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La personalizzazione

 di STEFANO STEFANEL

Ermanno Puricelli su www.pavonerisorse.it ha pubblicato il 4 agosto un interessante articolo dal titolo “Ma la Sinistra è pronta a discutere di personalizzazione?” Ad una prima lettura della domanda di Puricelli verrebbe subito da rispondere “No” e chiudere così la querelle estiva. Ma poiché qualche tempo fa Ermanno Puricelli e Giuliana Sandrone Boscarino me ne hanno “suonate quattro” su queste questioni mi addentro nel suo ragionamento.

Precisazioni. Prima di entrare nel merito ritengo necessario fare alcune precisazioni, per non lasciare il campo pieno di equivoci:

-        Sinistra. Puricelli usa un po’ disinvoltamente questo termine e lo assimila a marxista. Si vede che ha poca dimestichezza con la sinistra italiana e ancora meno col marxismo. La Sinistra italiana è solo parzialmente “ex-marxista” e oggi nessuno a sinistra è marxista o marxiano. I richiami che qualcuno fa a Marx e a Gramsci sono come quelli a don Milani: aforismi da mettere in cima ai propri ragionamenti. Se però usiamo il termine nella maniera corrente a sinistra ci sto io e ci sta Caruso, ci sta D’Alema e (credo) anche Reginaldo Palermo, ci stanno Panini e Da Crema, ma anche De Mauro e D’Avolio. In questo miscuglio di gente celebre e sconosciuta nuota un concetto che è spesso semplice appartenenza alle proprie spinte giovanili o all’adesione al meno peggio (comunque “contro” Berlusconi).

-        Berlinguer e Tiriticco. Credo che Luigi Berlinguer non sia un marxista e comunque se vorrà lo dirà personalmente. Tutta la contestazione alla Riforma Moratti è nata come spinta alla contestazione alla “sua Riforma”: Cobas, Unicobas, Gilda e “compagnia cantando” sono nati contro di lui non contro la Moratti. L’Andis (di cui faccio parte) in questo momento fa emergere soprattutto la posizione di Tiriticco, ma al suo interno ci sono idee variegate. E’ importante comunque comprendere che nella Sinistra l’unico che aveva in mente una chiara Riforma della scuola era Berlinguer e che i suoi consiglieri (credo Iosa, Cerini, ma anche Chiesa, Forte, ecc.) hanno rallentato il processo lasciandolo a metà, perché attendevano la spinta riformatrice delle scuole.

-        Destra. Puricelli nomina la Sinistra, ma tace sulla Destra. Eppure se c’è un’idea di scuola di Sinistra contraria alla Riforma Moratti è perché questa viene da Destra. Diamo il nome alle cose e così partiamo tutti meglio. E’ accettabile chiedersi se “la Sinistra è pronta a discutere di personalizzazione” solo se accettiamo una volta per tutte che la Riforma Moratti è “di destra” e non “neutrale”. I forti elementi di destra della Riforma Moratti (Pecup, scelta “ossessiva” delle famiglie, orario opzionale, doppio canale alle superiori, anticipi, ecc.) non sono in sé negativi, ma, poiché provengono da una visione fortemente ideologizzata, debbono scontrarsi con chi quell’ideologia la rifiuta in nome di un’ideologia altrettanto forte.

Personalizzazione. L’idea di personalizzazione è certamente al passo con i tempi, ma sconta la mancanza di un passaggio essenziale, su cui il Gruppo di lavoro di Bertagna, Letizia Brichetto Moratti ed anche Ermanno Puricelli non hanno mai riflettuto. Quando Bassanini e Berlinguer hanno dato il via all’autonomia scolastica da un lato hanno salvato la scuola dalla sua rovina e dalla sua uscita dall’Europa, dall’altra hanno provocato nel mondo della scuola quella deriva conservatrice su cui si è frantumata la Riforma Moratti.

