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Noterelle dalla Scuola

di Beatrice Mezzina

Leggo sempre più disattentamente quelli che scrivono di scuola.

Si è stretti da una macina quotidiana.

In un Liceo, una cattedra libera. Il titolare è in permesso per uno dei tanti motivi che tengono fuori gli insegnanti dalle scuole: distacchi sindacali, incarichi presso Associazioni, IRRE, Direzioni, Ministeri e quant’altro. Quanto si spende?

Il Provveditorato, prima CSA ora USP, assegna una nomina annuale.

La giovane ragazza nominata mi dice che ha fatto un errore ad accettare, in un Liceo, la cattedra di Italiano e Latino, ha due bambini piccoli, non se la sente, si mette in permesso forse per un anno, per due mesi, tergiversando per chiedere quanto le conviene economicamente di più. Perdiamo tempo ma finalmente chiede due mesi di permesso facendomi intendere che pensa di essere via per tutto l’anno. Sarà a casa senza eccessiva perdita di emolumenti.

Scorro la graduatoria per le supplenze: graduatoria provvisoria perché quelle definitive saranno pubblicate non si sa quando, forse tra 15, 20 giorni, di più.

Trovo finalmente una insegnante. Non si presenta: manda un certificato: è al terzo mese di gravidanza ma è già a rischio. Non assume servizio. La pagheremo comunque, non solo per la durata del contratto, ma fino al termine di tutta la gravidanza e per i tre mesi successivi. Un colpo per le finanze della scuola sempre più risicate.

Mi viene tuttavia anche un pensiero di contentezza per una giovane donna che aspetta un figlio. 

Vado avanti nello scorrimento della graduatoria cercando di far presto con le telefonate invece che con i telegrammi.

Finalmente si presenta una ragazza brava ed entusiasta. Ma prima c’è un tale che non risponde. Bisogna attendere che arrivi il telegramma che la posta dice arriverà tra due giorni (non erano state privatizzate perché fossero efficienti?

Lascio in caldo la brava ragazza.

Si presenta un tale che precede la brava ragazza. Devo affidargli la supplenza “fino a nomina dell’avente diritto”, nonostante si proponga male, si dica indeciso, faccia capire di avere un altro lavoro a nero nel frattempo.

Nelle more di tutto questo itinerario - per queste operazioni ci vuole tempo e attenzione - svolgo le lezioni  nelle classi che sono un triennio esigente, per più di una settimana, parando le lamentele dei genitori.

Il tale decide di assumere servizio. Non si propone bene nonostante gli stia dietro, non sembra in grado di reggere.

Genitori in fila, proteste, problemi.

Tra poco, alla pubblicazione delle  graduatorie rinnovate, dovrò convocare i nuovi graduati, cambiare nuovamente e che qualcuno ce la mandi buona.

I diritti degli studenti? L’Autonomia? Il Piano dell’Offerta Formativa? Si comprende il perché non voglio leggere di scuola? Ne scrivono soprattutto quelli che a scuola non stanno.

Sono Dirigente di che?   Eppure sono un cosiddetto Dirigente Scolastico.

 


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