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S. Freud e la pedagogia contemporanea

di Vincenzo Ruiz *

S. Freud, malgrado le numerose e, talora, aspre critiche di cui è stato oggetto,specie in ambito pedagogico, ha sempre  esercitato  un’influenza determinante sulla cultura contemporanea.

Infatti, l’influsso dello psicoanalista di Vienna  è fortemente operante proprio nella pedagogia perché è riuscito a riconsiderare il problema del fanciullo e dei suoi rapporti con la famiglia e la società.

Per F.   la vita umana è un percorso continuo di autoeducazione, in cui l’individuo  lotta da un lato per adattarsi alle richieste della vita relazionale sottomettendo le forze oscure  che si agitano in lui, e dall’altro lato per conquistare un sufficiente equilibrio tra le componenti della sua personalità, evitando forme intollerabili di disagio.

Resta, dunque, evidente quanto siano rilevanti  le implicazioni psicoanalitiche per la pedagogia; infatti Freud mostra come i primi sei anni di vita siano decisivi nella costituzione  dell’apparato psichico in vista della formazione di una personalità adulta equilibrata.

Inoltre, la prima infanzia chiama direttamente , come è stato ampiamente dimostrato nei Suoi scritti,  in causa la figura dei genitori, poiché un corretto sviluppo psicosessuale si realizza  solo mediante  positive interazioni con gli adulti.

Da esse dipenderanno, infatti, tutti i rapporti successivi con il mondo esterno.

Freud ha avuto,infine, il merito di aver messo in discussione i valori  dell’educazione tradizionale (razionalità,autocontrollo e repressione sessuale), che pretenderebbe di cancellare  la dimensione istintuale.

Se è vero che la libera espressione delle pulsioni è antisociale, lo è altrettanto la necessità, sia pure in forma controllata, della loro soddisfazione.

E’ evidente che i valori morali sono elementi indispensabili della civiltà; tuttavia non possono sostituire l’apparato istintuale che resta la base primaria della natura umana.

Freud  con forza ha sempre sostenuto che  la psicoanalisi fa parte del bagaglio professionale dell’educatore il quale deve essere in grado di riconoscere le modalità evolutive del bambino per fornirgli un’istruzione adeguata ai suoi bisogni.

Chiaramente, se si volesse fare oggi un bilancio sereno dei risultati del lavoro psicoanalitico nel campo dell’educazione, non si potrebbe non riconoscere che la pedagogia  non ha mai  trascurato alcuni dati essenziali sull’atteggiamento e sui fattori della condotta infantile provenienti dalla ricerca psicoanalitica la quale è stata in grado di aver richiamato l’attenzione degli educatori sui primissimi anni dell’infanzia, di aver evidenziato l’importanza dei valori inconsci e della loro rimozione, di aver permesso di raccogliere  molto materiale di osservazione attraverso l’interpretazione dei sogni e di aver messo nel giusto rilievo l’importanza dei conflitti affettivi dell’infanzia  nello sviluppo della personalità.

Tutti questi elementi, malgrado le riserve che la cultura rivolge spesso alla psicoanalisi, non sono stati mai  ignorati dagli educatori moderni i quali hanno fatto del contributo psicoanalitico un punto di riferimento per il  funzionamento relazionale nel contesto scolastico.

Molti sono gli assertori dell’importanza della psicoanalisi nei conflitti affettivi dell’infanzia, per i quali la teoria di Freud è da considerare come “un modo di osservare e descrivere i fenomeni nel contesto scolastico tramite un atteggiamento mentale relativo alla considerazione che giocano i sentimenti e le emozioni.”

Insomma, Freud ha avuto il grande merito di aver aperto la via per esplorare l’Inconscio, di aver dato una impostazione dinamica ai processi psichici e di aver messo in risalto  l’enorme importanza  che in essi ha l’affettività, fattori questi sempre presenti in ogni teoria pedagogica.

Ecco perchè il pensiero freudiano merita di essere  rivisitato ed approfondito soprattutto per l’apporto che esso  sicuramente  può dare alle nuove concezioni pedagogiche.

* Dirigente Scolastico


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