necessario, in una seconda fase, operare sui dati elaborati delle  trasformazioni tramite un processo che risolva, se ciò è possibile, la situazione problematica che si sta esplorando.

Elaborare i dati, trasformarli nel risultato voluto sottintende l'attivazione delle seguenti operazioni:

§         analizzare vincoli, combinare le varie azioni con economia di tempo, usando razionalmente le risorse;

§         individuare ed organizzare le diverse strategie risolutive, cioè le procedure che inducono dai dati al risultato;

§         suddividere la procedura/procedimento adottata/o in tappe successive ordinate logicamente;

§         decidere la soluzione in base a criteri di efficienza, di economia, di realizzabilità e di funzionalità.

Quindi, in questa seconda fase si ha la progettazione e la realizzazione di interventi educativi, in risposta al problema-disagio evidenziato, sia a livello di singolo insegnante che di  gruppo di docenti, di Consiglio di classe.

In questo modo l'azione mirata alla promozione dello star bene viene calibrata in relazione al soggetto e in rapporto allo specifico contesto scolastico e trova la sua legittimazione nell'essere la risultante di un processo di esplorazione e di condivisione di bisogni reali.

Prima di accingerci a illustrare la dinamica processuale che interconnette "interessi" , "bisogni" e "disagi"  vediamo cosa intendiamo per bisogni . Essi sono quelle esperienze profonde che necessitano di appagamento per raggiungere un equilibrio psichico e che fanno da spinta al nostro comportamento, lo condizionano, talvolta lo disturbano. Una situazione particolare tanto più risponde ad essi, quanto più  finisce col diventare motivante e  interessante.

L'interesse può essere considerato come la punta di un iceberg del bisogno, la parte che emerge, che si rivela; esso rappresenta la manifestazione del bisogno, influenzata e condizionata dal contesto socio-culturale in cui l'individuo vive, mentre il disagio  rappresenta la parte sommersa dell'iceberg da cui ha origine e si sviluppa il bisogno. Quest'ultimo, infatti, può  scaturire da varie forme di disagio che creano un forte squilibrio nel soggetto, un vuoto da colmare  e che si traduce, quindi,  in un corrispondente bisogno da soddisfare.

In contesti differenti i bisogni possono manifestarsi con interessi diversi, così come uno stesso interesse può rapportarsi a bisogni diversi.  I bisogni possono essere individuati attraverso l'analisi degli  interessi che i giovani spontaneamente manifestano, dentro e fuori la scuola.

La ricerca educativa corrente sottolinea l'importanza di correlare armonicamente le proposte formative della scuola, le aspettative delle famiglie, le esigenze socio-culturali del territorio con i bisogni educativi degli allievi.

Un progetto e un programma d'interventi, infatti,  dovrebbero dare risposte puntuali e precise ai bisogni concreti dell'alunno, hic et nunc, che sono intimamente legati alle sue  caratteristiche psico-fisiche, emotive, affettivo-relazionali e cognitive.

 Concludiamo queste brevi note di riflessione sulle interconnessioni “disagi-bisogni-interessi” cercando,  dapprima, di illustrare (avvalendoci dell'allegate  schede di osservazione - Mappa  dei bisogni afferenti l'area socio-emozionale-affettiva) i bisogni fondamentali di una persona in età evolutiva e, in particolare, dei soggetti a rischio e dei giovani in condizione di disagio socio-affettivo-relazionale, e, successivamente, cercando di costruire, analizzare e descrivere la mappa delle azioni educative idonee a promuovere, favorire e sviluppare l'autostima (vedi l'allegata scheda - "Il bisogno di autostima").

Infine, prenderemo in esame  "il senso di autoefficacia" [5] personale e cercheremo di operazionalizzarlo  nei suoi descrittori principali (vedi scheda allegata).

 

Autostima  e autoefficacia : Concettualizzazione,  indicatori e descrittori

L'autostima,  una dimensione  fondamentale nel processo di costruzione della propria identità e personalità,   rappresenta uno stile di  risposta dell'individuo a se stesso e alla società e più precisamente la capacità di apprezzare il valore e l'importanza della propria persona nella consapevolezza di poter fare affidamento su se stessi e di agire responsabilmente nei confronti degli altri .

L'autostima  è ,  secondo  la   definizione di  W.  James  (Autostima = Successo/Aspettative) ,  " il rapporto - confronto tra successi concretamente ottenuti e corrispondenti aspettative del soggetto".

