Problemi della definizione di un orario delle lezioni nell’ambito di una ipotesi sperimentale di "flessibilità dell’orario e diversa articolazione della durata della lezione"

D.M. N° 251 DEL 29 MAGGIO 1998 - SPERIMENTAZIONE - AUTONOMIA - FLESSIBILITÀ DELL’ORARIO
DIVERSA ARTICOLAZIONE DELLA DURATA DELLA LEZIONE - SCUOLA MEDIA INFERIORE - ORARIO DELLE LEZIONI

di Alberto SOLESIN
preside Scuola Media Statale "Vittore CARPACCIO", Ca’ Savio - VENEZIA

 

Il D.M. 765 del 27 Novembre 1997 - ripreso e precisato a seguito di rilievi della Corte dei Conti dal D.M. n° 251 del 29 Maggio 1998 - autorizza "sperimentazioni volte a promuovere e sostenere i processi di autonomia delle istituzioni scolastiche".

Tra le prospettive di innovazione organizzativa appare tra le più interessati quella di "flessibilità dell’orario e diversa articolazione della durata della lezione nel rispetto del monte ore annuale complessivo previsto per ciascun curriculum (...), fermi restando la distribuzione dell’attività didattica in non meno di cinque giorni settimanali e il rispetto dei complessivi obblighi annuali di servizio dei docenti previsti dai contratti collettivi".

E’ evidente che l’applicazione di tale innovazione, assieme ad altre previste dalla norma o da sola, consente di individuare risorse da spendere in attività di copresenza tra docenti o in offerte didattico - educative pomeridiane capaci di arricchire lo spazio operativo del "tempo normale" della scuola media. Una riduzione di 10 minuti consente di generare 3 ore settimanali a docente. In questo modo, ma anche ipotizzando riduzioni meno consistenti, è possibile giungere a riorganizzare gli spazi della didattica pur lasciando invariato l’impianto disciplinare di fondo, i rapporti orari tra le varie discipline.

Una tale innovazione può consentire, in termini generali, di aggirare i limiti del "tempo normale". Questa forma organizzativa del tempo scuola consente solo spazi frontali, mentre l’altra, ben più ricca quanto a possibilità organizzative e didattiche, "il tempo prolungato", è forma opzionale, legata a specifica scelta delle famiglie, che non sempre sembrano apprezzare il tempo lungo, e, in quanto offerta "non di base" è sempre più oggetto di forti restrizioni da parte dei Provveditori nella definizione degli organici provinciali.

 

A fronte del mio interesse e aspettativa, ho potuto constatare, negli incontri periodici di servizio con i miei colleghi, una certa freddezza, l’impressione diffusa che i tempi non siano maturi, che vi siano troppe resistenze o difficoltà da superare o viceversa, e peggio, che la proposta contenuta nel D.M. 251/1998 sia una sorta di furbizia tutta italiana grazie alla quale si vorrebbe risolvere i problemi derivanti dai limiti delle risorse per la scuola e realizzare un cambiamento con un giochetto di limatura di spazi orari.

In Provincia di Venezia, salvo errori od omissioni, vi è una sola scuola media che ha messo in atto un progetto sperimentale ricorrendo a "flessibilità dell’orario e diversa articolazione della durata della lezione".

Ma che il problema non sia solo veneziano mi pare desumibile dalla drammatica assenza nello spazio WEB italiano di documentazioni, interventi o altro che riferiscano a tale forma di sperimentazione dell’autonomia. Personalmente, dopo alcuni tentativi, sono riuscito a recuperare, al riguardo, un solo documento, redatto da due presidi di istituti superiori del Bergamasco "Ipotesi di attuazione sperimentale dell’autonomia didattica e organizzativa ex D.M. 765/97 in un istituto tecnico IGEA" (recuperabile agli indirizzi http://web.fr.flashnet.it/scuola/tracciati/anno98/progauto.htm oppure http://web.eurolink.it/scuola/tracciati/anno98/progauto.htm oppure http://www.edscuola.com/archivio/ipaut.html ).

 

Quanto poi ipotizzato per la sperimentazione in quel testo nulla è stato realizzato per la resistenza del collegio dei docenti.

 

Dopo aver proposto una limitatissima sperimentazione di tale tipo all’inizio dell’anno scolastico in corso, e avere constatato opposizione non aggirabile da parte del collegio dei docenti, ho potuto poi verificare un vero interesse da parte della componente genitori nel consiglio di istituto che ha chiesto di procedere nella valutazione di una ipotesi sperimentale "con riduzione d’orario", sollecitando il capo di istituto e il collegio dei docenti ad avanzare ipotesi al riguardo.

