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Suggestopedia: un metodo per l’apprendimento
Veloce, garantito, possibile

 

Intervista a Roberta Ferencich

a cura di

Nunzia Latini

 

Roberta Ferencich, top trainer di riferimento in Italia per il metodo suggestopedico, ha avviato lo scorso anno la prima specializzazione, riconosciuta in ambito internazionale attraverso la DGSL (Deutsche Gesellschaft für Suggestopädisches Lehren und Lernen e.V.) e sta per avviare la seconda.

Le abbiamo chiesto di parlarci della suggestopedia di cui più o meno si è letto ma che non è effettivamente utilizzata in Italia. Questo metodo è quasi del tutto sconosciuto nell’ambito scolastico e aziendale: soltanto presso l’università qualcosa è stato fatto.

"Suggestopedia", che cosa significa e che cos’è?

La parola SUGGESTOPEDIA deriva da "suggestione" e "Pedagogia". "Suggestione" deriva dal "suggerire" latino o "to suggest" (inglese) che vuol dire proporre, suggerire. Questo è il significato dei principi di questa metodologia di insegnamento e apprendimento: una serie di offerte e suggerimenti per imparare velocemente.

La parola "Suggestione" può avere anche il significato di "suggestionare", "influenzare", "condizionare". Questo aspetto semantico provoca associazioni negative come "manipolazione"… È possibile dare un aspetto positivo pensando che tutta la nostra società viene "influenzata" in ogni momento, da ogni persona. Un esempio: se noi ci presentassimo in classe non curati, spettinati e di cattivo umore in un’aula buia e fredda i nostri apprendenti non si sentirebbero a loro agio come con una persona simpatica, curata in un’aula luminosa con la giusta temperatura. Ruth Cohen sottolinea fortemente l’influenza continua tra le persone, che avviene anche con il linguaggio del corpo, il tono, il volume della voce, l’apparenza ecc…

Come ho accennato la suggestopedia – o suggestopedagogia - è un metodo di insegnamento e apprendimento che si basa su pochi principi di base: siamo tutti d’accordo quando affermiamo che se la "materia" piace si impara meglio, se la lezione è avvincente e divertente si impara più velocemente, se l’insegnante è bravo, l’apprendimento è più efficace.

La base di questa metodologia è la ritmizzazione di brevi fasi – di non più di 15 - 20 minuti – dove l’insegnante alterna armonicamente l’attività e il rilassamento del discente, controlla la sua curva dell’attenzione, imposta la lezione su base multisensoriale, desuggestiona le eventuali barriere di apprendimento, presenta la materia in modo creativo per interessare ed incuriosire gli apprendenti, organizza attività divertenti e giochi didattici, per attivare e memorizzare la materia, usa la musica come risorsa catalizzante per la memoria a lungo termine, fa sempre attenzione che il discente si senta a suo agio e si trovi in un ambiente positivo e sereno, incoraggia e motiva gli apprendenti usando un linguaggio sempre positivo, approccia la materia in modo critico e favorisce la discussione, incoraggia la sensazione di appartenenza al gruppo con attività di più persone e lo scambio di esperienze comuni, il discente diventa, insomma il protagonista, non solo con i suoi bisogni didattici ma anche con quelli fisici e affettivo-emozionali.

Ci può descrivere sostanzialmente il suo funzionamento?

Il metodo si divide in 4 fasi principali. La prima fase è di presentazione: l’insegnante di qualsiasi disciplina lo fa in modo creativo, quasi teatrale… più la presentazione è "eccentrica" più rimane in memoria, l’apprendente viene stimolato anche dal punto di vista emozionale-affettivo. Anche i discenti possono presentare la materia nuova. Il nuovo materiale verrà poi riletto dall’insegnante con sottofondo musicale, mentre il discente segue il testo dai materiali preparati in precedenza. La fissazione, l’analisi e il controllo dell’apprendimento della lezione saranno poi attivate attraverso giochi didattici, di ruolo, ogni tipo di attività divertente. Questa fase richiede circa l’80% del tempo disponibile. Importante non dimenticare di far fare movimento agli apprendenti… star seduti troppo a lungo non fa bene! Una terza fase è il cosiddetto "concerto passivo" dove il discente viene invitato a rilassarsi in una specie di training autogeno e ascolta l’insegnante che lo accompagna nel rilassamento e ripete la materia presentata e già più volte attivata.

La quarta fase è veramente la prima in ordine cronologico, perché è la preparazione dell’insegnante. Egli si occuperà di adornare la stanza con stimoli periferici come cartelloni, poster, aforismi positivi ecc… . Preparerà i materiali su misura a seconda dei bisogni dei discenti, che dovrebbero essere sintetici, chiari ed esteticamente belli e "colorati", organizzerà la musica con la scelta dei brani adeguati alle varie fasi.

Ma quanto dura un’unità didattica con questo metodo?

Almeno 4-6 ore…

Ma allora non è applicabile in ambito scolastico….