L'Oxford English Dictionary definisce l'autostima innanzitutto come "apprezzamento od opinione positiva di se stessi"  facendo risalire l'uso del termine al 1600.

I dizionari  americani ne danno una definizione più sintetica, "buona opinione di sé ", "fiducia in se stessi", "rispetto di se stessi"

Il concetto di autostima, lontano dall'essere un prodotto tipico della psicologia, ha origini molto più antiche  della moderna cultura occidentale che è individualista e tutta ripiegata  sui problemi del proprio Io.

Le sue radici affondano  e  attraversano le culture occidentali e orientali e anche se i termini usati sono differenti, il significato è analogo. Citiamo il modo di esprimere il concetto di autostima in alcune delle lingue più diffuse omettendo, per brevità, le altre.

In Italia, Brasile e Portogallo il termine analogo è amor proprio, così pure quello utilizzato in Francia (amour propre). Per le popolazioni di lingua spagnola, il termine in uso è buena opiniòn de sì mismo, mentre per i popoli germanici l'espressione corrispondente è das Selbst Hchschatzen. Una  parola sola, samouvazenie, è quella usata in Russia. Il cinese unisce l'ideogramma significante " zi " che significa se stesso con quello usato per significare stima o rispetto che si pronuncia "zun" e dice zizun.

L'autostima è il vaccino sociale  indispensabile per combattere le gravi forme di disagio esistenziale, l'emarginazione scolastica  , la dipendenza, molte forme di violenza e di devianza giovanile, l'aggressività,  la prepotenza e l'insuccesso scolastico.

Formarsi un solido senso di autostima è fondamentale per tutti gli individui, e soprattutto, per  gli studenti in situazioni di disagio (emotivo, socio-affetivo e relazionale) responsabili di comportamenti inaccettabili e di prestazioni scolastiche carenti. Sentirsi bene, riguardo a quello che si è, consente di apprendere in modo più efficace, aiuta ad affrontare  meglio i problemi e le tensioni della vita e spinge a crearsi un futuro migliore.

L'autostima generale  o globale è  un processo multidimensionale che si articola fondamentalmente nelle seguenti sei aree :

1.      Emozionale (la capacità di osservare e analizzare le proprie emozioni; la capacità di controllare e gestire le emozioni negative).

2.      Corporea (come viene vissute  l'immagine corporea e le capacità fisiche).

3.      Familiare (come e in che misura ci si sente amati e valorizzati nelle relazioni  familiari).

4.      Interpersonale (come si valutano i rapporti interpersonali e socio-relazionali con il gruppo dei pari  e con gli adulti).

5.      Ambientale (come è esercitata la capacità di controllo e dominio  degli eventi della propria vita e la capacità di padroneggiare l'ambiente circostante).

6.      Scolastica/lavorativa  ( il piacere e l'emozione di apprendere/di lavorare; i successi e i fallimenti scolastici/nell'ambiente di lavoro).

L'autostima globale si sviluppa attraverso un processo d'interazione reciproca dell'individuo con il suo ambiente ed è il risultato del confronto tra:

§         quello che si pensa di essere (sé percepito) e quello che si vorrebbe essere (sé ideale);

§         successi concretamente ottenuti ( risultati reali)  e corrispondenti aspettative     (risultati attesi ideali ).

Avere fiducia in se stessi, l'essere soddisfatti o meno di se stessi dipende, più che dai successi o insuccessi ottenuti, dai criteri di valutazione utilizzati dal soggetto nell'apprezzamento dei risultati ottenuti. A creare disagio, conflitti interiori, malessere, etc. (o viceversa condizioni di agio e di benessere) è, infatti, il differenziale tra il sé ideale ed il sé percepito.

L'autoefficacia  è una componente fondamentale dell'autostima, la quale, a sua volta, rappresenta un’importante dimensione della personalità. Il " senso di autoefficacia" [6],  cioè le convinzioni sulla propria efficacia personale rispetto all'affrontare con successo le richieste della vita, permette di migliorare il self-control nell'azione intenzionale e,   in particolare, nei processi  di gestione dello stress; inoltre, promuove  l'assunzione di comportamenti positivi che aiutano a prevenire varie forme di disagio favorendo condizioni di benessere psico-fisico,  socio-affettivo-relazionale e influenzando in modo significativo la realizzazione personale e  la direzione che prende la vita.