       Il Regolamento dell’autonomia del 1999 prefigurava scuole che si “lanciavano” nella progettazione dei curricoli e nella ricerca dei nuclei fondanti disciplinari, che attuavano forme innovative di valutazione europea, che utilizzavano il 15% per introdurre più lingue comunitarie e nuove materie, ecc. Le scuole dovevano costruire i Curricoli e il non averlo fatto ha reso il sistema conservatore. La pedagogia dei Sindacati è quella del contratto: mentre il mondo diventa per forze e brutalità delle cose flessibile, il contratto nazionale rende tutto fermo e stantio. Eppure è con questo che bisogna fare i conti: la protesta contro il “Concorsone” non era un’apertura ad una possibile Riforma Moratti, ma solo la prova generale del “No” diffuso su tutto ciò che innovava. E come potevano le scuole progettare Piani di Studio Personalizzati quando non erano passate per i Curricoli e stavano ancora applicando Programmi nati quando non c’era Internet, non c’erano i computer, non c’erano i cellulari non c’erano i cd, non c’erano Cina e India, non c’era la globalizzazione, non c’era l’euro (mi fermo per soli motivi di spazio)?

       Alla base della Riforma Moratti c’è un’idea di scuola capace di ricercare e di innovare che non ha fatto i conti con una scuola spaventata e ferma all’idea che comunque qualcuno da Roma veniva a controllare se nella scuola veniva svolto il “Programma”. Berlinguer non ha applicato la sua Riforma ed ha lasciato lo spazio al “vostro” (mi perdoni Puricelli, ma la Riforma Moratti è stata pensata e scritta dal Gruppo di lavoro di cui fa parte, non da me) progetto pedagogico. “Voi” non siete andati fino in fondo ed avete lasciato lo spazio per il caos di oggi.

Tutor e Portfolio. Io vedo un grande pericolo che incombe sulla scuola italiana e che ha alla base il metodo del cacciavite di Fioroni. La prepotenza di certa Sinistra (ben evidenziata dalla sequenza contrattuale del 17 luglio, una delle peggiori cose mai viste in questi anni: la modifica di fatto di una legge per via di accordo sindacale) trova terreno fertile dalla demagogia nata nei cinque anni della Destra al Governo. La personalizzazione impone Tutor e Portfolio, cioè le parti della Riforma su cui la Sinistra è più dura: è necessario documentare il percorso personalizzato per evitare che i più deboli si perdano nel mare delle responsabilità diffuse che non sono mai di nessuno; è necessario che ci sia un riferimento chiaro su chi deve accompagnare il percorso dell’alunno nell’ambito di offerte didattiche coerenti e lineari. Poiché la personalizzazione proposta dalla Riforma è veramente troppo di Destra (troppa famiglia, troppa professionalizzazione, troppi OSA), ritengo che solo Tutor e Portfolio possano equilibrarla attraverso le buone pratiche documentali e didattiche. Ma in Italia quanti la pensano come me? Quanti ritengono che la Riforma si può applicare anche “da sinistra”? Quanti sono in grado di sfidare la Riforma sul suo terreno, prendendo atto che la personalizzazione è un’idea della storia (dello Zeitgesit) e non di Puricelli o di Bertagna e che la vecchia pratica degli “obiettivi minimi” all’interno di un programma unitario individualizzato è ciò che ha prodotto una gioventù troppo di destra e un tasso inaccettabile di dispersione scolastica?

       Bisogna prendere atto che la maggioranza governativa e di chi lavora nella scuola vuole cancellare tutto e solo la mancanza dei numeri al Senato la sta fermando. Le spinte sindacali sono furibonde: credo che resteranno pezzi di Riforma pericolosamente isolati dal loro contesto. Tolti Portfolio e Tutor chi sarà responsabile di che cosa? La colpa grave è anche del Gruppo dell’Università di Bergamo che per anni ha “spiegato” quando invece doveva interagire e trovare alleanze. Silvano Tagliagambe (lui sì ex-marxista!) si è sfilato dall’esegesi della Riforma e ha redatto ampia parte dei documenti Indire per il Corso di formazione per Dirigenti scolastici. Sta incidendo sul sistema senza essersi esposto. Anche lui faceva parte del Gruppo ristretto, ma non ha mai dato spiegazioni su come si doveva applicare la Riforma.

       Per personalizzare bisogna riformare, ma sul Tutor il Miur morattiano non ha voluto forzare neppure in forma sperimentale e documentata, sul Portfolio ha “inventato” la C.M. 84 del 2005, uno degli esempi peggiori di bizantinismo ministeriale. Come Berlinguer ha lasciato il campo alla Moratti così la Moratti ha lasciato il campo a Fioroni. Bisognerebbe ragionare apertamente tutti insieme, ma non vedo molte disponibilità all’ascolto, in giro.


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