ALEX LANGER

I ponti di Alex

di Nadia Scardeoni

Apparentemente si individuano alcuni filoni essenziali negli scritti e nell’opera di Alexander Langer, i grandi temi in cui ha riversato la sua rigorosa capacità di analisi storica e la fertilissima carica progettuale.

In realtà, Alex, ci preclude con le sue sintesi un’analisi frammentata, svelando radicalmente e compiutamente l’integrità armonica del suo "essere-pensare-agire", in ogni sua parte.

Alex non è un poeta che effonda il suo sentire, non è un pittore che visualizzi scenari, né un profeta chiuso nella sua profezia.

Eppure ha tutta la tenerezza del poeta, la prefigurazione del pittore, la precognizione del profeta, trattenuto però dal vincolo invisibile ma tangibile del pudore, un’autolimitazione che impone a sé stesso prima di fissarla come indefettibile esigenza comune.

La sua alta capacità discrezionale nell’osservare il degrado esistenziale che affatica l’uomo contemporaneo procede dalla sintesi sapiente che emerge ininterrottamente in quel suo coniugare particolare e universale
dentro costanti relazioni simbiotiche.

Vive la prassi dell’uomo che ha individuato nella relazione la struttura esistenziale fondamentale, irrinunciabile nesso per interpretare le lacerazioni e le contraddizioni che generano i processi autodistruttivi dell’uomo che rompe l’unità con se stesso, con i suoi vincoli affettivi, con le sue radici storiche, con il prossimo praticato, con i suoi mezzi di sostentamento, con lo spazio vitale, con le istituzioni.

Delinea un ecosistema pacifico, non protocollabile, ma frutto della volontà degli uomini consapevoli di condividere l’avventura umana, capaci di misurarsi con i propri limiti, pronti a morire quando giunge la propria ora.

Alex è soprattutto un uomo di scienza, di una scienza nuova, ardua, necessaria, costosa perché impraticabile se non a partire da se stessi: "l’ingegneria delle risorse umane", l’ultima speranza e l’ultimo baluardo contro l’ingegneria dell’alienazione "virtuale" che divide, dissipandolo, il cuore dell’uomo.

Ed è dalla sua storia – se possiamo intuire la fatica del vivere separati nella casa comune – da quel suo essere una sorta di laboratorio armonico di organi propedeutici la formazione dei cittadini del mondo, che si innalza la sua creatura: il ponte, la più ardita e la più fragile delle costruzioni relazionali.

Il ponte per il superamento delle diversità, degli ostacoli naturali, delle fratture anche le più violente. 

Ovunque le storie degli uomini sono divise e cieche di fronte al loro indivisibile destino, Alex lavora, studia, analizza, progetta, propone. 

Ed era un fiorire di ponti. 

Si tratta ora di sorreggere il "ponte" di Pian dei Giullari, fra Alex e la sua storia.

(prefazione a "Alex Langer: non siate tristi continuate", Edizioni della Battaglia, settembre 1995)

 

link

 

"Entro il limite - La resistenza mite in Alex Langer" Recensione

Roberto Dall'Olio
"Entro il limite - La resistenza mite in Alex Langer", Edizioni La Meridiana, 2000

Recensione di Alessandro Marescotti
a.marescotti@peacelink.it

Il libro di Roberto Dall'Olio "Entro il limite" e' il piu' recente saggio dedicato ad Alex Langer. Obiettivo dell'autore non e' quello di ripercorrerne la vita ma di delineare i tratti distintivi del suo pensiero.

Ma chi e' stato Alex Langer? Una persona eccezionalmente sensibile e attenta alla vita degli uomini. E' per questo motivo che il suo suicidio costituisce ancora oggi motivo di riflessione e fonte di domande. Molti di noi ricordano il suo impegno per la pace, la difesa dell'ambiente e dei diritti umani. E' stato un "portatore di speranza", anche se disse: "E' troppo arduo essere individualmente dei portatori di speranza: troppe le attese che ci si sente addosso, troppe le inadempienze e le delusioni che inevitabilmente si accumulano... troppa la distanza tra cio' che si proclama e cio' che si riesce a compiere".

Vi e' una ragione particolare che ci porta ad occuparci del libro.

PeaceLink ha scelto infatti di dare al suo computer centrale un nome: Alex Langer. Egli infatti fu sensibile ai problemi della liberta' di comunicazione in rete e si mobilito' subito nel Parlamento Europeo quando il computer centrale di PeaceLink venne sequestrato da un magistrato tarantino nel 1994; fu un atto immotivato e il processo ha portato alla caduta dell'accusa di pirateria informatica che motivo' il sequestro. Il computer centrale di PeaceLink porta oggi simbolicamente il nome di Alex Langer proprio per ricordare quella vicenda e per non dimenticare questo compagno che amava la liberta' e la giustizia. Ci fa quindi piacere avere fra le mani questo nuovo libro che ci permette di rileggerne i pensieri e di interpretarli grazie alle riflessioni di Roberto Dall'Olio. Il testo ha un impianto schiettamente filosofico e parte dal "marxismo" originario di Alex Langer. "Io sono - scrive Dall'Olio - sostanzialmente d'accordo con Bloch, che esistono due correnti nell'ambito delle interpretazioni del pensiero di Marx: una corrente calda e una corrente fredda, una istituzionale-organizzativa, scientifica e antiumanistica, l'altra apertamente etica legata a un nuovo umanesimo".