Propongo quindi alla rivista un testo da me elaborato e utilizzato per la discussione in consiglio di istituto nella scuola che dirigo il 29 aprile scorso.

 

Il testo, strettamente collegato alla situazione di una scuola e al suo individuale percorso per realizzare esperienze sperimentali, affronta il problema della realizzazione di una sperimentazione di "flessibilità dell’orario e diversa articolazione della durata della lezione" dal solo punto di vista dell’indagine delle problematiche della realizzazione dell’orario delle lezioni e di servizio.

La riduzione dell’orario, e la corrispettiva disponibilità di spazi orari aggiuntivi da utilizzare "per gli alunni" crea infatti problemi nuovi nella combinatoria dell’orario. Il testo da me elaborato aveva la funzione di chiarire alcuni problemi di realizzazione di un orario delle lezioni razionale per gli alunni e attento ai risvolti di natura sindacale che questo può avere per il personale docente.

Mi auguro che, pur dall’angolatura limitata che esamina, sia in grado di contribuire ad una discussione che non mi appare vivace.

 

Il testo che metto a disposizione è modificato rispetto a quanto consegnato ai consiglieri di istituto e messo a disposizione del collegio dei docenti tramite comunicato. Le modifiche sono esclusivamente legate alla necessità di razionalizzare un testo che, in prima versione, soffriva di una redazione affrettata. flessibilità dell’orario e diversa articolazione della durata della lezione

 


 

AI SIGNORI CONSIGLIERI DI ISTITUTO - Consiglio di istituto del 29.04.1999

A seguito della richiesta formulata dalla componente genitori nel Consiglio di Istituto, presentata nel corso dell’incontro del 26 marzo scorso, (...)

 

IPOTESI DI SPERIMENTAZIONE AI SENSI DEL D.M. 29 MAGGIO 1998 N° 251.

RIDUZIONE DELLA DURATA DELL’ORA DI LEZIONE

 

RELAZIONE TECNICA SULLE MODALITA’ DELL’ATTRIBUZIONE DEGLI SPAZI ORARI GENERATI DALLA RIDUZIONE DELLA DURATA DELLA LEZIONE E SULLA DEFINIZIONE DELL’ORARIO SETTIMANALE DELLE LEZIONI.

 

 

Entità della riduzione, entità del recupero.

 

La riduzione ipotizzata nella proposta elaborata dal capo di istituto su mandato della componente genitori al consiglio di istituto è di 4 minuti per ora di lezione per un totale di 72 minuti a settimana per orario cattedra.

Viene in tal modo maturato ogni settimana uno spazio orario aggiuntivo di 56 minuti ed una quota riferita a recupero plurisettimanale per 16 minuti a settimana per un totale complessivo di 5 ore ogni 4 settimane.

Calcolando in circa 36 settimane la durata delle lezioni si può prevedere, su base annua, la generazione di un monte ore a docente di 45 ore da spendere in attività didattiche e formative.

 

 

 

Problematiche relative alla definizione delle modalità del recupero: organizzazione dell’orario, gestione delle risorse.

Premessa.

 

L’analisi che segue è finalizzata esclusivamente ad investigare le problematiche della definizione di un orario delle lezioni in cui gli spazi orari aggiuntivi generati dalla riduzione della durata dell’ora di lezione siano gestiti in modo razionale sia in funzione del servizio da realizzare per gli alunni sia in relazione all’impiego del personale e ai risvolti di natura sindacale che questo può avere.

Vi sono infatti aspetti tecnico - combinatori che, per la loro particolarità e specificità rispetto alle passate esperienze, necessitano di essere investigate per prime.

 

 

L’aspetto tecnico – combinatorio della definizione dell’orario e del recupero.

 

L’aspetto di maggior complessità nella definizione delle modalità di recupero all’interno di un piano coerente di interventi didattici ed educativi è dato dal rapporto tra numero di spazi orari generati dalla riduzione dell’orario di servizio, numero che è funzione del numero di ore settimanali di servizio di ogni insegnante, e configurazione dell’orario cattedra per ogni singolo insegnamento.

 

Per chiarire il punto è sufficiente mettere in relazione il singolo insegnamento con il numero di classi in cui lo stesso insegnante deve prestare la sua opera.