Le convinzioni di efficacia influenzano il modo in cui le persone pensano, si sentono, trovano delle fonti di motivazione personale e agiscono. La persona con un senso di autoefficacia alto ha un pensiero positivo,  è motivata, sceglie obiettivi notevoli  e ottiene risultati più soddisfacenti di chi ha un senso di autoefficacia  basso  e percepisce in modo negativo le proprie possibilità.

Le convinzioni del soggetto riguardo alla propria efficacia scaturiscono dalle seguenti fonti principali:

1.      Le esperienze di gestione efficace: sono il banco di prova circa la capacità dell'individuo di saper utilizzare le risorse necessarie per  affrontare  con successo situazioni, fatti, problemi. I  fallimenti indeboliscono il senso di autoefficacia personale, mentre le riuscite e i successi determinano una solida fiducia nella propria efficacia personale.

2.      L'esperienza vicaria fornita dall'osservazione di modelli. "Il fatto di vedere persone simili a sé  che raggiungono i propri obiettivi attraverso l'impegno e l'azione personale incrementa nell'osservatore la convinzione di possedere anch'egli le capacità necessarie a riuscire in situazioni analoghe " [7] . Mentre l'osservazione si soggetti che non raggiungono con successo gli obiettivi prefissati, nonostante l'impegno, indebolisce il senso di autoefficacia dell'osservatore  demotivandolo.

3.      La persuasione forte  e determinata. La convinzione della persona di possedere ciò che occorre per la riuscita e il successo migliora la fiducia in se stessi, promuove lo sviluppo di abilità che mobilitano il soggetto e rafforza ulteriormente il senso di autoefficacia.

4.      L'umore, la condizione dello spirito, le emozioni,  lo stato d'animo positivi accrescono il senso di efficacia personale, mentre quelli negativi lo diminuiscono.

Il senso di autoefficacia regola lo sviluppo e la manifestazione di molte dimensioni della personalità del soggetto mediante processi mentali, motivazionali [8]   e affettivi che interagiscono sinergicamente .

Una buona parte del comportamento umano viene regolato dal porsi obiettivi, dotati di valore soggettivo, che vengono influenzati dalla  stima soggettiva delle proprie capacità  e prestazioni.

"È necessario un forte senso di efficacia per rimanere determinati nel perseguimento dei propri obiettivi di fronte a situazioni difficili, fallimenti e regressioni……………………  Le convinzioni di efficacia, quindi, contribuiscono alla motivazione in molti modi. Esse determinano gli obiettivi che le persone si pongono, la quantità d'impegno che attivano, quanto a lungo perseverano di fronte alle difficoltà e l'entità delle capacità di recupero in seguito agli insuccessi. " [9]

Pertanto è auspicabile e necessario che la scuola programmi e  avvii una serie d'interventi educativi in grado di promuovere e favorire negli alunni lo sviluppo dell'autoefficacia personale, non dimenticando che il viaggio di ricerca dentro di noi, il guardarci con occhi nuovi ci permette di scoprire potenzialità nascoste inimmaginabili.

Il messaggio contenuto nell'invito trova una sintesi ideale nei due splendidi  versi di vita :

                                        Di uomini morti ho venerato la forza,
                                        Dimenticandomi che io ero forte
                                        Sakville West   


Bibliografia essenziale ragionata

 

§         Bandura A., Autoefficacia - Teoria e applicazioni, Edizioni Erickson, Trento 1999

Questo volume rappresenta l'opera più importante e sistematica di Albert Bandura, uno dei maggiori psicologi viventi, noto per i suoi studi sul concetto di autoefficacia che si inquadra in un'originale teoria della personalità, definita dall'autore "sociocognitiva".  Dopo aver chiarito i presupposti filosofici di tale teoria, Bandura delinea la natura e la struttura del meccanismo generativo dell'autoefficacia, la sua evoluzione nel corso della vita e il suo ruolo nei principali contesti di vita.

Vengono analizzate quindi le fonti tradizionali del senso di efficacia personale e l'interazione dei processi cognitivi, motivazionali, affettivi e sociali.

Dal volume emerge una visione della persona come essere sociale che è, in parte, capace di sottrarsi al determinismo biologico e ambientale attraverso un processo di autoregolazione continua, in costante dialogo con i suoi processi interni ed esterni.