"Non c'e' nobile causa o idea nella storia che non sia stata o non possa essere pervertita nel suo contrario", afferma Langer. In lui vive un marxismo umanistico che poi si evolve verso un pensiero nuovo che si fa carico del "diritto al futuro" dell'umanita'. "Viviamo nei confronti del pianeta - afferma Langer - in uno stato di permanente "insolvenza fraudolenta": In altre parole, non paghiamo i nostri conti con la natura; anzi, li facciamo truffaldinamente intestare ad altri per sottrarci al loro pagamento".

Il potere lo vede in tutti gli uomini e non solo in chi comanda. La corresponsabilita' ci chiama in causa e arriva a osservare: "Visto che le cause dell'emergenza ecologica non risalgono ad una cricca dittatoriale di congiurati assetati di profitto e di distruzione, bensi' ricevono un massiccio e pressoche' plebiscitario consenso di popolo, la svolta appare assai piu' difficile. Malfattori e vittime coincidono in larga misura".

Langer sceglie la nonviolenza e dice: "E' la capacita' di dire no al potere". Non cerca le sicure certezze: "Anche l'insicurezza - spiega - va secondo me interpretata in senso positivo, come un segno di speranza: essa infatti ci rende piu' modesti, piu' aperti, piu' disponibili nei confronti degli altri". Usa il dubbio non solo per difendersi dalle altrui minacce ma anche per tutelarsi dalle proprie certezze: "Io sento, e ciascuno di noi probabilmente sente, che non ce la farei a vivere in una di quelle utopie che a volte noi stessi propaghiamo: i nostri stessi scacchi sono forse uno scampato pericolo".

Ecco perche' Dall'Olio parla della "resistenza mite in Alex Langer", trovando in queste parole il sottotitolo ispiratore del libro. Ma la sua mitezza non e' debolezza e non fa venir meno la determinazione nella difesa conseguente dei piu' deboli; in lui, pacifista nonviolento, matura l'esigenza di un intervento armato nei Balcani per rompere l'assedio di Sarajevo e la pulizia etnica in Bosnia: "Occorre un'incredibile autorita' internazionale che sappia minacciare e anche impiegare - accanto agli strumenti assai piu' importanti della diplomazia, della mediazione, della conciliazione democratica, dell'incoraggiamento civile, dell'integrazione economica, dell'informazione veritiera... - la forza militare, esattamente come avviene con la polizia sul piano interno degli Stati".

Il libro di Roberto Dall'Olio ha l'ambizioso obiettivo di analizzare Alex Langer non solo come attivista ma come pensatore. In centosettantacinque pagine ci troviamo un dialogo serrato fra culture, riferimenti, citazioni.

E' uno strumento che ci permette di non interrompere l'azione e il pensiero di Alex.

Alessandro Marescotti

Frasi di Alex Langer tratte dal libro

"Finche' un americano medio "pesa" sulla biosfera quanto circa ottanta abitanti medi dell'India, non ci sara' accordo internazionale che potra' coniugare ambiente e sviluppo".

"Bisogna dunque riscoprire e praticare dei limiti: rallentare (i ritmi di crescita e sfruttamento), abbassare (i trassi di inquinamento, di produzione, di consumo), attenuare (la nostra pressione verso la biosfera, ogni forma di violenza). Un vero regresso rispetto al "piu' veloce, piu' alto, piu' forte". Difficile da accettare, difficile da dare, difficile persino a dirsi".

"Non basteranno la paura della catastrofe ecologica, o i primi infarti e collassi della nostra civilta'. Ci vorra' una spinta positiva".

"Sino a quando ogni forma di economia sara' canalizzata essenzialmente attraverso il denaro, sara' assai difficile far valere dei criteri ecologici, e ci saranno pesanti ingiustizie socio-ecologiche: chi puo' pagare, potra' anche inquinare".

"Il nostro sistema capitalistico ha raggiunto un'alta capacita' di devolvere i costi su altri rispetto a coloro che ne ricavano i benefici.

Questa e' allora la scissione tra costi e benefici, benefici a noi e costi scaricati altrove".

"La democrazia come la conosciamo oggi e' la democrazia dei grandi consumatori di energia, e' la democrazia di quelli con la pancia piena".

"L'obiezione di coscienza e' la capacita' di dire no al potere (e non solo al governo, ai carabinieri, al ministro della Difesa che manda le cartoline di precetto o altre cose del genere), ma anche la capacita' di obiezione anti-consumistica, di obiezione al conformismo televisivo, di obiezione di parte di operai o tecnici alla produzione di armi".