 

Insegnante di Lettere (Italiano, storia, geografia, ed. civica)

classi 2

Insegnante di Scienze Matematiche, Chimiche, Fisiche, Naturali

classi 3

Insegnante di Lingua Straniera

classi 6

Insegnante di Educazione Tecnica

classi 6

Insegnante di Educazione Artistica,

classi 9

Educazione Musicale

classi 9

Educazione Fisica

classi 9

 

 

Poiché la riduzione d’orario genera 1 ora circa di recupero calcolato su base settimanale, possiamo indicare alcuni criteri nella nostra ricerca di modalità di attribuzione alle classi dei residui orari generati:

 

  1. Modalità di recupero delle ore in relazione alle classi e agli alunni.

 

  1. L’attribuzione degli spazi orari aggiuntivi a carico di ogni singolo docente a tutte le classi in cui questo presta servizio può essere realizzata solo prevedendo una rotazione tra queste classi nel corso dell’anno scolastico;
  2. Il tempo che è possibile attribuire ad ogni classe diminuisce in modo proporzionale al numero di classi che un docente deve seguire in base alla struttura della sua cattedra.

 

  1. Modalità di recupero delle ore all’interno di un orario obbligatorio o opzionale:

 

  1. Il recupero orario può avvenire all’interno dell’orario obbligatorio, sia della mattina che, per le classi sperimentali, al pomeriggio, in modalità di copresenza: un insegnante, in orario di recupero, affianca un proprio collega in orario curricolare d’obbligo realizzando un alleggerimento nel rapporto tra docente ed alunni.
  2. Il recupero orario può avvenire al di fuori dell’orario d’obbligo, ad esempio al pomeriggio, realizzando un’offerta opzionale oltre il curricolo d’obbligo;

 

  1. Entità del recupero settimanale realizzabile.

 

  1. il recupero settimanale, ovvero l’ora posta in orario con una classe, è pari al tempo generato nell’arco della settimana dalla riduzione dell’ora di lezione; in questo caso il recupero, inteso come impegno aggiuntivo del docente, avviene lungo tutto il corso dell’anno scolastico con le opportune rotazioni tra le classi;
  2. il recupero settimanale è di durata superiore al tempo generato nell’arco della settimana dalla riduzione dell’ora di lezione; in questo caso si dovranno prevedere periodi di interruzione nel potenziamento del rapporto docenti - classi.

 

 

Risulta un meccanismo diverso da quello noto del TEMPO PROLUNGATO.

A questo forma organizzativa del tempo scuola vengono assegnate risorse organiche potenziate per ogni classe e per tutto l’anno scolastico, secondo lo schema seguente:

 

 

 

Ore Curricolari

Potenziamento

Lettere

11

4 o più

Matematica

6

2

Lingua Straniera

3

2

Ed. Artistica

2

1

Ed. Musicale

2

1

Ed. Fisica

2

1

 

Le ore di potenziamento, tra loro associate, generano un orario "lungo", eccedente 6 ore lo spazio curricolare normale; in questo modo il tempo scuola settimanale raggiunge 36 ore. In una classe seconda avremo un orario delle lezioni in cui, oltre le "normali" 30 ore curricolari vi saranno 6 ore in più con copresenze orarie di questo tipo:

 

 

 

Copresenza per

ore 2

nelle discipline

Lettere - Matematica

Copresenza per

ore 2

nelle discipline

Lettere - L. Inglese

Copresenza per

ore 1

nelle discipline

Lettere- Ed. Artistica

Copresenza per

ore 1

nelle discipline

Lettere - Ed. Fisica

 

 

 

 

CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELL’ORARIO DELLE LEZIONI CHE RENDANO POSSIBILE LA REALIZZAZIONE DI POTENZIAMENTI LIMITATI NEL TEMPO E CON ROTAZIONE TRA LE VARIE CLASSI.

 

Recupero collocato in orario curricolare.

 

Poiché dunque non risulta possibile assegnare le risorse orarie aggiuntive a tutte le classi per tutta la durata dell’anno, dobbiamo ipotizzare utilizzi temporanei, con rotazioni successive nel tempo di classi o gruppi di alunni.

 

Per evitare ampie riorganizzazioni d’orario, dispendiose in termini di tempo e invasive della vita di addetti ed utenti, è necessario valutare forme organizzative che consentano la variazione dell’assegnazione del potenziamento alle classi senza contemporaneamente implicare riorganizzazione dell’orario delle lezioni.

 

 

Relazione sistematica tra due docenti: modelli d’orario.