§         Bandura A. ( a cura di.), Il senso di autoefficacia - Aspettative su di sé e azione, Edizioni Erickson, Trento 2000

Il senso di autoefficacia,  una dimensione fondamentale della personalità, permette di migliorare l'autocontrollo nell'azione intenzionale, in particolare nei processi di apprendimento e studio, di gestione dello stress e nella modificazione di comportamenti rilevanti per la salute.

Il volume comprende interventi di autori vari e autorevoli ed  è organizzato attorno ad un concetto essenziale, e cioè che le convinzioni sulla propria efficacia personale rispetto all'affrontare con successo le richieste della vita influenzano in modo significativo il benessere psicologico, la realizzazione personale e la direzione che prende la propria vita. I vari capitoli analizzano le diverse modalità attraverso cui le convinzioni di efficacia contribuiscono alla selezione, alla costruzione e alla gestione dei contesti ambientali, nel quadro di un processo di adattamento a condizioni di rapido mutamento sociale.

§         Bracken B.A., Test TMA - Valutazione multidimensionale dell'autostima, Edizioni Erickson, Trento 2003

Il test TMA (Test multidimensionale dell'Autostima) consente una valutazione dell'autostima, in età evolutiva, nelle molteplici dimensioni.

La valutazione diagnostica dell'autostima richiede particolare attenzione e sensibilità su una dimensione fondamentale della personalità dei soggetti in età evolutiva: l'autopercezione e autovalutazione del proprio Sé.

L'opera, utile nella scuola per impostare un'accurata programmazione educativa multidisciplinare, per prevenire e contrastare le situazioni di disagio responsabili di comportamenti inaccettabili,  si compone di un manuale e di due protocolli di valutazione che consentono una doppia compilazione da parte dell'insegnante e dell'alunno valutato.

§         Di Mauro M., Comunicare bene per insegnare bene, Armando editore, Roma 2002.

I processi d'insegnamento-apprendimento che l'insegnante costruisce con il suo allievo sono uno scambio continuo di realtà esperienziali che cercano l'un l'altra di incontrarsi e riconoscersi.

U. Margiotta nell'introduzione al volume osserva che : "Il problema delle interazioni tra aspetti cognitivi, metacognitivi ed emotivo-motivazionali va sicuramente tenuto presente nell'insegnamento e ciò per la ricorrenza di due capitali interrogativi…… ", si omette per brevità il primo per citare testualmente il secondo interrogativo : "Come rendere praticabile un percorso d'istruzione che raggiunga al cuore la personalità di chi apprende? ". L'analisi, affrontata e compiuta dall'Autore del testo, si muove sullo sfondo concettuale a cui richiama la domanda  e  sviluppa un percorso che attraversa il vissuto pedagogico dell'insegnante alla ricerca di una vera e propria "pedagogia della comunicazione".

Il capitolo dedicato al "Comprendere e comunicare le emozioni",  è ricco di richiami e inquadramenti teorici, ma anche d'indicazioni operative, che mettono a fuoco alcuni aspetti interessanti sull'autostima e sul sentimento di autoefficacia .

§         Mariani U. e  Schiralli R., Costruire  il  benessere  personale in  classe, Edizioni  Erickson, Trento  2 000

Gran parte dei disagi degli studenti si devono vedere come "agi mancati" e sono da attribuire a condizioni "ecologiche"  che non favoriscono lo sviluppo adeguato di emozioni, desideri, interessi. L'offerta formativa della scuola può rappresentare l'occasione per costruire percorsi attraverso i quali la maturazione cognitiva e quella affettiva procedano di pari passo: non è possibile nessuna didattica senza promuovere benessere dentro e intorno al soggetto, favorendo in classe lo sviluppo di capacità di autoprotezione dal disagio.

Nel testo sono descritte, inoltre, numerose tecniche e strategie d'intervento per aiutare gli alunni a riconoscere e gestire le proprie emozioni,  per promuovere il protagonismo giovanile e l'autostima.

§         Pope  A., Migliorare l'autostima, Edizioni Erickson, Trento 2001

Formarsi un solido senso di autostima è fondamentale per tutti , e soprattutto per i soggetti in età evolutiva. Sentirsi bene riguardo a quello che si é, infatti, consente di apprendere in maniera più efficace e aiuta ad affrontare le tensioni della vita.