Ma certo che lo è… ci sono almeno due possibilità:

La prima è la divisione per materia… L’insegnante ritmizza la materia tra una lezione e l’altra, proponendo comunque sempre anche delle attività.

La seconda è la ritmizzazione della giornata, che deve interessare tutti gli insegnanti della classe ed è facilmente organizzabile. Se, per esempio, l’insegnante della prima ora, ad esempio di matematica, spiega una lezione nuova, l’insegnante della seconda ora che lo segue, potrebbe non spiegare ma svolgere le attività per la sua materia o farà un concerto passivo con altre attività. Basterebbe un cartellone organizzativo o una lavagna in sala insegnanti per l’organizzazione della giornata.

Quali sono le esperienze in ambito scolastico?

In Italia siamo ancora agli inizi. L’AINMS Associazione Italiana Nuove Metodologie Suggestopedagogiche organizza delle presentazioni del metodo in tutte le scuole d’Italia che lo richiedono. I risultati sono che, già dopo la sola presentazione, i docenti sono in grado di utilizzare praticamente qualche elemento. Nella mia esperienza personale di un anno di insegnamento della lingua tedesca in un Liceo Linguistico italiano è che il test finale della I classe è stato migliore di quello di ingresso della V classe. Gli studenti, dopo un anno scolastico, erano in grado di comunicare quello che desideravano dire anche se non sempre correttamente… da notare che erano principianti! La mia esperienza in un liceo tedesco con la lingua italiana come lingua straniera è stata la stessa. Il rapporto che c’era con i ragazzi era ottimo: ancora oggi a distanza di anni mi scrivono e si ricordano della "Frau" tosta con cui ci si divertiva e non dava stress, della "Prof. Italiana con cui si giocava anche".

Lei è chiamata spesso per la presentazione del metodo presso le scuole pubbliche in tutta Italia. Dalla sua esperienza, quali sono i punti critici che riscontra?

Il punto più critico è il fatto di far venire gli insegnanti alla prima presentazione. Molti di loro non si prendono il tempo per formarsi, perché hanno qualcosa d’altro da fare, non ne hanno voglia, non sono motivati o pensano che sanno già tutto e che allora non occorra. Quelli che vengono sono entusiasti e applicano subito qualche elemento. Ne vogliono poi sapere di più. Qualche volta la scuola organizza dei workshops sulle tematiche più interessanti. Una delle più belle esperienze è stata a Fidenza, in una scuola professionale agraria, con un pubblico difficile. Gli insegnanti erano molto riconoscenti delle strategie proposte e il rapporto con gli studenti è molto migliorato.

So che il metodo è utilizzato soprattutto per l’apprendimento delle lingue seconde o straniere ma è possibile utilizzarlo per altre discipline insegnate?

Sicuro! Per tutte le materie! Per le lingue straniere ci sono degli studi empirici che dimostrano che i discenti che hanno usato questo metodo, memorizzano la materia fino al 60% più velocemente che con i metodi tradizionali, hanno più disinvoltura con la lingua e non si "vergognano" di parlare.

Per le altre materie è la stessa cosa… far vivere la matematica, la letteratura, la chimica… è una sfida avvincente.

Ma quali sono i vantaggi del metodo?

Sostanzialmente l’apprendimento è almeno del 40% più veloce o più; il discente acquista un atteggiamento positivo verso l’apprendimento e acquisisce più sicurezza nell’esporsi; si nota una grande crescita personale sia negli adulti che nei ragazzi.

Sembra quasi ideale per chi non ha molto tempo d’apprendere. In campo istituzionale o aziendale potrebbe essere un ottimo metodo, cosa si è fatto fino ad ora?

In Italia siamo agli inizi, in Germania la maggior parte delle aziende leader (Opel, Mercedes, Pirelli, BASf ed altre), forma i suoi collaboratori e dipendenti con questa metodologia in tutti i tipi di percorsi formativi: dalle lingue straniere ai training di comunicazione e quelli informatici e già da parecchi anni. In uno studio alla Opel AG di Russelsheim, si dimostra addirittura, che il numero dei giorni di malattia dei dipendenti che hanno fatto formazione con il metodo suggestopedico è del 20% minore di quelli che non hanno fatto formazione con questo metodo.

 

Lei ha avviato la prima specializzazione in metodologia suggestopedica in Italia, ce ne vuole parlare? Quali sono le riflessioni dei corsisti e sue?

L’AINMS Associazione Italiana Nuove Metodologie Suggestopedagogiche ha organizzato e attuato il primo corso di specializzazione in Italia: prevede 120 ore con esame finale e dà diritto al diploma che è riconosciuto anche in Germania (DGSL) e a poco sarà riconosciuto da un’Associazione tetto che raccoglierà quelle internazionali svizzera, americana, inglese, svedese ed altre.

L’esperienza è stata avvincente. I colleghi sono rimasti molto soddisfatti del corso e stanno proponendo già su piano nazionale corsi con il metodo suggestopedico. Alla fine di aprile incominciamo il secondo corso di specializzazione. È anche possibile frequentare lo stesso corso in Germania e in Slovenia presso gli Istituti riconosciuti. Sono sicura che prenderà piede molto presto anche in Italia.