 

In termini generali possono essere individuate due strutture d’orario capaci di evitare ampie riorganizzazioni nel corso dell’anno scolastico e recupero in termini di copresenza tra docenti

 

 

 

Struttura d’orario A

 

 

.

DOCENTE A

1A

1A

2A

.

.

DOCENTE B

.

.

2B

1B

1B

 

 

 

Figura 1

saranno le ore curricolari nelle classi 1A, 2A, 1B e 2B a non subire modificazioni.

Attribuendo potenziamento in 1A, sarà DOCENTE B, per il periodo di tempo considerato, ad anticipare l’inizio del suo servizio, mentre il docente in servizio nella classe limiterà, nel giorno, il suo servizio nelle classe 1A e 2A secondo schema.

Potranno essere adottate sia forme di recupero pari al debito settimanale, che forme di recupero ad anticipazione. Avremo

 

  1. nel primo caso, contemporaneamente, DOCENTE A in 4° ora in classe 1B e DOCENTE B in 2° ora in classe 1A;
  2. nel secondo caso, in alternanza di periodi, DOCENTE A in classe 1B nelle ore 4° e 5° e DOCENTE B in classe 1A nelle ore 1° e 2°, realizzando interventi di durata pari a ore 2.

 

 

Struttura d’orario B

 

 

 

 

DOCENTE A

1A

.

3A

3A

.

DOCENTE B

.

2A

2A

..

1A

 

 

 

Figura 2

Il docente <A> potrà porre le ore da recuperare in copresenza con il collega <B> alla seconda ora in 2A e alla quarta ora nella classe 1A. Il docente <B> potrà realizzare copresenze con il collega <A> alla prima ora nella classe 1A e alla quarta ora nella classe 3A.

Potranno essere realizzati interventi di durata pari a ore 1 per classe.

 

 

Proprietà dei due modelli d’orario e sua attribuzione alle discipline in forme di copresenza all’interno dell’orario curricolare.

 

Ipotizziamo la struttura di cui a figura 2 nell’attribuzione alle discipline.

 

 

Lettere - Italiano - Storia e Geografia

Copresenze di 1 ora settimanale.

 

Due docenti di Lettere, nell’ambito del tempo normale, sono associati in ogni corso, entrambi titolari esclusivi nelle classi 2° e 3° e contitolari in classe 1°, il primo insegna storia e geografia, il secondo italiano. In classe seconda diventerà titolare della classe l’insegnante della classe terza.

 

All’interno della struttura d’orario di cui a precedente figura 2 possono realizzarsi turnazioni come quella rappresentate dagli schemi che seguono:

 

 

 

Fase 1

.

Fase 2

.

Fase 3

1A

R

3A

3A

.

1A

R

3A

3A

.

1A

.

3A

3A

R

R

2A

2A

.

1A

.

2A

2A

R

1A

.

2A

2A

R

1A

 

 

Figura 3

Da tali turnazioni deriva uno schema di impiego che, in senso diacronico, può essere rappresentato come segue, ove i numeri rappresentano i diversi periodi di tempo, le colonne, con indicazioni di classe, le classi che, per ogni periodo, sono interessate alle copresenze, le righe i docenti che realizzano copresenza nella classe del collega in orario d’obbligo (notare l’inversione nella classe 1°)

 

 

 

.

T1

:

T2

.

T3

.

T4

DOCENTE A

2A

2A

1A

2A

DOCENTE B

1A

3A

3A

1A

 

 

Figura 4

 

Tale schema d’orario consente di realizzare la possibilità della copresenza imponendo specifici vincoli di orario ad un unico giorno della settimana.

 

 

Copresenze fino a 2 ore settimanali.

 

Interventi fino a 2 ore al giorno possono essere realizzati adottando il modello della precedente Figura 1, in cui vengono poste in relazione le classi seconde e terze; copresenza di 2 ore nella classe prima può essere realizzato, in giorno diverso, ponendo in alternanza la classe in due ore contigue tra i due docenti di italiano e storia geografia come è possibile vedere nella seguente figura 5.

 

 

 

 

G1

G2

DocA

DocB

DocA

DocB

.

2A

1A

.

.

2A

.

1A

3A

1A

3A

2A

3A

.

3A

2A

3A

.

3A

2A

 

 

Figura 5

Lo schema di impiego nel tempo cambia profondamente; può essere illustrato come segue:

 

 

 

 

T1

.

T2

.

T3

DocA

DocB

DocA

DocB

2A

3A

.