Come dimostrano i casi di adolescenti, che sebbene seguiti da persone attente e disponibili, hanno una scarsa immagine di sé, l'autostima non è il semplice risultato di fattori esterni o puramente oggettivi.

Tutte le informazioni legate alla riuscita o all'accettazione interpersonale vengono infatti reinterpretate dagli schemi cognitivi del soggetto, dalla sua visione della realtà e di se stesso. 

Le attività proposte nel libro, basate sulla vasta esperienza dell'autrice, si focalizzano sullo stile di pensiero, la cui importanza nello sviluppo dell'autostima è sempre più rimarcata dalla ricerca scientifica.

§         Steinem G., Autostima - Un viaggio alla scoperta della nostra forza interiore, RCS Rizzoli Libri, Milano 2000

Il libro rivolto a chiunque sia stato espropriato del suo potere dalla mancanza di autostima, è dedicato a tutti coloro che rispettano l'unicità irripetibile dell'Io racchiuso in ogni essere umano.

Un'immagine di sé imposta dall'esterno può produrre nell'individuo una valutazione negativa delle proprie potenzialità: di qui la minore o maggiore insoddisfazione, il vuoto interiore e l'insicurezza che si trasformano facilmente in forme di disagio o di depressione. "No è mai troppo tardi per un'infanzia felice" afferma però la Steinem, dato che l'autostima si forma nell'infanzia e si continua nell'età adulta.

È perciò importante "disimparare" e dimenticare l'educazione avuta se questa ci porta al rifiuto di noi stessi; bisogna piuttosto comprendere che l'equilibrio e rispetto di sé (e quindi degli altri) derivano dalla pace e dall'accordo con il nostro essere fisico e spirituale.

Per dar forza alla sua ipotesi di lavoro, la Steinem passa in rassegna saggi, studi e ricerche sull'autostima, in un personalissimo viaggio alla ricerca delle sorgenti di questo valore essenziale.

Un libro ricco di riflessioni e indicazioni positive, che ci conduce alla conquista di una nuova verità che deve accompagnarci nella vita quotidiana: Non fare a te stesso quel che non faresti agli altri".

Si apprezzano, in particolare, per la loro originalità la III e IV  parte del libro dedicate a "l'Importanza del disimparare" e  al  "Re-imparare".

La Postfazione e l'appendice II sulla  Biblioterapia  esprimono esperienze, proposte e suggerimenti originali.


 

[1] La   globalizzazione  è  una  rete  di  relazioni  che  lega  tutti  i  Paesi  del  mondo   influenzandone  la dinamica  evolutiva e condizionandone  il destino dei suoi membri.

[2]N. Luhmann, Illuminismo sociologico, Il Saggiatore, Milano, 1983, p.XXI

[3] J . Habermas, Per la ricostruzione del materialismo storico,ETAS, Milano,1989

[4] la parola "agio" deriva dal latino "adiacens", letteralmente adiacente,  per esprimere il concetto di    vicinanza, cioè dell'essere vicini. Quando gli oggetti dei nostri desideri, i nostri interessi,   affetti e riferimenti cari sono vicini si prova "agio", al contrario quando essi sono lontani si vivono esperienze di "disagio".

 

[5] Il senso di  autoefficacia è,  secondo  la   definizione  di  A. Bandura,  "la convinzione  delle   proprie capacità   di  organizzare  e  realizzare  il  corso  di  azioni  necessario a  gestire  adeguatamente  le situazioni  che  si incontreranno in  un  particolare contesto, in  modo da raggiungere  gli  obiettivi (i risultati) prefissati".

[6] Il senso di efficacia personale è un processo multidimensionale che interessa l'emotività, il  vissuto corporeo, la vita familiare, le relazioni interpersonali e ambientali (ambiente scolastico, contesto sociale, contesti organizzativi e di lavoro).

[7] A. Bandura , Il senso di  autoefficacia ,  pag. 16 , Casa editrice Centro Studi Erickson, Trento 2000

[8]  La motivazione è determinata dall'insieme dei fattori interni al soggetto ( bisogni, pulsioni, desideri, tendenze, percezioni che un individuo ha di se stesso e degli altri)  e  dagli stimoli ambientali ( incentivi e  mete)  che prendono parte alla determinazione del comportamento (volontà) e che conferiscono a questo unità e significato.

[9] A. Bandura , Il senso di  autoefficacia, pp.20-22  Casa editrice Centro Studi Erickson, Trento 2000


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