Perché?

Perché ci si accorgerà che è meglio imparare divertendosi e velocemente che provando fatica e lentamente.

Sembra l’uovo di Colombo…

In fondo lo è…

Ma c’è anche un fondamento scientifico o è solo "pratica magica"?

Certo che c’è un fondamento scientifico… L'impostazione scientifica della suggestopedia si basa su tre temi: lo studio psico-fisico degli emisferi cerebrali, lo studio dell'effetto dello stress, lo studio dell'effetto psicologico del rilassamento. Robert Ornstein vede i due sistemi cerebrali destro (intuitivo) e sinistro (logico-analitico) come semiautonomi, che elaborano le informazioni ricevute in modo diverso l'uno dall'altro e che con il metodo suggestopedico vengono in collegamento più facilmente. Le aree cerebrali che sono responsabili del linguaggio e dell’espressione verbale si trovano nell’emisfero sinistro, nella regione temporale sopra l’orecchio, dove si trovano anche le parti responsabili per il pensiero razionale, la scrittura, la verbalizzazione dal punto di vista semantico, l’astrazione l’analisi e l’ascolto.

L’emisfero destro si attiva quando si azionano l’immaginazione, la visione dei colori, la visualizzazione in generale, la musica, il ritmo.

In fase di stress la facoltà di apprendimento diminuisce. Ciò si può spiegare anche dal punto di vista fisiologico. Nelle fasi di stress si nota una notevole scarica di ormoni che mobilizzano le riserve di grasso e alzano la pressione sanguigna. L'effetto negativo sull'apprendimento si manifesta con un blocco della trasmissione delle informazioni tra i singoli neutroni e la sinapsi. Ciò impedisce il richiamo delle informazioni già registrate.

Lozanov ha dimostrato che in fase di rilassamento la facoltà di memorizzazione aumenta in modo notevole.

Durante il corso di specializzazione si esperimentano tutte queste modalità concentrandosi sull’organizzazione di una lezione ritmizzata, senza stress e con competenza comunicativa ottimale.

Come si è sviluppato questo metodo?

L’iniziatore è lo psichiatra e psicoterapeuta bulgaro Georgi Lozanov che, con la moglie e collega Gateva Hikova, si accorge che in fase di rilassamento e con l’aiuto della musica la capacità di memorizzazione aumenta in modo notevole. Arriva alle conclusioni che la suggestione possiede vaste risorse ancora poco conosciute e tutte da esplorare; la micro-comunicazione inconscia tra gli esseri viventi è di estrema importanza; in ciascuno la possibilità di risvegliare le potenzialità non inutilizzate attraverso l'attivazione di quelle che Lozanov chiamerà "le riserve del cervello".

Il metodo si sviluppa poi ancora negli Stati Uniti e soprattutto in Germania, dove si fonda la DGSL con un gruppo di docenti che si propongono di studiare, sviluppare ed esperimentare il metodo Lozanoviano, raggiungendo risultati notevoli. Si aggiungono i principi della programmazione neurolinguistica, delle tecniche della comunicazione, della cinesiologia, dell’analisi transazionale ecc. arricchendo notevolmente le risorse metodologiche. Già negli anni 80 molte aziende adottano questo metodo per la formazione del proprio personale. In Germania il corso di specializzazione di suggestopedia è stato considerato ufficialmente corso di formazione post lauream e viene anche sovvenzionato dal Governo per gli insegnanti disoccupati.

Come vede lo sviluppo del metodo suggestopedico in Italia?

Sono ottimista, e spero che sempre più persone si accorgano di questa possibilità di apprendimento. Siamo pronti a fare delle presentazioni gratuite nelle scuole, nei centri di formazione, nelle Università. Uno dei nostri obiettivi è la diffusione del metodo. Il prossimo corso di specializzazione inizia, come detto, a fine aprile…

Stiamo anche costituendo una rete internazionale delle associazioni di suggestopedi con l’obiettivo di standardizzare il corso di specializzazione per garantire la qualità del metodo a livello internazionale. Abbiamo già un contratto di collaborazione con la DGSL tedesca, stiamo lavorando molto attivamente con la Slovenia e con l’Inghilterra, presto approfondiremo i rapporti con la Svezia, la Finlandia, il Lussemburgo, l’Austria, gli Stati Uniti ecc. Parteciperemo al congresso internazionale di Monaco di Baviera nell’ottobre 2004. Naturalmente oltre che alla standardizzazione e al controllo della qualità ci occuperemo di ricerca proponendo workshops sulle varie strategie e organizzando studi empirici, che aiuteranno lo sviluppo della metodologia.

Vuole aggiungere qualcos’altro?

Si, chi vuole approfondire o iscriversi alla specializzazione o domandare una presentazione può contattarmi sui siti www.ainms.it o www.suggestopedia.it e che siamo pronti ad organizzare in tutta Italia anche la specializzazione con un minimo di iscritti. Ma soprattutto voglio ringraziarvi per lo spazio che mi avete concesso.


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