1A

2A

3A

1A

.

 

 

Figura 6

 

 

Docenti di area matematica - tempo normale.

 

 

Copresenze di 1 ora settimanale.

 

Applichiamo lo schema della precedente Fig. 2 per i docenti di area matematica.

La struttura di Figura 7 rappresenta lo schema d’orario che consente di realizzare copresenze tra docenti di scienze matematiche, chimiche ecc. della durata di 1 ora in una qualsiasi tra le classi in cui uno dei due è impegnato in orario curricolare.

 

 

 

.

G1

.

G2

DOCENTE A

1A

.

2A

2A

.

3A

X

X

.

.

DOCENTE B

.

1B

1B

.

2B

.

X

X

3B

.

 

 

Figura 7

La figura che segue rappresenta invece lo schema di impiego di docenti di scienze matematiche nell’arco del tempo

 

 

 

 

:

T1

.

T2

.

T3

DOCENTE A

1A

2A

3A

DOCENTE B

1B

2B

3B

 

 

Figura 8

 

Copresenze fino a 2 ore settimanali.

 

Interventi fino a 2 ore al giorno possono essere realizzati adottando il modello della precedente Figura 1, ed implicano una struttura d’orario settimanale come quella che segue:

 

 

 

G1

G2

G3

G4

G5

DocA

DocB

A

B

A

B

A

B

A

B

2A

.

.

1B

3A

.

.

.

1A

1B

2A

.

.

1B

3A

.

2A

1B

1A

2B

1A

1B

2A

2B

2A

2B

3A

1B

2A

2B

.

2B

1A

.

.

3B

3A

3B

3A

3B

.

2B

1A

.

.

3B

1A

3B

3A

3B

 

 

Figura 9

Lo schema di impiego nel tempo può essere rappresentato come segue:

 

 

 

T1

.

T2

.

T3

.

T4

.

T5

.

T6

DocB

DocA

DocB

DocA

DocB

DocA

2A

2B

1A

1B

3A

3B

2A

2B

1A

1B

3A

3B

 

 

Figura 10

con recupero alternato tra i due docenti. L’attribuzione del potenziamento a tutte le 6 classi implica, ovviamente 6 fasi distribuite nel corso dell’anno scolastico.

L’attribuzione del potenziamento a tutte le 6 classi può essere realizzato anche in tre passi; in questo caso a periodi in cui entrambei i docenti sarano impegnati in copresenza l’uno nella classe dell’altro, si alterneranno periodi in cui gli insegnanti saranno impegnati solo nelle normali attività curricolari non potenziate secondo lo schema che segue

 

 

 

T1

T2

T3

T4

T5

DocB

DocA

.

DocB

DocA

.

DocB

DocA

1A

1B

2A

2B

3A

3B

1A

1B

2A

2B

3A

3B

 

 

Figura 11

 

 

VALUTAZIONI.

 

L’applicazione dei due schemi d’orari, illustrati da fig. 1 e fig. 2, per realizzare copresenze tra docenti di Lettere e docenti di Matematica ci consente di affermare quanto segue:

 

 

Lettere

Coprenza di 1 ora alla settimana.

Applicando lo schema di fig. 2, recupero di 1 ora alla settimana, ogni classe può usufruire di 2 periodi su 3 in cui si realizza la copresenza, con un solo spazio temporale che lo separa dai successivi due periodi consecutivi. Si tratta di un intervento di potenziamento minimo, ma con caratteri di buona costanza nel corso di tutto l’anno scolastico.

Copresenza fino a 2 ore alla settimana.

Applicando lo schema di fig. 1, recupero fino a 2 ore alla settimana, possono essere realizzati interventi di maggior impatto nella vita della classe, intervallati tuttavia da altri periodi in cui la classe non gode di alcun potenziamento. Ogni intervento di potenziamento può essere realizzato ogni 2 periodi di assenza di potenziamento.

 

Scienze matematiche.

Coprenza di 1 ora alla settimana.

Applicando lo schema di fig. 2, recupero di 1 ora alla settimana, ogni classe può usufruire di un periodo di copresenza intervallato da 2 periodi in cui i docenti sono entrambi impegnati in copresenza con altre classi. In pratica ogni classe avrà una copresenza di 1 ora alla settimana per non più di 2 mesi e qualche giorno nel corso dell’anno scolastico. Si tratta di un intervento di potenziamento minimo, che può comunque costituire un’utile risorsa per intervenire su situazioni di lacune e difficoltà, recupero che altrimenti dovrebbe essere tentato con la sola differenziazione degli interventi che il docente applica operando con l’intera classe.

Copresenza fino a 2 ore alla settimana.

L’applicazione dello schema orario di fig. 1 rende possibile interventi capaci di impatto, per il numero di ore coinvolte in ogni occasione, tuttavia isolate nel corso dell’anno. L’unica ovvia possibilità di realizzazione didattico - educativa sembra essere quella di una qualche attività di laboratorio ben definita, intensiva e conclusa nell’arco di poco più di 1 mese.

La variante di fig. 11 può consentire di concentrare in alcuni spazi dell’anno l’intervento nelle classi, realizzando attività di laboratorio con le caratteristiche di cui sopra.

Dal punto di vista della realizzazione di un orario che non costringa né ad ampie riorganizzazioni, né richieda necessariamente ipotesi didattiche per l’utilizzo degli spazi orari generati dalla riduzione d’orario già completamente definite, può apparire più interessante in quanto più flessibile il modello di fig. 1, con le varianti per Lettere di figura 5 e per Matematica di fig. 9, consentendo di adottare sia forme di recupero per 1 ora che quelle per 2 ore.

 

 

 

 

Limiti nell’applicazione del modello di copresenza tra docenti della stessa disciplina, in orario curricolare, con attribuzione del potenziamento a tutte le classi a cui i singoli docenti sono assegnati.

 

 

E’ facile vedere come già nel passaggio tra l’associazione tra docenti di Lettere a quella tra docenti di scienze vi sia un notevole allentamento nel rapporto tra docenti e classi. I modelli d’orario descritti nelle pagine precedenti finiscono per diventare improponibili, come modalità per assicurare copresenze a tutte le classi e a tutti gli alunni, nel momento in cui tentiamo di applicarlo agli altri insegnamenti, lingue straniere, educazione tecnica, artistica, musicale, fisica. I problemi possono essere i seguenti:

 

Per tali aree disciplinari dobbiamo ipotizzare forme di utilizzo e schemi diversi da quelli proposti nelle pagine precedenti. Mentre per l’area lettere e matematica abbiamo visto possibile (anche se già con alcuni limiti in area matematica) il recupero con fruizione per tutte le classi ma non per tutto l’anno, ora dobbiamo decisamente adottare l’ipotesi che il potenziamento reso possibile dal recupero possa essere accreditato non a tutte le classi e, per quelle identificate, forse neppure per tutto il corso dell’anno.

 

 

 

Definizione di ipotesi di recupero in orario curricolare o pomeridiano in orario extracurricolare.

 

Per le discipline con assegnazione dei docenti in più di 1 corso possiamo ipotizzare:

 

Orario curricolare

 

Orario extracurricolare

 

 

Risulta complesso, in assenza di progettazione educazione specifica, proporre un meccanismo fondato di assegnazione delle ore aggiuntive per livelli scolari.

Tuttavia dal punto di vista combinatorio ipotizzare che l’intervento di un docente, ad esempio di ed. artistica, sia limitato a 3 sole classi su 9, consente di individuare spazi educativi di durata ed intensità significativa: complessivamente ogni periodo può avere una durata di circa mesi 2, mentre il singolo intervento essere di circa 1 ora e 25 minuti .

L’opportuna combinazione nell’arco di alcune ore pomeridiane degli insegnamenti di Lingua straniera, Educazione tecnica, Educazione artistica, Educazione musicale ed Educazione fisica per la realizzazione di attività di laboratorio da concludere in uno spazio temporale definito con attribuzione degli spazi educativi ad un numero di classi o gruppi limitato può garantire un’ampia e differenziata offerta con caratteri di opzionalità.

 

Nell’ambito dell’insegnamento della Lingua straniera potrebbe essere ad esempio realizzato un potenziamento nelle classi terze, realizzando, nel triennio, un modello di questo tipo:

 

CLASSE

Orario curricolare

Potenziamento

Classe 1

Ore 3

NO

Classe

Ore 3

NO

Classe 3

Ore 3

SI pomeridiano durata h1,15

In alternanza nel corso dell’anno tra le 2 classi terze in cui è titolare ogni singolo docente

 

 

 

LA NECESSITA’ DEL PROGETTO.

 

Solo un’attenta individuazione di bisogni - ad esempio recupero e potenziamento - oppure la proposta di offerta educative nell’ambito delle nuove tecnologie o attività elettive possono comunque dare risposta significativa ad un modello operativo che appare coerente.



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